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Banda Ultralarga

Banda Ultralarga: a sorpresa, potrebbe arrivare la collaborazione Telecom – Open Fiber

Franco Bassanini, presidente di Open Fiber, apre ad una possibile fusione con la newco di Telecom che si dovrebbe occupare di portare la banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato   Obiettivo: cablare l’Italia. A condividerlo, su fronti opposti, in una guerra a colpi di promesse, bandi e ricorsi, sono Open Fiber, l’azienda di…

Franco Bassanini, presidente di Open Fiber, apre ad una possibile fusione con la newco di Telecom che si dovrebbe occupare di portare la banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato

 

Obiettivo: cablare l’Italia. A condividerlo, su fronti opposti, in una guerra a colpi di promesse, bandi e ricorsi, sono Open Fiber, l’azienda di Enel e di Cassa Depositi e Prestiti, e Telecom Italia, che provando ad accelerare sulla realizzazione delle infrastrutture ha deciso di dare vita ad una newco dedicata allo sviluppo della banda ultralarga.

Gli scenari potrebbero presto cambiare, almeno nelle aree a fallimento di mercato, le cosiddette zone C e D. In queste aree Open Fiber apre ad una collaborazione con la concorrente Tim, meglio con la nuova società a cui Telecom dovrebbe dar vita.  Approfondiamo insieme, partendo dall’inzio.

La guerra Telecom Open Fiber sui bandi Infratel

Il primo bando Infratel, quello che riguarda 5 lotti corrispondenti a Abruzzo, Molise, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, ha già ottenuto una sua assegnazione. Sarà Open Fiber a portare la banda ultralarga in quelle zone. La società di Enel, infatti, si è classificata prima in tutti e cinque i lotti del primo bando di gara da 1,4 miliardi per la realizzazione della rete in fibra ottica nelle zone a fallimento di mercato.

banda ultralargaOpenFiber ha ottenuto un punteggio altissimo in tutte le gare, distanziando di tanto, sia sul fronte dell’offerta economica sia di quella tecnica, i concorrenti, Telecom fra tutti. Proprio per questo la società guidata da Flavio Cattaneo ha fatto ricorso al Tar del Lazio, che però ha respinto le accuse di Tim.

Il gruppo Telecom era ricorso alla giustizia con l’accusa che le regole per i bandi Infratel favorivano Open Fiber, ma il Tribunale ha respinto e dichiarato “inammissibile” il ricorso, condannando Tim al pagamento delle spese processuali.

Storia diversa, invece, quella secondo Bando Infratel. Non c’è stata ancora alcuna aggiudicazione della gara, per portare la fibra in Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e provincia di Trento, Open Fiber dovrebbe avere campo libero, dal momento che dopo aver superato le selezioni inziali, Tim e Fastweb hanno rinunciato a partecipare alla gara.

Tim progetti individuali e (privati) sulla fibra, con una newco

Il ritiro di Telecom non significa che la società si ritira completamente dai giochi. Anzi. Il gruppo guidato da Cattaneo avrebbe anche pensato alla nascita di una Newco per accelerare sulla fibra nelle aree a fallimento di mercato.

banda-largaIl Consiglio di Amministrazione di TIM, infatti, ha approvato l’idea all’Amministratore Delegato Flavio Cattaneo per la creazione di una società dedicata esclusivamente allo sviluppo selettivo di nuove infrastrutture in fibra in aree inserite nella classificazione dei cluster C e D, in base alle norme UE.

La nascita della nuova società è in linea con il Piano Industriale 2017-2019 e non determina per l’azienda un incremento del livello di investimenti già programmati. La società dovrebbe essere una partecipata di Telecom, ma maggioranza sarà detenuta da un socio finanziario, che sarà scelto nei prossimi mesi.

