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Chi è George Hotz Twitter

Chi è George Hotz, l’hacker ingaggiato da Elon Musk per Twitter

A 17 anni ha fregato Steve Jobs, a 20 la Sony e a meno di 21 era già miliardario. Oggi George Hotz ha 33 anni, un passato da hacker, esperienze in Google e Facebook, e da poco è stato chiamato da Musk per uno stage presso Twitter, ma tra i due non sono sempre state rose e fiori…

 

Tra licenziamenti di massa e dimissioni a raffica, un contratto – ovviamente a tempo determinato – il nuovo proprietario di Twitter, Elon Musk, l’ha fatto. Il fortunato, o anche no, a seconda dei punti di vista, è George Hotz, un enfant prodige tra gli hacker.

CHI È GEORGE HOTZ

Hotz, trentatré anni, professione hacker. Il ragazzo è noto per aver sviluppato nel 2007 il primo jailbreak (una violazione del sistema operativo che permette di inserire opzioni non previste dalla casa madre) su un iPhone, quando Steve Jobs aveva appena presentato il suo primo smartphone. Hotz aveva 17 anni.

Tre anni più tardi ha attirato nuovamente l’attenzione effettuando il reverse engineering (processo che permette ai produttori di analizzare nel dettaglio la progettazione di una parte di prodotto, così da replicarla oppure modificarla per migliorarne alcuni aspetti funzionali) della PlayStation 3, che gli è costato una causa con Sony finita con un accordo extragiudiziale.

Prima di compiere 21 anni, scrive sul suo profilo LinkedIn, era già un miliardario che si è fatto da sé.

LE ESPERIENZE LAVORATIVE

Ma Hotz, il cui nome da hacker è Gehot, vanta anche esperienze per così dire ‘più ortodosse’. Ha trascorso poco più di un anno in Google prima come IT contractor poi come software engineer, otto mesi in Facebook ricoprendo lo stesso ruolo e quattro mesi in SpaceX prima di tornare a studiare presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh.

Nel 2015 ha lavorato per sette mesi nella californiana Vicarious dove, sempre secondo la sua descrizione LinkedIn, ha preso parte alla “costruzione della prossima generazione di algoritmi di intelligenza artificiale”.

Finita questa esperienza, ha fondato Comma.ai, una società che lavora nel settore della guida autonoma, di cui è stato Ceo e presidente. Tra le attività svolte: “ghostriding per le masse” e “insegnamento della guida alle macchine”.

IL PRIMO INCONTRO-SCONTRO CON MUSK

Ma le strade di Hotz e Musk si erano già incrociate prima di oggi. Come ricorda The Verge, nel 2015, Hotz ha discusso con Musk dopo che quest’ultimo gli aveva offerto un lavoro in Tesla. Hotz, dal canto suo, aveva affermato di poter realizzare una versione migliore del software di guida semi-autonoma Autopilot di Tesla. Musk, però, in uno dei suoi soliti deliri di onnipotenza ed ego smisurato, aveva risposto che era “estremamente improbabile”.

LA PARABOLA DI HOTZ

L’anno dopo, Gehot, con la sua Comma.ai, ha costruito veicolo a guida autonoma, il cui test di prova sulla I-280, un’autostrada della San Francisco Bay Area, gli è costato una lettera di diffida da parte del Dipartimento della Motorizzazione della California, che lo ha portato a concentrarsi sulla tecnologia di assistenza alla guida.

“Da allora, – scrive The Verge – è diventato un po’ un apostata dei veicoli autonomi, dichiarando che le startup di robotaxi come Waymo e Cruise sono una ‘truffa’”. Tuttavia, a oggi, Comma.ai vende un kit da 1.999 dollari, compatibile con oltre 200 veicoli, che promette di trasformare una normale auto in una vettura autonoma.

A fine ottobre, Hotz ha annunciato che si sarebbe dimesso da Comma.ai perché ha ammesso di “non sentirsi in grado” di continuare a dirigere l’azienda da lui fondata.

CHI NON MUORE SI RIVEDE

Adesso, a sette anni dallo scontro con Musk, Hotz si è fatto avanti dopo aver mostrato solidarietà al proprietario di Tesla sulla sua visione del lavoro.

Musk, infatti, aveva chiesto ai dipendenti di lavorare molto più duramente o di accomodarsi fuori. Hotz ha twittato che “questo è l’atteggiamento che costruisce cose incredibili” e che sarebbe stato disposto a fare uno ‘stage’ presso l’azienda.

La risposta di Musk è stata: “Certo, parliamone”.

https://twitter.com/realGeorgeHotz/status/1592945472519680001?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1592945472519680001%7Ctwgr%5Ebe254d5d63f701b2653eefdf45ec4f9f1b4a489a%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.punto-informatico.it%2Felon-musk-assume-george-hotz-12-settimane%2F

 

Hotz ha quindi accettato l’offerta. Avrà 12 settimane per migliorare lo strumento di ricerca e rimuovere la richiesta che impedisce di navigare nel servizio sul web senza effettuare il login.

Secondo quanto dichiarato da Hotz in un tweet, guadagnerà 2.000 dollari a settimana:

https://twitter.com/realGeorgeHotz/status/1595273940293029889

E c’è già chi scommette che il neoassunto sarà il prossimo a migrare – volontariamente o meno – dal social media. Un utente afferma, infatti, che “non è possibile che questo tizio arrivi e sistemi l’inutilizzabile ricerca di Twitter in un mese, mentre migliaia di persone non ci sono riuscite per anni. Sarei sconvolto”.

Ma Hotz promette di fare del suo meglio.

https://twitter.com/realGeorgeHotz/status/1594908473875173377

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