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Comolake, Butti e la nostalgia canaglia molto innovativa

Ha fatto proprio bene l'ex consigliere di Butti Raffaele Barberio a non organizzare più Comolake, la kermesse sul digitale vetrina del governo: ora, infatti e improvvisamente, è diventata soprattutto uno spaccio di fuffa. Parola di... Raffaele Barberio. La lettera di Claudio Trezzano

Caro direttore,

c’è stato un tempo in cui il governo patriottico sul digitale ha avuto una marcia in più. E poco importa se il medesimo governo non sia ancora riuscito a prendere una decisione definitiva sulla duplicazione delle identità digitali Spid e Cie.

C’è stato un tempo, soprattutto, in cui Como ha rappresentato l’ombelico digitale della nostra nazione: tutti, perfino dalla Silicon Valley, vi buttavano un occhio per capire quali svolte avrebbe preso l’innovazione, quali sorprese avrebbe riservato il futuro, quali decisioni avrebbe preso il governo su temi impellenti e strategici.

Quel tempo, inutile dirlo, è ormai alle spalle, avvolto dalla stessa nebbia nostalgica che sale dal lago manzoniano in questi plumbei e uggiosi giorni d’autunno. Non lo dico io, che non sono nessuno, lo dice nientemeno che Raffaele Barberio, colui insomma che è stato per molti mesi consulente e consigliere del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione Alessio Butti (nella foto) anche nella veste di apprezzato organizzatore di Comolake, evento sul digitale ormai focalizzato sull’attività lobbistica alla luce del sole – sebbene con la garanzia di privacy un po’ elvetica che solo le sponde del lago lombardo sanno assicurare (come sanno bene dalle parti di Cernobbio).

Ha fatto proprio bene Raffaele Barberio a tirarsene fuori. Te lo avevo già scritto in passato, in una letterina alla quale avevi concesso la gentilezza della pubblicazione sulla testata. Te lo scrivo nuovamente ora che nubi polemiche si addensano sulle sponde della manifestazione.

Questa volta, per fortuna – di Comolake – non c’entrano le malignità dei quotidiani Fatto Quotidiano e Domani. Questa volta fa tutto il buon Barberio che, sordo alle roboanti cronache di AdnKronos (“Un’edizione che ha registrato 50 aziende, 3.500 partecipanti, 80 startup, 60 giornalisti accreditati e 240 relatori complessivi confermando il summit ComoLake come una delle principali piattaforme europee di confronto tra scienza, economia e istituzioni”), prese carta e penna si sfoga sul proprio profilo LinkedIn.

Il titolo del suo intervento è tutto un programma: “se bastassero i post su Facebook per entrare nell’era quantistica, l’Italia sarebbe già davanti a Google e a Ibm”. Ohibò, con chi ce l’avrà mai? Con la sua ormai ex creatura. O meglio, con l’uso strumentale che ne stanno facendo da quando non c’è più il presidente di Barberio & Partners a tenerne le redini (nell’edizione 2024 era stato il responsabile dei contenuti e dei rapporti con gli speaker). Qui faremo ovviamente finta di non sapere che a corredare il tutto ci sia una foto di Butti così da tenere alta la suspense e non spoilerare alcunché come nelle migliori serie Netflix.

“Annunciata a Comolake – scrive Barberio – con eccesso di enfasi e come primato nazionale la Q-Alliance, ma l’Italia – pungola l’ex collaboratore di Butti – non guida la trasformazione digitale come si vorrebbe far credere. Al contrario, la rincorre spesso con anni di ritardo, tra burocrazia, bandi frammentati e una politica che confonde gli annunci roboanti e i proclami urlati con quelle azioni concrete di cui si avverte la mancanza”. Pare la lamentela quotidiana di un Calenda qualunque, invece le sferzate arrivano proprio da uno dei principali organizzatori della kermesse comasca dedicata alla tecnologia, ma soprattutto provengono da chi nel recente passato è stato proprio consigliere di Butti il quale, come già ricordato, ha tra le mani la delega all’Innovazione.

barberio comolake

“L’eccessivo uso di superlativi – chiosa velenoso Barberio – che hanno accompagnato l’annuncio di Comolake assieme ai tanti proclami degli ultimi mesi stonano col pacato pragmatismo che accompagna, al contrario, l’operato della premier Giorgia Meloni”. Una osservazione niente male, direttore (poi l’intervento prosegue sottoforma di articolo che invito a leggere su Italiani nel futuro, “think-tank innovativo nato per contribuire al futuro dell’Italia attraverso il dialogo e la collaborazione tra decisori politici, aziende internazionali e nazionali di ogni dimensione e il mondo accademico” diretto proprio da Raffaele Barberio).

Purtroppo il sottoscritto è al di fuori di ogni stanza e stanzino romano, persino dalle più lontane anticamere, ma Raffaele Barberio mi ha messo una pulce nell’orecchio dalle dimensioni pachidermiche: a Giorgia Meloni piacerà la nuova direzione roboante e urlata di Comolake? Non sarà che a Palazzo Chigi si sono pentiti delle scelte più recenti e sono nostalgici della vecchia Comolake? Oppure la forza di Comolake è la medesima di Sanremo, kermesse canora che funziona proprio perché fa e cavalca polemiche, indipendentemente dal direttore artistico e dalle canzonette in gara? Ah, saperlo

Ma bene ha fatto, lo voglio ribadire, Raffaele Barberio a tirarsene fuori e ad allontanarsi da tutto quell’eccesso di superlativi e dei tanti proclami che oggi denuncia via social…

Bravo Barberio, evviva Barberio.

Carissimi saluti

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