skip to Main Content

Sperimentazioni Umane

Ci sono vaccini anti influenza per tutti? Report Gimbe

Vaccini anti influenza: fatti, numeri, problemi e scenari. Tutti i dettagli del report Gimbe con la situazione delle singole regioni

 

Tosse, raffreddore, febbre alta. I sintomi dell’influenza possono essere facilmente confusi con quelli da Covid-19. Ed è perciò che questo inverno il vaccino anti influenza è decisamente consigliato, dicono le istituzioni: non solo a categorie a rischio, ma all’intera popolazione. Peccato che le scorte non bastano.

Secondo un’analisi effettuata dalla fondazione Gimbe, infatti, in ben 7 regioni d’Italia e in 2 province autonome le scorte disponibili possono raggiungere coperture inferiori al 75% della popolazione target per età.

Tutti i dettagli.

LE DOSI ACQUISITE

Partiamo dalle dosi acquistate. Secondo i dati dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), le Regioni hanno acquistato oltre 17 milioni di dosi di vaccino. A detta della stessa Aifa, il numero dovrebbe ampiamente coprire il fabbisogno, visto che nella stagione precedente ne sono state distribuite 12,5 milioni con una copertura del 54,6% negli over 65.

LE DOSI PASSATE ALLE FARMACIE

Le regioni hanno ceduto alle farmacie l’1,5% delle dosi acquistate (circa 250.000), ma prevedono di ampliare le scorte nel corso della campagna, sottolinea la fondazione Gimbe. Federfarma ha annunciato che nelle farmacie arriveranno dall’estero oltre un milione di dosi.

GIMBE: RISCHIO MANCATA COPERTURA

La prossima stagione invernale, però, non è come le altre. E i numeri, forse, sono ancora esigui. “E’ molto difficile stimare l’incremento di domanda della popolazione generale, maggiormente sensibilizzata alla vaccinazione anche dei datori di lavoro, preoccupati che lo sviluppo di sintomi influenzali da parte dei loro dipendenti possa paralizzare le attività produttive”, ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.

L’ANALISI

Con l’obiettivo di valutare la copertura, regione per regione, la fondazione Gimbe ha condotto un’analisi indipendente, stimando la disponibilità di dosi per la popolazione generale

LA COPERTURA SECONDO I DATI GIMBE

I risultati? La disponibilità nazionale è di 17.866.550 dosi, ma non tutte le regioni offrono una copertura adeguata. Secondo i dati della fondazione Gimbe, infatti, 7 Regioni e 2 Province autonome, con le scorte disponibili, possono raggiungere coperture inferiori al 75% della popolazione target per età: Provincia autonoma di Trento (70,2%), Piemonte (67,9%), Lombardia (66,3%), Umbria (61,9%), Molise (57,1%), Valle d’Aosta (51,5%), Abruzzo (49%), Provincia autonoma di Bolzano (38,3%), Basilicata (29%).

Nelle altre 12 regioni, invece, ci sono sufficienti dosi per raggiungere la copertura del 75% della popolazione target per età, ma la disponibilità di dosi residue per la popolazione non a rischio è molto variabile: Puglia (1.084.634), Lazio (926.291), Sicilia (256.796), Toscana (225.661), Campania (217.252), Calabria (100.273), Sardegna (96.113), Veneto (49.712), Liguria (38.501), Emilia-Romagna (9.980), Friuli-Venezia Giulia (5.218), Marche (5.022).

Gimbe

PERCHE’ LE SCORTE NON BASTANO?

Perché le scorte sono esigue? “L’esigua disponibilità di vaccino antinfluenzale nelle farmacie è riconducibile ad almeno tre determinanti. Innanzitutto, Ministero della Salute e la maggior parte delle Regioni non hanno previsto con largo anticipo la necessità di aumentare le scorte per la popolazione non a rischio. In secondo luogo, l’aumentata domanda sui mercati internazionali, insieme al ritardo con cui sono stati indetti i bandi di gara, ha impedito ad alcune Regioni di aggiudicarsi il 100% delle dosi richieste. Infine, le farmacie non sono riuscite ad approvvigionarsi per mancata disponibilità del vaccino sul mercato”, ha spiegato il presidente Cartabellotta.

Non solo. “La nostra analisi – precisa Cartabellotta – quantifica le difficoltà di accesso per la popolazione generale al vaccino antinfluenzale. In molte Regioni, infatti, solo la decisione di escludere una o più categorie a rischio (es. bambini) dall’offerta attiva e gratuita o quella di accontentarsi di un target inferiore al 75%, permetterà di aumentare la disponibilità di dosi nelle farmacie. La Fondazione GIMBE auspica che i dilemmi etici posti da una programmazione inadeguata del fabbisogno vengano, almeno in parte, risolti da meccanismi di solidarietà tra Regioni, da approvvigionamenti diretti del Ministero tramite circuiti internazionali e, soprattutto, da un’adeguata organizzazione regionale con tempestiva chiamata attiva delle fasce a rischio, così da rilasciare in tempo utile alle farmacie le dosi non utilizzate”.

Back To Top