skip to Main Content

E-commerce

E-commerce: cresce il giro d’affari, ma dobbiamo fare meglio

Bem Research ha pubblicato il Rapporto 2017 da cui emerge chiaramente che il giro d’affari italiano dell’e-commerce è cresciuto, ma è ancora a livelli minimi   Nel Rapporto 2017 di Bem Research, emerge che il giro d’affari che il mercato italiano riesce a gestire attraverso la rete è cresciuto di 5 miliardi di euro, passando da…

Bem Research ha pubblicato il Rapporto 2017 da cui emerge chiaramente che il giro d’affari italiano dell’e-commerce è cresciuto, ma è ancora a livelli minimi

 

Nel Rapporto 2017 di Bem Research, emerge che il giro d’affari che il mercato italiano riesce a gestire attraverso la rete è cresciuto di 5 miliardi di euro, passando da 21 miliardi del 2015 ai 26 miliardi del 2016. Sempre secondo il report, il 29% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni – tradotto in termini statistici, dunque, meno di un italiano su tre – ha usato internet per comprare beni o servizi.  

Se è vero che qualcosa migliora è anche vero che cresce il gap con il resto d’Europa. Secondo il rapporto, la Francia vanta una percentuale del 66% di consumatori che acquistano in rete, Germania 74%, Danimarca 82% e Lussemburgo 79% e troviamo l’Italia verso il fondo della classifica davanti solo a Cipro, Bulgaria e Romania. La fetta d’affari italiana sul mercato europeo a 28 paesi è stimato 625 miliardi di euro, passando dal 3,6% al 4,2% e situata a una differenza notevole da Germania, Francia e Spagna con valori percentuali rispettivi del 16,4%, 10,1% e 6,4%.

Cosa acquistano gli utenti?

e-commerceDue, in particolare, gli argomenti di ricerca cui sono interessati i consumatori che sfruttano e-commerce: viaggi e trasporti e abbigliamento. Per entrambi è stata rilevata una percentuale pari al 18% degli utilizzatori, e la maggior parte di coloro che acquistano vestiti è di fascia giovane. Seguono i prodotti tecnologici, con un 14%, articoli per la casa 13%, libri e giornali 13% ( i preferiti dalla fascia più adulta). Film, musica, biglietti spettacoli per l’11% e telefonia e assicurazioni 5%.

Se, però, da un lato la colpa è imputabile agli italiani, notevole è anche la responsabilità delle aziende: solo l’8% delle imprese italiane con almeno dieci dipendenti hanno ricevuto un ordine tramite il web, mentre la media dell’Eurozona è 18%. A fare meglio, in questo settore sono Danimarca (28%), Repubblica Ceca e Svezia (27%), Germania (26%) e Belgio (24%). Il divario – come dicono i ricercatori – si riduce solo se si guarda alle grandi imprese.

Chi acquista online

In Italia, per quanto riguarda i dati relativi all’età, sono sopratutto uomini con età compresa tra i 25 e 34 anni a dedicarsi all’e-commerce, battendo le donne che in tre mesi arrivano appena al 17% del totale degli acquirenti contro il 23% degli uomini. Il Sud fa da fanalino di coda, il centro è fermo ai livelli 2015 e vince facilmente il Nord, in particolare il Nord-Est, che ha registrato l’incremento maggiore sopratutto tra gli abitanti della Valle d’Aosta, seguiti da Trentino e Lombardia.

Per crescere serve un portale che promuova made in Italy

La creazione di un portale web che promuova il made in Italy nel mondo, mettendo in rete le tante piccole realtà produttive di qualità che in Italia abbondano in campi quali il settore alimentare, la moda e l’arredamento – commenta Milani – è un passo che deve essere compiuto“, ha commentato Carlo Milani, direttore di BEM Research e docente di Corporate Investment Banking all’Università degli Studi Roma Tre, insiste sul fatto che le piccole e medie imprese rappresentano il tessuto economico italiano e dovrebbero puntare di più su questo tipo di commercio

 

Giovanni Malaspina

Back To Top