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Come i videogiochi possono aiutare a valorizzare le opere d’arte

La riproduzione in 3D delle opere d’arte, così avanzata come quella dei videogame, può essere indispensabile nelle operazioni di heritage e conservazione del patrimonio artistico. Luca De Dominicis, presidente di AIV (Accademia Italiana Videogiochi) spiega come Tra le fiamme dell’incendio del 15 aprile non bruciava solo la cattedrale Notre-Dame, ma uno dei monumenti simbolo della…

Tra le fiamme dell’incendio del 15 aprile non bruciava solo la cattedrale Notre-Dame, ma uno dei monumenti simbolo della Francia e dell’Europa intera. A chi si è domandato se la riproduzione fedele di Notre Dame nel videogame Assassin’s Creed Unity possa essere d’aiuto nelle operazioni di ricostruzioni, di sicuro i videogame giocano un ruolo fondamentale nelle operazioni di heritage. Come confermato da Luca De Dominicis, presidente di AIV (Accademia Italia Videogiochi).

LA RICOSTRUZIONE IN 3D DI UN’OPERA D’ARTE

Lo sviluppo 3d di monumenti storici che l’industria dei videogiochi ha fatto più volte, come quella di Notre Dame in Assassin’s Creed Unity, può fungere da supporto alle azioni di heritage e conservazione del patrimonio artistico. “Quando parliamo di opere d’arte è importante il concetto di esperienza che ne deriva. Pertanto, sono fondamentali ambiente, luce e posizionamento e alle prospettive di spazio che la valorizzano” ci spiega De Dominicis. “Vedere un’opera d’arte è completamente differente dal poter viverla all’interno di uno spazio. Ricostruire in 3d un ambiente con le tecniche che abbiamo oggi, per illuminarlo correttamente, vuol dire dare la possibilità a qualcuno di approcciarsi alla stessa esperienza dell’opera d’arte anche in assenza di essa”.

L’ESPERIENZA ARTISTICA ATTRAVERSO I VIDEOGAME

Come ricorda il presidente di AIV, il videogame si basa su un complessissimo motore che descrive il funzionamento del nostro mondo: da come la luce si riflette sulle superfici a come le ombre vengono create fino all’interazione dei materiali con la luce stessa. “Oggi i videogame sono l’esperienza più avanzata che abbiamo, non solo nel ricreare una scena in 3D ma nel poter viverla e riviverla a nostro piacimento”. Come ricorda De Dominicis, a differenza dei film, dove non possiamo interagire, con i videogame possiamo muoverci intorno a una ricostruzione 3D. “Nel caso di Notre Dame, grazie alla ricostruzione in 3D potremmo avere la possibilità di entrarci dentro e ammirarne la magnificenza”. Anche se resta una magra consolazione.

L’IMPORTANZA DELLA DIGITALIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO

“Con l’incendio di Notre Dame dovremmo renderci conto che tanto più questi disastri possono accadere quanto più dovremmo digitalizzare le grandi opere d’arte in modo da rendere permanente il patrimonio artistico”.
Grazie alle tecniche sviluppate dall’industria dei videogiochi, diventa fondamentale “digitalizzare le principali opere d’arte patrimonio dell’umanità per permetterci di guardarle con una luce che si muove come quella solare, affinché tutti i giochi di luce, come quelli che si possono ammirare in Notre Dame per esempio, possano essere replicati sul serio”.

IL PROGETTO AIV ALL’ATTENZIONE DEL MINISTERO PER I BENI CULTURALI

Durante la tappa di Bari del Rousseau City Lab, Luca De Dominicis è intervenuto sul tema heritage e conservazione del patrimonio artistico, in un dibattito che ha visto protagonista tra gli altri il ministro per i Beni Culturali Alberto Bonisoli. Proprio ieri AIV (Accademia Italiana Videogiochi) ha inviato una lettera ufficiale al Ministro per presentare un progetto solido di digitalizzazione del patrimonio artistico italiano e renderlo così fruibile a tutti quanti.

“Purtroppo, l’incendio di Notre Dame è un evento che può accadere ancora, ma non dovrebbe trovarci impreparati” sottolinea De Dominicis. “Siccome la tecnologia c’è, digitalizzare è possibile, il videogame può salvare virtualmente l’opera d’arte. Senza dimenticare che l’innovazione tecnologica fa continui progressi rendendo l’esperienza della realtà virtuale ancora più immersiva e realistica. Catturare in 4k e 8k le opere d’arte più importanti ci permetterà di riprodurre delle esperienze di altissimo livello oltre il valore di heritage e conservazione”.

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