Il popolare social BeReal, nato con nobili intenti (ricordare che la vita non è così patinata come appare nelle stories di Instagram) e per questo finito subito sotto i riflettori dei media che hanno contribuito al suo popolamento, soprattutto tra gli internauti più giovani, sarebbe ora attenzionato dall’organizzazione non profit austriaca “noyb – European Center for Digital Rights” fondata da Max Schrems che lo accusa di far pressioni sui propri iscritti affinché cedano i loro dati alla piattaforma.
LE ACCUSE DI NOYB A BEREAL
“Oggi – fanno sapere dalla Ong noyb – è stato presentato un reclamo contro la piattaforma di social media BeReal a causa dell’ultimo “modello oscuro” per ottenere il consenso. Quando le persone aprono l’app – viene spiegato – si trovano di fronte a un pop-up che chiede loro di dire “sì” o “no” all’uso dei loro dati personali per scopi pubblicitari. Fin qui tutto bene, ma BeReal vuole imporre una scelta specifica: se gli utenti cliccano su “accetta”, non vedranno mai più il banner di consenso. Se invece osano cliccare su “rifiuta” – motivano da noyb -, il banner apparirà ogni giorno – fino alla fine dei vostri giorni, o fino a quando non cliccherete sul pulsante “giusto” e accetterete. Infastidire le persone per indurle ad acconsentire è l’ultima tendenza del “modello oscuro”.
COS’E’ BEREAL?
Come si anticipava, si tratta di un social anti Instagram. E al momento è pure il principale social sviluppato nel Vecchio continente, ideato nel pieno della pandemia dai francesi Alexis Barreyat e Kevin Perreau.
Nato mentre montavano le polemiche sulla possibile tossicità psicologica del social tradizionali che indurrebbero i giovanissimi a credere che quanto postato da influencer e starlette corrisponda alla loro vita reale (tossicità presunta che ha spinto Menlo Park a prevedere account ad hoc per gli iscritti sotto i 16 anni), BeReal vuole mettere online la vita reale di ciascun iscritto, senza filtri e, per fare questo, ogni giorno invia una notifica in un momento casuale e con un tempo limitato per adempiere che invita a scattare una foto con la fotocamera anteriore e posteriore del proprio smartphone.
QUANTI SONO GLI UTENTI DEL SOCIAL FRANCESE?
Foto genuine, insomma, senza avere avuto modo di trovare il fondale migliore, il vestito più trend e trucco e parrucco consoni per potersi esibire nella grande fiera delle vanità che sono i social. Solo adempiendo alle richieste estemporanee della piattaforma francese ed essere stati immortalati “rebus sic stantibus” gli utenti possono vedere cosa fanno i loro amici.
Potrà anche sembrare una trovata puerile, ma intanto a oggi ha attirato più di 23 milioni di utenti giornalieri a livello globale. In realtà però ci sono dubbi sulla freschezza di tali dati: l’attuale editore parla persino di 40 milioni, ma dopo un primo momento di entusiasmo BeReal sembra conservare uno zoccolo duro in Francia e una presenza discreta in Asia, col New York Times che in merito aveva pubblicato un report in cui dichiarava che a marzo 2023 i dati più veritieri si assestassero attorno ai 6 milioni di utenti quotidiani.
L’ARRIVO DI VOODOO
Quel che è certo è che il social d’Oltralpe benché in affanno ha comunque attratto un compratore: la connazionale Voodoo guidata da Alexandre Yazdi e nota per i suoi videogame intrisi di pubblicità, che ha sborsato mezzo miliardo nel primo semestre di quest’anno per assicurarsi BeReal. Non una cifra stellare, specie se si pensa al possibile valore di mercato di Instagram o di TikTok, ma in grado comunque di scuotere l’asfittico mondo delle startup europee.
E dato che Voodoo realizza prodotti indirizzati ai più giovani che sono pure madidi di spot, le recenti accuse della Ong austriaca sembrano concretizzare il rischio paventato da diversi osservatori secondo cui l’acquisizione avrebbe comportato una svolta nell’approccio della piattaforma ai propri iscritti.
IL SOCIAL FRANCESE NON ACCETTA I RIFIUTI?
Per la Ong austriaca il modus operandi della piattaforma “è un ottimo esempio di un cosiddetto dark pattern progettato per manipolare la decisione degli utenti e infastidirli per ottenere il consenso. Nel complesso, BeReal sembra non essere in grado di accettare un “rifiuto” quando si tratta del diritto alla privacy degli europei”.
Secondo Lisa Steinfeld, avvocato specializzato in protezione dei dati che anima il team legale di noyb: “Le tattiche di nudging di BeReal sono particolarmente assurde. Quando si trovano di fronte al banner di consenso, gli utenti hanno l’impressione che l’applicazione rispetti la loro scelta, per poi scoprire che BeReal non accetta un no come risposta. È evidente che BeReal sta cercando di fare pressione sugli utenti per indurli ad acconsentire al tracciamento”.
PRECEDENTI EUROPEI
Il Comitato europeo per la protezione dei dati – ricordano da nyob – ha già affrontato modelli oscuri simili a quelli utilizzati da BeReal nelle linee guida del 2022. Quando viene richiesto ripetutamente il consenso, “è probabile che gli utenti finiscano per cedere, stanchi di dover rifiutare la richiesta ogni volta che utilizzano la piattaforma” scrive l’autorità. In altre parole: Il consenso non è dato liberamente e quindi non è valido.
LA DENUNCIA IN FRANCIA
Per l’avvocato Steinfeld: “Il Gdpr dice chiaramente che il consenso è valido solo se è dato liberamente. Purtroppo, BeReal non sembra preoccuparsene e preferisce fare pressione sulle persone affinché diano il loro consenso anche se non vogliono essere tracciate”. Per questo, noyb ha presentato una denuncia all’autorità francese per la protezione dei dati chiedendo di ordinare a BeReal di rendere conforme il suo trattamento e di cancellare i dati personali del ricorrente. Infine, noyb suggerisce al Cnil di imporre una multa amministrativa per prevenire violazioni simili in futuro.