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Chip, perché la Cina ostacola l’affare (americano) tra Synopys e Ansys

Come ritorsione per le limitazione americane sui software per i microchip, la Cina ha deciso di posticipare l'approvazione della fusione tra due aziende americane, Synopsys e Ansys: l'esito di un affare da 35 miliardi è ora incerto. Tutti i dettagli.

L’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato della Cina, ovvero l’agenzia antitrust, ha posticipato l’approvazione dell’accordo di fusione tra due aziende statunitensi attive nel settore dei semiconduttori. L’operazione, dal valore di 35 miliardi di dollari, riguarda Synopsys, che realizza apparecchi per la progettazione di microchip, e Ansys, che sviluppa software di simulazione ingegneristica: la prima ha sede in California, la seconda in Pennsylvania.

COSA C’ENTRA LA CINA CON LA FUSIONE TRA SYNOPSYS E ANSYS?

Si tratta di società straniere, quindi, ma la Cina esamina comunque le operazioni che riguardano aziende che realizzano una quantità significativa di ricavi sul suo territorio, o che controllano quote rilevanti del mercato globale. In questo caso, tuttavia, il posticipo dell’approvazione è molto probabilmente una risposta alle ultime limitazioni al commercio di tecnologie per i microchip introdotte dall’amministrazione di Donald Trump (sulla scia della precedente di Joe Biden).

Secondo le fonti del Financial Times, la fusione tra Synopsys e Ansys ha già ottenuto l’approvazione delle autorità garanti del mercato negli Stati Uniti e in Europa; in Cina il processo di revisione era entrato nelle fasi finali e si pensava che sarebbe stato completato entro la fine di giugno. Così, però, non sarà.

LA RITORSIONE CINESE VERSO I CONTROLLI AMERICANI ALLE ESPORTAZIONI

Pechino ha deciso di ritardare l’approvazione della fusione Synopsys-Ansys, lasciandola nell’incertezza, come forma di ritorsione per il divieto, alle aziende americane, di vendere in Cina i loro software per la progettazione di chip: è stato introdotto dalla Casa Bianca a fine maggio, e si aggiunge a una lunga lista di controlli alle esportazioni che hanno lo scopo di frenare lo sviluppo tecnologico cinese, isolandolo e impedendogli di colmare il suo ritardo nella produzione di microchip avanzati.

LA CLAUSOLA DI SCADENZA INCOMBE

A fine maggio l’amministratore delegato di Synopsys, Sassine Ghazi, aveva detto di aspettarsi una chiusura dell’operazione “nella prima metà di quest’anno”, ma difficilmente sarà così. L’accordo con Ansys prevede una drop dead clause, o clausola di scadenza definitiva, al 15 gennaio 2026.

GLI AFFARI DI SYNOPSYS IN CINA (E NON SOLO)

Secondo il Financial Times, dopo un periodo di sospensione totale, Synopsys ha ricominciato a vendere apparecchi e proprietà intellettuali in Cina, nonostante le restrizioni in vigore sul commercio di software di simulazione ingegneristica.

Le tecnologie dell’azienda vengono utilizzate dai produttori di microchip – inclusi Nvidia, la società più importante del settore, e Intel – per le fasi di progettazione e collaudo dei loro processori. Negli ultimi anni sono diventate ancora più popolari per via dell’interesse delle cosiddette Big Tech per lo sviluppo di microchip propri, così da ridurre le spese per i sistemi di intelligenza artificiale e di cloud computing. Né Microsoft, Google, Meta o Amazon sono specializzate nella manifattura di chip.

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