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Partiti Social

Che cosa farà Facebook con Social Science One

L’articolo di Douglas MacMillan del Wall Street Journal tradotto da Giorgia Crespi per Mf/Milano finanza, sull’accordo tra Facebook e Social Science One Facebook concederà a un gruppo di accademici di nuova formazione l’accesso completo ai dati sui propri 2,2 miliardi di utenti allo scopo di identificare aree di ricerca a proposito degli effetti dei social media…

Facebook concederà a un gruppo di accademici di nuova formazione l’accesso completo ai dati sui propri 2,2 miliardi di utenti allo scopo di identificare aree di ricerca a proposito degli effetti dei social media sulle elezioni e la democrazia, ha reso noto il gruppo negli scorsi giorni.

CHE COSA PREVEDE L’ACCORDO TRA FACEBOOK E SOCIAL SCIENCE ONE

Social Science One, costituita all’inizio di quest’anno con il sostegno di alcune organizzazioni no profit tra cui The John S. and James L. Knight Foundation e The Charles Koch Foundation, ha fatto sapere che inizierà ad accettare le proposte dei ricercatori per il finanziamento.

LA PARTECIPAZIONE DI FACEBOOK

Il noto social network partecipa allo sforzo nel quadro di ciò che alcuni esponenti della società hanno definito come un rinnovato impegno alla trasparenza e allo sradicamento degli abusi sulla piattaforma.

GLI STRASCICHI DEL CASO CAMBRIDGE ANALYTICA

Stringendo l’alleanza, continua a collaborare con ricercatori esterni per quanto sia alle prese con le ripercussioni delle ultime rivelazioni: la società di analisi dati Cambridge Analytica avrebbe indebitamente fatto accesso e conservato dati sugli utenti. Inizialmente, questo materiale fu raccolto da un professore di psicologia dell’Università di Cambridge.

COME PREVENIRE GLI ABUSI?

I fondatori di Social Science One hanno specificato di aver messo in atto misure di salvaguardia per prevenire futuri abusi o il trapelare di informazioni. Il gruppo afferma che rimuoverà manualmente le informazioni identificative da qualsiasi set di dati passato a ricercatori esterni e che nulla lascerà mai i server del colosso di Menlo Park. Inoltre monitorerà da vicino tutti gli studi che coinvolgono informazioni sensibili sull’utente.

CHI AVRA’ L’ACCESSO AI DATI DI FACEBOOK

Ma per determinare quali set rilasciare, una mezza dozzina di ricercatori avrà un ampio accesso ai dati proprietari di Facebook, ha anticipato Gary King, cattedra di scienze sociali all’Università di Harvard e co-presidente del gruppo di ricerca. «Avremo lo stesso accesso riservato ai dipendenti», ha detto in un’intervista.

LA PAROLA A FACEBOOK

Un portavoce dell’azienda fondata da Mark Zuckerberg ha chiarito che i ricercatori con accesso al database sono contrattualmente tenuti a non divulgare alcun dato sulla società o sui suoi utenti, e che la loro attività sarà monitorata per evitare potenziali violazioni della privacy. Social Science One prevede di concedere borse di studio ad altri gruppi di ricercatori che richiederanno l’accesso a determinati set di dati sugli utenti Facebook.

I DETTAGLI SUL PRIMO PROGETTO DI RICERCA

Il primo progetto di ricerca include la raccolta di oltre un milione di gigabyte di informazioni sui link a cui gli utenti hanno cliccato nell’ultimo anno per definire degli schemi sul fenomeno delle fake news.

QUESTIONE DI PRIVACY

Dare ai ricercatori l’accesso ai dati solleva interrogativi a proposito della privacy degli utenti, ma fornisce anche all’opinione pubblica un prezioso spunto sulle pratiche di Facebook, ha commentato Eric Goldman, docente di diritto alla Santa Clara University. «Non c’è alcun modo di chiedere conto alle internet company delle loro prassi senza ottenere accesso ai loro dati», ha evidenziato.

I RAPPORTI FRA FACEBOOK E SOCIAL SCIENCE ONE

Social Science One ha ricordato che Facebook non avrà alcuna possibilità di rivedere o scartare gli studi derivanti dal lavoro dei ricercatori. Peraltro il social network sta ancora tentando di individuare gli sviluppatori di app che hanno avuto accesso a grandi quantità di dati sugli utenti e di scoprire come hanno adoperato le informazioni tra il 2007 e il 2015, quando la società ha ufficialmente chiuso gli accessi ai dati per tutte le app.

Articolo pubblicato su Mf/Milano finanza

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