A fine ottobre la Commissione europea ha adottato una decisione per istituire il Digital Commons European Digital Infrastructure Consortium (Dc-Edic), cioè un consorzio per un’infrastruttura europea sui beni digitali comuni, come i sistemi di cloud computing e di intelligenza artificiale. Verrà lanciato ufficialmente l’11 dicembre prossimo e dovrebbe servire a rafforzare l’autonomia dell’Unione europea in un settore dominato dalle grandi aziende straniere, principalmente statunitensi: la quasi totalità delle infrastrutture digitali e dei software utilizzati sul territorio comunitario, infatti, sono di proprietà delle Big Tech americane.
COS’È IL DC-EDIC
In un comunicato, la Commissione definisce il Dc-Edic come “un nuovo strumento che consente agli stati membri di sviluppare, implementare e gestire congiuntamente infrastrutture digitali transfrontaliere con una governance dedicata e personalità giuridica”.
I FONDATORI E LA SEDE
I fondatori del Dc-Edic sono quattro: Italia, Francia, Germania e Paesi Bassi. L’iniziativa è aperta all’adesione di altri stati membri e avrà sede a Parigi; alla Francia, inoltre, spetterà la presidenza e all’Italia la vicepresidenza.
LE RISORSE ECONOMICHE
Le risorse economiche per l’avvio del progetto sono poche, neanche 5,5 milioni di euro: 2,5 milioni arriveranno dall’Unione europea e la parte restante dai quattro paesi fondatori. In futuro, però, dovrebbero venire stanziate cifre più corpose.
ATTIVITÀ E PROGETTI
“La dipendenza dell’Europa dalle infrastrutture e dalle tecnologie digitali importate crea vulnerabilità per la sua economia e la sua democrazia”, si legge nel comunicato della Commissione. “Pertanto, una priorità strategica per l’Europa è rafforzare alternative aperte, interoperabili e sovrane”.
Il Dc-Edic avrà il compito di attuare un progetto multinazionale sui beni digitali comuni nei settori dell’infrastruttura e dei servizi per la gestione dei dati da parte delle pubbliche amministrazioni. Più nello specifico, le attività principali comprendono la creazione di una comunità di soggetti pubblici, privati e civili; la facilitazione dell’accesso ai finanziamenti, anche tramite uno sportello unico e un centro di competenza; l’offerta di assistenza legale e tecnica e di consulenza politica; il coordinamento tra progetti multinazionali dedicati ai beni digitali comuni.