Tramite la nuova società, Tim potrà raggiungere i propri obiettivi di copertura del Paese con Banda Ultralarga con quasi 2 anni di anticipo rispetto alla tempistica prevista dal piano triennale. Grazie a questa accelerazione nei Cluster C e D, l’obiettivo di copertura del 95% della popolazione italiana con connessioni UBB sarà già raggiunto alla fine del primo semestre del 2018 mentre nel 2019, termine dell’attuale piano, la copertura salirà al 99% anche con il contributo di tecnologie wireless. Per realizzare questa infrastruttura la nuova società utilizzerà le migliori tecnologie disponibili sul mercato con architetture FTTC fino a 300 megabit/s. I comuni interessati dal progetto sono oltre 6 mila e saranno collegate oltre 7 milioni di abitazioni. La società offrirà a tutti gli operatori servizi di connessione wholesale, garantendo parità di trattamento.

Banda ultralarga: Nuovi progetti, nuovi problemi (per Open Fiber)

I progetti privati di Telecom, però, rappresentano un “piccolo” problema per i bandi Infratel. Tim lo sa bene ed è per questo che avrebbe inviato un esposto all’Ue, la cui divisione aiuti di Stato dell’antitrust ha deciso di aprire un caso sul piano per la banda ultralarga del governo italiano nelle aree a cosiddetto fallimento di mercato.

banda ultralargaSpecifichiamo subito che non si tratta di un’indagine formale, ma la Commissione Europea intende esaminare la corretta applicazione delle norme sugli aiuti di Stato. Tim, infatti, contesta il mancato rispetto della norma che prevede il sussidio pubblico nelle aree in cui non sia presente alcun operatore di mercato e altri profili di incompatibilità nei criteri di aggiudicazione della gara.

L’intervento di Telecom nelle aree a fallimento di mercato, in pratica, farebbe saltare il requisito fondamentale per dare i contributi di Stato: nelle aree in questione è previsto l’intervento di privati.

È bene precisare che Infratel, la società pubblica che ha dato in appalto la realizzazione e la gestione per i prossimi 20 anni della rete pubblica in fibra ottica nelle aree a fallimento di mercato, lo scorso anno aveva già ottenuto il via libera dell’Unione europea a procedere, dopo una lunga istruttoria.Il governo si era infatti assicurato che nelle aree in questione non fosse previsto l’intervento di privati. Ma dopo essersi ritirata dal secondo Bando Infratel Telecom ha affermato che intende investire in modo autonomo nelle aree in questione.

Una fusione tra newco Telecom e OpenFiber?

Una soluzione alla disputa Pubblico e/o privato, però, potrebbe arrivare dalla fusione tra la newco di Telecom e Open Fiber. In questo modo, anche nelle aree a fallimento di mercato due o più operatori nel campo della banda ultralarga possono ottenere un adeguato ritorno degli investimenti.

La strana idea della fusione è venuta a Franco Bassanini, presidente di Open Fiber (OF), che intervenendo in occasione del Digital Regulation Forum di Londra ha ipotizzato la cessione della rete di Telecom, con conseguente fusione tra la newco e la stessa Open Fiber. In questo modo le aziende eviterebbero la duplicazione di rete nelle zone dove non c’e’ mercato.

Franco Bassanini

“La domanda cruciale e’: abbiamo in Italia – ha proseguito – lo spazio di mercato per una competizione infrastrutturale in cui due o piu’ operatori siano in grado di ottenere un adeguato ritorno di investimento? La duplicazione delle reti in fibra implica chiaramente incertezze e rischi significativi. Questo spiega perchè l’overbuild e’ molto limitato in Europa oggi”, avrebbe affermato Bassanini.

Come spiegato dal Presidente di Open Fiber, in base a quanto affermato precedentemente dagli analisti, la competizione sulla rete in fibra ottica sarebbe “ profittevole solo in 10 delle 12 aree metropolitane”, ovvero nelle aree densamente popolate. In tutte le altre zone, invece, l’“overbuild”, ossia la realizzazione di più reti in competizione tra loro, non sarà un modello di business sostenibile. E allora non resterebbe che “prevedere per la restante parte d’Italia, una partizione del territorio concordata tra i due maggiori competitor o una cessione della rete fissa di Telecom Italia, seguita da un accordo tra Open Fiber e la newco di Telecom Italia, per unire entrambe le società di rete”.

“Quest’ultimo scenario – ha aggiunto Bassanini – potrebbe aumentare il dispiegamento di fibra al di fuori delle aree urbane ed evitare il divario digitale”.

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