La libertà su internet continua a esistere. I meme, le gif e gli snippet sono salvi e sono state aggiunte altre forme di protezione del diritto d’autore.
Bruxelles canta vittoria. Dopo un negoziato durato quasi due anni e tre giorni di colloqui, ieri il Trilogo – Commissione, Consiglio e Parlamento Ue – ha trovato l’intesa sulla riforma del copyright.
“Con l’accordo appena raggiunto sulla direttiva del copyright si protegge la creatività europea. Musicisti, attori, scrittori, giornalisti, audiovisivi, avranno diritto ad un equo compenso anche dai giganti del web”, ha dichiarato Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo.
Ma si tratta davvero di una conclusione win-win tra gli editori e i creativi da una parte e i giganti del web dall’altra? Ecco i dettagli.
L’UE RECUPERA SUL DIRITTO D’AUTORE
“Finalmente gli europei avranno moderne regole sul copyright per l’era digitale con vantaggi reali per tutti: diritti garantiti per gli utenti, remunerazione equa per i creatori, chiarezza delle regole per le piattaforme”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue, Andrus Ansip, responsabile del fascicolo.
Agreement reached on #copyright! Europeans will finally have modern copyright rules fit for digital age with real benefits for everyone: guaranteed rights for users, fair remuneration for creators, clarity of rules for platforms. pic.twitter.com/dwQGsAlJvK
— Andrus Ansip (@Ansip_EU) February 13, 2019
L’obiettivo di questa riforma, assai dibattuta fin dalla sua presentazione nel settembre 2016 da parte dell’esecutivo europeo, è quello di modernizzare il diritto d’autore nell’era digitale. In concreto, conferire ai titolari dei diritti – come artisti, musicisti ed editori – un potere contrattuale migliore per esigere il pagamento da servizi internet gratuiti come piattaforme e motori di ricerca, per citarne uno su tutti Google. Ne è seguita una guerra tra gli editori e i creativi da una parte che vogliono essere meglio retribuiti e i giganti digitali dall’altra, che difendono il loro “modello di business”, inaspettatamente compagni di battaglia degli attivisti per la libertà su Internet.
COSA PREVEDE LA DIRETTIVA
La riforma prevede benefici tangibili per tutti i settori creativi, in particolare i creatori e gli attori dei settori audiovisivo e musicale, rafforzando la loro posizione nei confronti delle piattaforme per avere un maggiore controllo sull’utilizzo dei propri contenuti caricati dagli utenti su queste piattaforme. Per la prima volta nella legislazione europea sul diritto d’autore è stabilito il principio di una remunerazione adeguata e proporzionata per gli autori e gli interpreti. I creativi e gli editori di notizie saranno autorizzati a negoziare con Internet e i giornalisti potranno chiedere una quota di tutte le entrate relative al copyright ottenute dalla loro casa editrice.
LO SNIPPET È SALVO
Inizialmente, in base all’art. 11 le piattaforme online avrebbero dovuto pagare una licenza per collegarsi agli editori pubblicando gli snippet delle loro notizie. Lo scopo era mitigare il potere sugli editori che gli aggregatori di notizie – Google e Facebook in particolare – hanno accumulato nell’ultimo decennio, codificando una nuova regola sul copyright per retribuire gli editori di notizie quando si cita il testo delle loro storie.
Come regola generale, la condivisione di frammenti di articoli non sarà soggetta al diritto d’autore. Tuttavia, l’accordo contiene anche misure per evitare che gli aggregatori di notizie abusino di questa concessione. Il cosiddetto “snippet” potrà quindi continuare ad apparire nel newsfeed di Google News, ad esempio, o ad essere condiviso su Facebook, a condizione che il testo sia “molto breve”.
LA SCAMPANO ANCHE MEME, GIF E WIKIPEDIA
Il caricamento di opere protette a scopo di citazione, critica, recensione, caricatura o parodia è protetto, assicurando che meme e GIF continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online. Il testo specifica inoltre che il caricamento di opere su enciclopedie online a scopi non commerciali, come Wikipedia, o piattaforme software open source, come GitHub, sarà automaticamente escluso dalle nuove regole. inoltre, studenti e insegnanti saranno in grado di utilizzare materiali protetti da copyright nei corsi online.
AMMORBIDITO L’ART.13
Il famigerato articolo 13 che impone ai siti web di adottare misure “appropriate” per impedire che il materiale protetto da copyright apparisse sulla propria piattaforma è stato mitigato in favore delle piccole startup. Gli attivisti dei diritti digitali hanno contestato l’articolo in quanto la norma si traduce nell’obbligo di installare filtri di caricamento costosi per tutte le piattaforme, non solo le potenti YouTube o Instagram.
La nuova formulazione richiedere invece ai servizi Internet con almeno 5 milioni di utenti medi mensili di “dimostrare che hanno fatto il massimo sforzo” per impedire il caricamento di contenuti contrassegnati come protetti da copyright dai titolari dei diritti. Pertanto, quando non ci sono accordi di licenza tra una piattaforma internet e titolari dei diritti, le piattaforme dovranno fare il massimo sforzo per ottenere un’autorizzazione.
TUTELATI LE PICCOLE STARTUP
Il nuovo testo è frutto di un compromesso franco-tedesco per non gravare sulle piattaforme startup che saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate. Le piattaforme online esistenti da meno di tre anni e con meno di 10 milioni di euro di entrate e meno di 5 milioni di utenti mensili saranno dunque esenti dall’installazione dei filtri di caricamento.
GOOGLE&CO POSSONO STARE TRANQUILLI?
Nonostante il nuovo testo salvi l’anteprima degli articoli di Google News, Google ha fatto sapere che avrebbe studiato il nuovo testo prima di pianificare i prossimi passi. Non va dimenticato che BigG ha sfoderato una massiccia campagna di lobbying per convincere i rappresentanti delle istituzioni a votare contro la nuova legislazione, sostenendo che tra le conseguenze indesiderate ci sia il restringimento della libertà di espressione.
IL PLAUSO DEGLI EDITORI
“Siamo soddisfatti perché con l’esito di oggi si è affermato un principio fondamentale, e cioè che il diritto d’autore va si’ aggiornato al digitale ma conservandone la funzione di libertà e di contrasto dei monopoli” ha commentato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi. “Certo, il testo approvato – come ogni testo di compromesso tra interessi e visioni diverse – presenta alcuni aspetti che richiedono molta attenzione in sede di recepimento. La Direttiva è però un’ottima premessa perché in Europa e in Italia ci sia un insieme di norme che incentivino gli autori e garantiscano il futuro delle imprese culturali”.
PROMETTE BATTAGLIA IL PARTITO DEI PIRATI TEDESCO
Di parere opposto la parlamentare tedesca Julia Reda del Partito dei Pirati, da sempre forte oppositore del testo, che ha espresso preoccupazioni, affermando che l’accordo è un duro colpo per la libertà di internet e ha esortato i colleghi deputati a respingere l’accordo.
LE PROSSIME TAPPE
Non è finita qui infatti. Il pacchetto deve essere ora approvato entro aprile dai ventotto paesi membri e dalla stessa assemblea parlamentare in plenaria, prima delle elezioni di maggio. Già una volta il Parlamento europeo ha bloccato il testo, lo scorso luglio, rispedendolo al mittente. Se dovesse andare tutto liscio stavolta, gli stati membri dell’Ue avranno 24 mesi per adottare le nuove norme nella loro legislazione nazionale.