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Come Adobe, Ibm e Red Hat aiuteranno banche e istituti sanitari nel marketing

Ibm, Red Hat e Adobe collaboreranno per aiutare i settori regolamentati (come banche e istituti sanitari) con il marketing basato sui dati personali degli utenti

Campagne di marketing personalizzate possono rappresentare una sfida per i settori regolamentati come quello bancario e sanitario che devono assicurare una maggiore protezione dei dati dei clienti.

Ibm, Red Hat (di proprietà di Ibm) e Adobe hanno annunciato ieri una partnership per aiutare queste imprese altamente regolamentate a lanciare campagne di marketing personalizzate mantenendo i dati dei clienti sufficientemente protetti.

Ecco i dettagli.

LA PARTNERSHIP TRA ADOBE, IBM E RED HAT

La partnership renderà il software di marketing più facile da usare per le banche che devono affrontare severi controlli su come devono essere gestiti i dati dei clienti. Grazie agli accordi tra Adobe, Ibm e Red Hat, questo tipo aziende potranno comunque offrire esperienze personalizzate lungo il percorso del cliente, favorendo un coinvolgimento e una redditività migliorati.

LA GESTIONE DEI DATI SENSIBILI

Il marketing basato sui dati rappresenta infatti una sfida per settori altamente regolamentati (come banche o istituti sanitari) che in genere mantengono i dati dei clienti al di fuori del cloud pubblico.

Le banche gestiscono i dati sensibili dei clienti strettamente regolati dal governo degli Stati Uniti e le semplici funzioni su altri siti Web, come la presentazione di un modulo per la raccolta dei dati dei clienti, diventano più complesse.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

Il piano prevede che il software Adobe sia eseguito nel sistema cloud di Ibm che ha ricevuto l’approvazione normativa per l’uso da parte delle banche. In questo modo le banche potranno gestire digitalmente un maggior numero di funzioni.

Adobe consentirà dunque ad Adobe Experience Manager di funzionare su Red Hat OpenShift, la piattaforma container open source, in modo che le imprese possano eseguire campagne di marketing da qualsiasi ambiente di cloud ibrido. Ibm offrirà ai clienti la flessibilità di ospitare, accedere e sfruttare i dati nell’ambiente di loro scelta.

“Anche adesso, per le domande di mutuo, ad esempio, alcune sono in formato cartaceo, altre in linea”, ha dichiarato Anil Chakravarthy, direttore generale dell’esperienza digitale per Adobe, in un’intervista: “La possibilità di essere in grado di gestire tutti quei dati sensibili al 100% in digitale, questa è la possibilità che ciò si apra”.

IL CLOUD IBRIDO DI IBM

Per Ibm questa partnership aiuta gli sforzi per guidare le implementazioni del cloud ibrido. “Ibm sta alimentando la corsa delle applicazioni di livello enterprise verso la nuvola”, aveva dichiarato un anno fa Arvind Krishna, all’epoca senior vice president, cloud e cognitive software e ora ceo di Ibm: “Questo ci posizionerà ulteriormente nel ruolo di guida di un mercato, il cloud ibrido, che vale oltre mille miliardi di dollari. Con Red Hat, noi stiamo fornendo gli strumenti essenziali, basati su open standard, di cui le aziende hanno bisogno per realizzare il loro viaggio pluriennale verso il cloud”.

L’ACQUISIZIONE DI RED HAT

Nel 2018, con un accordo da 34 miliardi di dollari, Ibm ha acquisito infatti il fornitore di software open source Red Hat. Fu proprio l’attuale ceo Arvind Krishna la mente dietro l’accordo. Come ha ricordato Bloomberg, Krishna “ha proposto l’acquisizione a Rometty [ceo dell’epoca] e al consiglio, suggerendo che il cloud ibrido fosse la migliore scommessa dell’azienda per la crescita futura. Ha guidato lo sviluppo di molte delle più recenti tecnologie Ibm come l’intelligenza artificiale, il cloud e l’informatica quantistica”.

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