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INTEL TRIMESTRALE

Così la guerra dei chip manda in crisi i conti di Intel

Inutile girarci attorno: Intel ha pubblicato la peggior trimestrale della propria storia. Il ceo Patrick Gelsinger, ormai al terzo anno di guida del colosso, intende fare di Intel una società che competa alla pari col colosso TSMC di Taiwan fornitore per esempio di Apple per i semiconduttori utilizzati per gli iPhone. In ballo, è noto, non c’è solo una fetta di mercato ormai cruciale per qualsiasi bene hi-tech, ma anche questioni geopolitiche collegate alle recenti tensioni Usa – Cina sulla piccola nazione insulare posta a 180 chilometri dalle coste del Paese asiatico culla dei sempre più preziosi chip.

LA TRIMESTRALE DA INCUBO DI INTEL

La guerra dei chip, però, fa soffrire particolarmente Intel che per il primo trimestre ha visto le proprie entrate crollare a 11,7 miliardi di dollari, 200 milioni in più rispetto alle previsioni ma in calo del 36% su base annua. La divisione Client Computing Group (CCG) rimane la principale fonte di entrate, con 5,8 miliardi di dollari, ma registra un calo epocale rispetto ai 9,3 miliardi visti nello stesso periodo del 2022. Secondo la società, il problema va trovato nella diminuzione della domanda da parte dei consumatori per l’intero mercato PC, con la crescente popolarità di CPU poco costose.

Tutto ciò era stato preventivato: non dimentichiamo che le vendite di dispositivi elettronici erano state di fatto drogate dalla pandemia, che coi numerosi lockdown ha tirato la volata all’ecommerce e all’acquisto di elettrodomestici e device legati all’intrattenimento. La fine delle restrizioni in aggiunta al periodo di inflazione (che porta i consumatori a tagliare proprio ciò che è superfluo), hanno fatto il resto, con una ristabilizzazione della domanda che appare più come un vero e proprio crollo.

Ricordiamo poi che Intel deve fare fronte a investimenti epocali: ha intenzione di costruire una grande fabbrica di microchip a Magdeburgo, nella Germania orientale, mettendo mano al portafogli per 17 miliardi di euro: è il più grande investimento diretto estero nel Paese dai tempi della Seconda guerra mondiale. Il governo tedesco sosterrà la spesa con un sussidio di 6,8 miliardi. Nell’ultimo periodo l’azienda vorrebbe che Berlino alzasse la cifra ad almeno 10 miliardi, per compensare l’aumento dei prezzi dell’energia e delle spese di costruzione (conseguenze della crisi energetica creata dalla Russia e della crescita dell’inflazione).

Prima di chiudere, giusto sottolineare un aspetto curioso. A dispetto delle frenate tirate nel comparto automotive per ciò che riguarda la guida autonoma, segnaliamo che  la divisione Mobileye di Intel è stata l’unica dell’azienda a registrare una crescita del fatturato, pari al 16% su base annuale. Mobileye è una società israeliana acquisita da Intel nel 2017 per circa 15 miliardi di dollari.

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