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Big Tech

Cosa fa il Congresso Usa per imbrigliare Google, Facebook, Apple e Amazon

Avanza al Congresso Usa una proposta di legge che mira a frenare il potere dei giganti della tecnologia. Le disposizioni avrebbero conseguenze ad ampio raggio sul modo in cui operano Google, Facebook, Apple e Amazon.

La commissione di giustizia della Camera del Congresso Usa ha approvato sei disegni di legge antitrust. La proposta legislativa intende frenare il dominio delle Big Tech, in particolare di Google e Facebook.

Tra le misure approvate ce n’è una che chiederà alle società che hanno in programma fusioni o acquisizioni di dimostrare che le operazioni siano conformi alla legge, e non più che sia l’autorità antitrust a dover dimostrare la loro illegalità. Inoltre, potrebbe costringere le piattaforme a vendere alcuni rami d’azienda.

Il dibattito si sposterà ora dalla commissione alla Camera, per poi finire in Senato. L’iter è ancora lungo ma, se il disegno di legge dovesse passare, sarebbe un duro colpo per i giganti tecnologici americani, tra tutti Google, Facebook, Amazon e Apple.

La legislazione, qualora dovesse venire approvata nella sua interezza, limiterebbe il modo in cui le piattaforme online operano. Potenzialmente potrebbe porre dei forti limiti ai servizi offerti sul mercato dai colossi tecnologici.

Nel frattempo, si consolida l’opposizione alle misure anti-tech da parte della Camera di Commercio degli Stati Uniti e dei colossi Amazon, Apple, Facebook e Google di Alphabet.

Tutti i dettagli.

L’OBIETTIVO DEL NUOVO PACCHETTO LEGISLATIVO

I disegni di legge mirano a limitare le future acquisizioni da parte delle quattro maggiori società tecnologiche, impedire loro di favorire i propri prodotti sulle loro piattaforme e obbligarle a rendere interoperabili i loro servizi interoperabili e portatili i dati degli utenti.

Il pacchetto, noto come American Choice and Innovation Online Act, richiede infatti che gli utenti possano trasferire i propri dati su altre piattaforme e comunicare con utenti su altre piattaforme, con maggiore agilità.

FRENO ALLE BIG TECH

Al centro del pacchetto legislativo c’è poi la misura che impedisce alle grandi aziende tecnologiche di favorire i propri prodotti sulle proprie piattaforme a svantaggio di altre aziende e degli stessi utenti.

Il deputato David Cicilline, presidente della sottocommissione antitrust, ha affermato che il disegno di legge era necessario perché i giganti della tecnologia non avevano giocato in modo equo. “Google, Amazon e Apple favoriscono ciascuno i propri prodotti nei risultati di ricerca, dando a se stessi un vantaggio sleale rispetto ai concorrenti”, ha affermato.

Secondo una lettera firmata da tredici gruppi tecnologici statunitensi — tra cui Chamber of Progress, Americans for Prosperity, Computer and Communications Industry Association, Competitive Enterprise Institute, TechFreedom e NetChoice — le nuove leggi vieterebbero Amazon Prime e Amazon Basics, impedirebbero ad Apple di preinstallare iMessage e FaceTime su iPhone e impedirebbero a Google di includere Google Maps nei risultati di ricerca.

LE CONSEGUENZE PER APPLE

Il disegno di legge consente infatti agli utenti di iPhone di scaricare app sui propri dispositivi senza dover utilizzare l’App Store di Apple.

LA REAZIONE DI CUPERTINO

Una misura che ha portato il ceo di Apple, Tim Cook, a pubblicare un report in cui si sottolineava che la norma avrebbe danneggiato la privacy dei clienti ed esposto i loro dati a maggiori violazioni.

In un documento pubblicato mercoledì, Apple sostiene infatti che l’App Store protegge i consumatori da app dannose o truffaldine.

LA POSIZIONE DI FACEBOOK

Ferma opposizione anche da parte di Facebook.

Il gruppo guidato da Mark Zuckerberg ha sostenuto in una dichiarazione prima dell’udienza che le leggi antitrust non dovrebbero punire le aziende di successo.

Il Congresso dovrebbe “affrontare le aree di maggiore preoccupazione per le persone, come la moderazione dei contenuti, l’integrità elettorale e la privacy, non tentare di smantellare i prodotti e i servizi da cui le persone dipendono”, ha affermato un portavoce di Facebook.

REGOLE A FAVORE DELLA CONCORRENZA STRANIERA SECONDO MENLO PARK

“Queste proposte di legge sottovalutano la concorrenza implacabile all’interno del settore tecnologico, compresa la concorrenza di società straniere come TikTok, WeChat e Alibaba”, sottolinea il portavoce del gruppo di Menlo Park.

LE CRITICHE DI AMAZON

Anche Amazon ha sostenuto che i disegni di legge avrebbero danneggiato venditori e clienti e che il comitato della Camera si stava muovendo troppo rapidamente.

LA DICHIARAZIONE DI GOOGLE

Secondo Google le nuove leggi antitrust della Camera danneggerebbero la leadership tecnologica degli Stati Uniti, “danneggerebbero il modo in cui le piccole imprese si connettono con i consumatori e solleverebbero seri problemi di privacy e sicurezza”. Lo si legge in una dichiarazione del colosso di Mountain View condivisa esclusivamente con Axios.

“Non siamo contrari al controllo antitrust o alle normative aggiornate su questioni specifiche. Ma i consumatori americani e le piccole imprese rimarrebbero scioccati dal modo in cui questi disegni di legge infrangerebbero molti dei loro servizi preferiti. Come hanno osservato molti gruppi e aziende, le nuove legge ci richiederebbero di degradare i nostri servizi e impedirci di offrire funzionalità importanti utilizzate da centinaia di milioni di americani” ha dichiarato Mark Isakowitz, vicepresidente di Google per gli affari del governo e le politiche pubbliche.

L’APPROVAZIONE DELL’ANTITRUST BILL

Ma i quattro giganti tecnologici possono stare tranquilli, almeno per ora.

Qualsiasi disegno di legge avrà comunque bisogno di passare sia alla Camera che al Senato, oltre che necessitare della firma del presidente.

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