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Geopolitica Dell'infosfera

Come la Quarta rivoluzione industriale cambierà l’intelligence e la sicurezza nazionale

La recensione di Francesco D’Arrigo, direttore dell’Istituto Italiano di Studi Strategici “Niccolò Machiavelli” del libro “Geopolitica dell'infosfera” di Paolo Savona e Fabio Vanorio

 

L’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando tutti i settori della società, compreso il carattere stesso della guerra ibrida globale in corso. A fronte di ciò l’incapacità di adottare e integrare efficacemente la tecnologia dell’IA rappresenterebbe un serio ostacolo alla sicurezza nazionale.

I concorrenti strategici nella competizione globale, come Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Russia, Francia, India Giappone, stanno investendo in modo significativo nell’IA soprattutto per scopi di sicurezza nazionale. Ogni impiego civile è comunque dual-use, e non potrebbe essere diversamente essendo l‘evoluzione autonoma della tecnologia sempre più rapida.

Le tipologie di IA utilizzate vanno dalla previsione di guasti meccanici nelle piattaforme di armamento all’esecuzione di analisi complesse a supporto delle missioni di guerra. Ulteriori capacità di IA sono ancora in fase di sviluppo. Tra queste, l’analisi delle informazioni di intelligence (ad esempio, tramite riconoscimento biometrico), il miglioramento dei sistemi d’arma (come i droni e le navi robotiche) o l’uso di informazioni tattiche sul campo di battaglia (ad esempio, l’individuazione da parte di sistemi d’arma unmanned di bersagli per attacchi missilistici).

Una guida estremamente efficace nell’orientarsi nel delicato rapporto tra tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale e Sicurezza Nazionale è fornita dall’eccellente nuovo libro “Geopolitica del’Infosfera”, scritto da Paolo Savona, docente di intelligence economica e autore di numerosi di saggi in materia, e Fabio Vanorio, già docente di Economics of National Security negli Stati Uniti e autore di numerose ricerche anche per l’Istituto Italiano di Studi Strategici “Niccolò Machiavelli”, tra le quali:

Tre sono i filoni approfonditi nel libro di rilievo per la sicurezza nazionale che ritengo opportuno evidenziare in quanto meritevoli di recensione:

  1. lo studio dell’applicazione dell’Internet of Things (IoT) alla sfera militare;
  2. l’impatto dell’uso dei satelliti finalizzati alla copertura Internet in un conflitto militare;
  3. la Temporal Intelligence.

Per quanto riguarda l’obiettivo di disporre di IoT Militare – “campo di battaglia iperconnesso in cui i Big Data si possono muovere senza soluzione di continuità tra forze aeree, terrestri, marittime, spaziali e cibernetiche in tempo reale” (pag. 207) – la disamina offerta è di assoluto valore scientifico e non facilmente riscontrabile in letteratura analoga, almeno a livello nazionale (in particolare nella Nota 8). Di grande rilievo anche l’evidenza di due problematiche affrontate dalla tecnologia IoT in qualsiasi scenario operativo, una di connettività (fornita dal divario tra la larghezza di banda disponibile e la crescita esplosiva dei Big Data, con la conseguente accelerazione della disponibilità di reti 5G e 6G), l‘altra decisionale (in quanto la crescita esponenziale del volume di dati sta saturando la capacità umana di monitorarlo, di analizzarlo e spesso anche di comprenderlo).

Analogamente di enorme rilievo la copertura garantita dal libro sull’utilizzo dei satelliti finalizzati alla copertura Internet in un conflitto militare, viene analizzato il ruolo di Starlink nel conflitto russo-ucraino, definito dagli autori come “il vero cambiamento di paradigma tecnologico nello spettro militare” (pag. 210).

Facciamo un riepilogo al fine di inquadrare meglio il problema. Nel marzo 2022, le forze ucraine hanno avviato l’utilizzo della rete Starlink di Elon Musk per guidare attacchi basati su droni contro le postazioni russe. Il 27 aprile, il giornalista freelance britannico David Patrikarakos ha twittato un’intervista con un soldato ucraino, Dima, che ha combattuto a fianco delle forze ucraine da marzo. Dima ha affermato: “Starlink è ciò che ha cambiato la guerra a favore dell’Ucraina”, proseguendo “nonostante gli sforzi russi per distruggere i sistemi di comunicazione ucraini, la rete Starlink funziona anche sotto l’attacco dei missili o dell’artiglieria e funziona persino a Mariupol”. Il 16 giugno, Republicworld.com ha riferito che la tecnologia satellitare Starlink stava aiutando un’unità d’élite ucraina a distruggere i depositi di armi russe.

