Nasce il Consorzio Italia Cloud che si candida per il Cloud Nazionale .
Dopo la prima mossa del tandem Almaviva-Aruba, il 5 agosto anche il neo costituito Consorzio Italia Cloud ha presentato al Ministero dell’Innovazione e della Transizione Digitale (MITD) una manifestazione di interesse per la realizzazione e la gestione del Polo Strategico Nazionale (Psn).
Questa infrastruttura dovrà ospitare il cloud della Pubblica amministrazione, progetto finanziato dal Pnrr con 900 milioni.
Consorzio Italia Cloud riunisce aziende italiane attive nel settore del Cloud Computing: Seeweb, Netalia, Sourcesense, Infordata, Babyloncloud, Eht.
Il Consorzio promuove un modello innovativo e aperto che accompagni la Pubblica Amministrazione nel percorso di digitalizzazione con un approccio multicloud, evitando il lock-in tecnologico degli hyperscaler globali, in un quadro di utilizzo sicuro e resiliente delle tecnologie nazionali e delle competenze provenienti dai settori dell’industria e della ricerca, come previsto nel Pnrr.
Finora le cordate pronte a candidarsi al progetto per lo sviluppo dell’infrastruttura cloud localizzata sul territorio nazionale erano due e autarchiche: il duo Aruba-Almaviva e il quartetto Cdp, Sogei, Tim, Leonardo.
Tutti i dettagli.
I MEMBRI DEL CONSORZIO ITALIA CLOUD
Come dicevamo, fanno parte del Consorzio italia Cloud: Seeweb, cloud computing provider; Sourcesense, pmi innovativa operante nel settore IT sui mercati italiano ed inglese e leader nelle soluzioni cloud-native basate su tecnologie “Open Source”; Infordata, attiva nel settore Ict; Babylon Cloud, startup focalizzata sulla tecnologia cloud storage; il Consorzio Stabile nel settore dei servizi Ict Eht e il cloud provider pubblico nazionale Netalia.
IL VERTICE
Il Consiglio di Amministrazione resterà in carica fino al 31 dicembre 2023.
LA PROPOSTA
Il Consorzio Italia Cloud propone un modello di gestione e sviluppo del PSN che valorizzi le competenze e le infrastrutture degli operatori italiani pubblici e privati già presenti e operativi sul territorio al fine di supportare un efficace processo di digitalizzazione nel settore pubblico, in linea con quanto previsto dal Pnrr, in grado di tutelare le libertà dei cittadini attraverso la gestione dei dati e degli aspetti di security e privacy, la sovranità digitale, l’interoperabilità, la trasparenza e l’uso efficiente delle risorse senza alcuna dipendenza tecnologica.
IL PSN PROSPETTATO DAL MITD
Come spiega il focus sul Polo Strategico Nazionale, pubblicato sul sito web del Mitd lo scorso 9 luglio: il nuovo Psn dovrà infatti occuparsi di “effettuare la migrazione dei dati e servizi delle amministrazioni senza alterazioni e abilitando servizi di cloud privato, cloud ibrido in modalità IaaS e PaaS, anche sfruttando tecnologie scalabili” ma anche “essere conforme alle disposizioni europee in materia di localizzazione e trattamento dei dati e garantire soluzioni idonee a risolvere i problemi giuridici posti dell’applicazione extraterritoriale della normativa di Paesi extra Unione europea”.
IN LINEA CON LE NORME TECNICHE
Inoltre, il Consorzio Italia Cloud accoglie gli obiettivi di alto livello che il Mitd ha posto in essere ed è pronto ad attuarli, attraverso la realizzazione delle norme tecniche di servizio che la nuova legge istitutiva assegna alla nascente Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn).
LE ALLEANZE FINORA COSTITUITE PER IL CLOUD PA
Il Polo sarà di fatto una nuova infrastruttura che sarà gestita da un operatore economico selezionato attraverso l’avvio di un partenariato pubblico-privato su iniziativa di un soggetto proponente (la Cassa depositi e prestiti, controllata dal ministero dell’Economia) e non dunque attraverso una gara, come molti addetti ai lavori pensavano visto che fino a poco tempo fa il governo non aveva indicato la strada di un partneriato pubblico-privato.
Se a maggio il tandem Tim-Google si preparava a concorrere con Leonardo-Microsoft e Fincantieri-Amazon per la gara annunciata dal ministro per la transizione digitale Vittorio Colao per la gestione del Polo Strategico nazionale, ora le aziende americane “devono restare un passo indietro ma non escluse” precisava Riccardo Luna la settimana scorsa su Repubblica.
La manifestazione d’interesse del neo costituito Consorzio Italia Cloud segue quella presentata lo scorso 15 luglio dal tandem Almaviva, gruppo attivo in soluzioni per il digitale, e Aruba, società di cloud provider e data center.
Nel frattempo è ancora in fieri il lavoro per una cordata che metterà insieme Tim, Leonardo e partner pubblici quali Cdp e Sogei.
Il cloud Pa deve essere gestito infatti solo da operatori italiani.