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ClubHouse

Clubhouse, quanto vale il social network dell’élite (si entra su invito)

Numeri, obiettivi, curiosità e progetti di Clubhouse

 

Non è la prima volta che un social network prova a farsi strada basandosi su regole contrarie al mercato, ovvero l’essere diffuso il meno possibile. Qualche anno fa esisteva persino un Facebook solo dei belli e dei ricchi, poi ovviamente non è andato lontano. Ci sta riprovando ora Column di Aron Ping D’Souza che, ispirandosi probabilmente ai club dei gentiluomini inglesi, vuole diventare la piazza di incontro virtuale degli uomini d’affari e, per essere sicuro che la platea sia selezionata, richiederà quote associative di almeno 100mila euro. Ma da qualche ora si fa un gran parlare di Clubhouse, fresco di valutazione da un miliardo di dollari.

COS’È CLUBHOUSE?

Se non ne avete mai sentito parlare nonostante il vostro attivismo social e vi siete rammaricati di non figurare tra i suoi iscritti, tranquilli: in Clubhouse si entra per cooptazione. Insomma, bisogna avere le referenze da parte di un utente che è già dentro. Come nei club di un certo livello, insomma. Nei giorni scorsi, soprattutto con riferimento ai guai di Donald Trump con i social network più popolari, si è parlato spesso di quella galassia di ritrovi online meno conosciuti, come per esempio Parler, accusati di essere frequentati da nazionalisti e suprematisti.

COME FUNZIONA CLUBHOUSE?

Non sappiamo se Clubhouse, attualmente disponibile solo su iPhone e solo in versione beta, soffra delle medesime falle sul controllo dei contenuti che vi vengono veicolati. Da un lato l’ingresso per cooptazione parrebbe selezionare l’utenza, ma dall’altro pone tra i membri del circolo e il resto del mondo, un muro di cinta invalicabile, anche per le stesse autorità. Se si prova a entrare in Clubhouse, tramite un link che risulta beffardo (https://www.joinclubhouse.com/), una manina ci respinge come un implacabile buttafuori sordo a ogni nostra richiesta: si entra solo se si è abbastanza importanti da risultare nella lista d’attesa.

UN MEGAFONO PER TUTTI

Non è possibile quindi sbirciare in Clubhouse. Si sa solo che punta esclusivamente su contenuti audio. Una sorta di podcast per pochi eletti, un megafono online: si sceglie la stanza tematica e si partecipa alla conversazione. Nel vero senso della parola. Due le menti della Silicon Valley dietro a questo social tanto elitario: Paul Davison, con esperienze in Pinterest e in Google e Rohan Seth.

I due manager si sono conosciuti in Google e là hanno deciso di abbandonare il colosso del Web per dar vita alla loro startup innovativa. Lo scorso maggio CNBC parlava già di quotazioni attorno ai 100 milioni di dollari, nonostante potesse contare solo su 1.500 iscritti, quindi la Andreessen Horowitz di Marc Andreessen e Ben Horowitz ha deciso di sganciare sull’unghia 12 milioni di dollari per lo sviluppo della piattaforma e ora sarebbe quotata 1 miliardo.

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