L’unità, secondo il Times di Londra, è l’Aerorozvidka (letteralmente “ricognizione aerea”), fondata da un gruppo di volontari appassionati di droni e informatica nel maggio 2014 in concomitanza con l’occupazione russa della Crimea e l’inizio della guerra del Donbass, nata come una ONG ucraina che promuove la creazione e l’implementazione di sistemi d’arma a pilotaggio remoto nell’ambito della guerra digitale per le Forze armate dell’Ucraina, è diventata un’unità dell’élite militare, definita una “start-up di guerra” dall’Atlantic Council. La loro capacità di fornire assistenza C4ISR (Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer, Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione) alle forze armate ucraine, ha portato alla distruzione di diverse infrastrutture, armi e unità militari russe nei territori occupati, scatenando l’ira del Cremlino contro Elon Mask, accusandolo di essere una parte in causa nella guerra e costringendolo a non concedere più Starlink all’Ucraina.

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Starlink non si basa su infrastrutture terrestri e ha quindi un valore militare estremamente elevato. Come fanno notare gli autori, “l’aspetto che distingue il sistema è l’impiego da parte di Starlink di una nuova generazione di satelliti in orbita bassa, resilienti e potenti perché funzionano come una costellazione.” (pag. 210).

Per fare un esempio, l’esercito statunitense utilizza le costellazioni di satelliti Starlink per migliorare le capacità di comunicazione dei suoi aerei da combattimento. Nel marzo 2022, l’Operations Support Squadron del 388° Fighter Wing dell’USAF (US Air Force), con l’assistenza dei team informatici dell’Air Combat Command (ACC, uno dei nove Major Command dell’USAF e principale fornitore di potenza aerea da combattimento per le forze aeree statunitensi), e dell’iniziativa Agile Battle Labs e Combat Communications dell’ACC (il cui ruolo è migliorare l’agilità operativa nel dominio cibernetico) ha utilizzato l’Internet satellitare di Starlink per collegare una struttura di debriefing per l’F-35 (che ospita uno stack di server dell’ALIS, Autonomic Logistics Information System) e per collegarsi al punto di ingresso centrale della rete dell’Air Force per la catena di approvvigionamento e la logistica dell’F-35. I test hanno riscontrato una velocità di internet fino a 30 volte superiore a quella degli attuali satelliti militari.

Il ruolo svolto da Starlink nella guerra tra Russia e Ucraina ha innescato una reazione a catena che può portare alla prima guerra nello Spazio (dalle conseguenze riscontrabili anche a terra, in quanto guerre nello Spazio ce ne sono già state diverse senza che ve ne fosse notizia). I servizi internet di Starlink in Ucraina sono stati resi operativi apparentemente per garantire l’accesso a Internet alla popolazione a fronte degli attacchi elettromagnetici russi che hanno messo fuori uso l’intera infrastruttura di rete ucraina. Successivamente, però, i media hanno attribuito a Starlink la guida dei missili Neptune che hanno portato all’affondamento della Moskva. Un aspetto fondamentale sottolineato dagli autori è che “a differenza dei tradizionali satelliti ad alta orbita, che ruotano a migliaia di chilometri sopra la terra, si librano sopra un punto del suolo e trasmettono segnali radio, la configurazione di Starlink rende più difficile, se non impossibile, la messa offline, perché un aggressore dovrebbe individuare tutti i satelliti, in una volta sola, per paralizzare l’intero sistema”. (pag. 211)

Terzo aspetto che ritengo estremamente utile sottolineare è il riferimento alla Temporal Intelligence (TEMPINT), come definita dagli autori “un approccio olistico alla raccolta di informazioni che integra altre discipline attraverso l’uso di dispositivi IoT” (pag. 33). La TEMPINT è il risultato di una trasformazione in atto nella raccolta Intelligence oggi basata essenzialmente dall’IoT in ogni sua sfaccettatura (HumInt, SigInt, MasInt, ImInt), creando un nuovo paradigma di Intelligence. Lasciamo ai nostalgici del Muro di Berlino ogni critica e invito al mantenimento dello status quo basato sulla capacità ed esperienza del solo essere umano. La disponibilità dei Big Data consente, oggi, agli analisti di ripercorrere l’attività di un individuo target e disporre, ad esempio, di set informativi relativi a dove è andato, con chi ha parlato, a chi ha scritto, i siti web visitati, i commenti pubblicati su Internet. Immagini, video, suoni, indirizzi IP, posizionamento geo-spaziale informazioni personali, mediche, psicologiche, economiche e sensibili possono essere ripercorsi attraverso i dispositivi IoT. Come fanno notare gli autori “grazie alle tecnologie digitali, le partnership tra Stati e aziende tecnologiche stanno consentendo forme di controllo e repressione selettiva grazie al miglioramento dell’informazione che modifica il trade-off generale tra repressione e cooptazione trasformandolo in una scelta tra repressione mirata e cooptazione non esclusiva”. (pag. 34)

Ulteriori temi utili al tema della sicurezza nazionale sono trattati in ogni capitolo (in particolare quello relativo al calcolo quantistico). In questa sede ho ritenuto offrire una panoramica su quanto mi è sembrato veramente innovativo di un libro unico dal punto di vista scientifico e strategico, non comune in Italia che affascinerà chiunque deciderà di leggerlo ricercando spunti utili al proprio lavoro o semplicemente per accrescere il proprio bagaglio di conoscenze e per poter affrontare con cognizione di causa le sfide e le opportunità poste dalla Quarta Rivoluzione Industriale.

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