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Chi cavalcherà Avantea

Il fondo Archimed che si occupa di industrie del settore sanitario sarebbe interessato ai laboratori biotecnologici di Avantea. Fatti e numeri

 

Nel cuore della pianura padana, a un’ora di treno da Milano, dove la Lombardia inizia a lasciare il posto all’Emilia Romagna, si trova un laboratorio di biotecnologie tra i più avanzati al mondo. Lì sono nati il toro Galileo e la cavalla Prometea, cloni perfettamente identici alle controparti originali che, a dispetto della pecora inglese Dolly, non hanno però suscitato il medesimo scalpore. E questo nonostante il dottor Ian Wilmut, papà del primo animale riprodotto in vitro, sia di casa in quei laboratori, collaborando spesso con gli scienziati italiani. E infatti in pochi sanno cosa sia e cosa faccia Avantea nonostante grazie alle tecniche più moderne prometta pure di salvare dall’estinzione il rinoceronte bianco.

I FONDI CORTEGGIANO L’ECCELLENZA CREMONESE

Tra i pochi che hanno subodorato le potenzialità del laboratorio, attivo da ben tre decadi, i fondi di private equity: al lavoro, scrive oggi Il Sole 24 Ore, sarebbe come advisor finanziario la banca d’affari elvetica Ubs. “Dopo l’arrivo di alcune manifestazioni d’interesse nei mesi scorsi, a fine giugno sarebbero arrivate le offerte non vincolanti: in campo sono alcuni fondi di private equity”.

“Fra questi ultimi, – si legge sempre sulla testata economica – secondo i rumors, ci sarebbe anche il gruppo finanziario Archimed, una società di investimento focalizzata esclusivamente sulle industrie del settore sanitario con uffici in Europa e Nord America e attiva anche sul mercato italiano delle fusioni e acquisizioni. In settembre è prevista una selezione dei potenziali partner interessati e sono attese le offerte vincolanti.”

IL GIRO D’AFFARI DI AVANTEA E LE ROGNE POLITICHE

Quel che è certo è che delle potenzialità del gruppo Avantea, attivo nella riproduzione assistita soprattutto nel settore equino, ma che sotto Covid ha voluto comunque dare una mano nella ricerca di un siero (il laboratorio cremonese è fra i soci fondatori della francese Xenothera che aveva sviluppato l’ipotesi di trattare i malati di Coronavirus iniettando gli anticorpi prodotti dai maiali), non sembra essersi accorto il mondo della politica, né nazionale né locale.

Tant’è che il laboratorio cremonese di Cesare Galli e Giovanna Lazzari (soci alla pari), capace di generare con le sue provette – come emerge da una visura camerale – un valore della produzione di 10 milioni di euro nel 2002 (e un utile di 4,3 milioni di euro) da anni battaglia con le istituzioni perché gli venga data l’opportunità di espandersi rispetto ai laboratori di  via Porcellasco.

L’APPELLO A LOLLOBRIGIDA

Il fondatore e direttore della struttura è intenzionato ad acquistare i terreni e gli immobili ormai fatiscenti dell’ex Istituto sperimentale per la zootecnia che sorgono negli spazi circostanti il quartier generale di Avantea.

Il Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura, proprietario del complesso rurale, ha però rifiutato l’offerta di Galli e lo scienziato si è così appellato al ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida affinché spinga l’ente ad alienare un complesso ormai abbandonato.

L’INERZIA DELLA POLITICA POTREBBE FAR SCAPPARE AVANTEA?

Sono anni che Avantea lotta contro l’inerzia delle istituzioni. In piena pandemia Cesare Galli si sfogava così al Giorno di Milano: “Se ci fossero arrivate le autorizzazioni che attendiamo da due anni e avessimo potuto ingrandire il nostro laboratorio, ci saremmo tenuti i nostri maiali, anziché essere costretti a inviarli in Belgio. Avremmo proseguito qui la sperimentazione per un siero anti-Covid. Siamo come in un cerchio, senza fine e senza inizio. Una specie di giostra che non smette di girare. La burocrazia è peggio del Covid. Non tutta. Un po’ di burocrazia ci vuole, ma col buon senso”.

Già oggi, secondo il quotidiano di Confindustria, gran parte del fatturato viene generato all’estero e l’Italia conta per circa il 15 per cento del giro d’affari per cui il rischio è che a portare Avantea al di fuori dei nostri confini più che l’ormai prossima internazionalizzazione di questa arrembante realtà scientifica sia l’esasperazione perché la politica non smette di mettere i bastoni tra le ruote di chi tenta di fare impresa.

La sola radice che ancora Avantea al territorio è costituita dal fatto che i circa venti tecnici di laboratorio altamente specializzati che lavorano sui 400 cavalli sono di Cremona e dintorni. Con l’arrivo dei nuovi finanziatori la società resterà in Italia nonostante le difficoltà riscontrate fino a ora?

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