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Tutte le mire dell’Ipo di China Tower

La Cina si prepara a un’altra ipo da record quattro anni dopo lo sbarco di Alibaba in borsa, sempre nel mondo delle telecomunicazioni. China Tower, operatore cinese delle reti infrastrutturali wireless, punta a raccogliere 8,7 miliardi di dollari con un’offerta pubblica iniziale a Hong Kong.

I NUMERI DI CHINA TOWER

Sul mercato andrà il 25% del capitale del colosso statale creato nel 2015 da China Mobile Communcation, China United Network e China Telecom, la cui valutazione può arrivare a 34,7 miliardi di dollari. Includendo un’opzione per vendere un’ulteriore quota in caso di domanda sostenuta, l’operazione potrebbe raggiungere un valore di 10 miliardi.

CHE COSA FA CHINA TOWER

China Tower è il più grande operatore di infrastrutture per cellulari del mondo, con circa 1,9 milioni di siti nella Cina continentale e con una quota di mercato nel Paese del 97%. Ora punta a vendere 43,11 miliardi di nuove azioni a 1,26-1,58 dollari di Hong Kong ciascuna, che equivalgono a 0,1605-0,2013 dollari Usa.

CHI SOSTIENE CHINA TOWER

China Tower si è assicurata il supporto di 10 investitori con un investimento totale di 1,4 miliardi. Tra questi figurano Alibaba con 100 milioni, Hillhouse Capital con 400 milioni, China National Petroleum con altri 100 milioni e il produttore di auto Saic Motor.

I PROGETTI DI CHINA TOWER

Con gli introiti la società espanderà la sua rete e ripagherà il debito. L’Ipo sarà lanciata domani e il titolo sarà scambiabile dal prossimo 8 di agosto. Gli sponsor sono China International Capital e Goldman Sachs. L’ultima grande ipo che la Cina ricordi è proprio quella di Alibaba. Nel 2014 il gruppo fondato da Jack Ma scelse però Wall Street, raccogliendo 25 miliardi, per ragioni legate al divieto di voto plurimo, Di recente la borsa dell’ex colonia britannica ha però cambiato le sue regole per cercare di attrarre più ipo tecnologiche, assicurandosi intanto quella da 4,7 miliardi di dollari di Xiaomi.

GLI OBIETTIVI

Per China Tower si tratta di una sfida, dal momento che, per via della guerra commerciale tra Usa e Cina, l’indice Hang Seng è calato del 15% dal picco di gennaio. Il colosso delle torri ha detto agli investitori che punta a un payout pari ad almeno la metà dei suoi utili, che lo scorso anno a 285,5 milioni di dollari. Goldman Sachs, coinvolta nell’operazione, prevede che l’ebitda di China Tower crescerà dell’11% entro il 2022.

CHE COSA SUCCEDE IN CINA AI COLOSSI DI TLC

Intanto il Partito Comunista cinese sta apportando dei cambiamenti nella leadership dei giganti delle telecomunicazioni di Stato, in vista del lancio della nuova generazione di reti wireless. Il Central Organization Department ha nominato Li Guohua general manager di China Unicom. In più, il chief operating officer di China Telecom, Liu Aili, ha rassegnato le dimissioni per andare a dirigere il servizio postale nazionale.

A detta di Edison Lee, analista di Jefferies, la mossa potrebbe essere vista come un tentativo di velocizzare il lancio della tecnologia 5G che sarà centrale anche nel settore della guida autonoma e in quello della realtà virtuale, per reazione alla guerra commerciale in atto con gli Stati Uniti di Donald Trump.

Articolo pubblicato su Mf/Milano finanza

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