In ballo ci sono 270 miliardi di euro. E il futuro delle mobilità connessa (e delle case auto). Il 4 luglio, una riunione informale dei ministri che si occupano di competitività e sviluppo economico deciderà sulla tecnologia che potrà essere utilizzata per connettere le vetture: da una parte ci sarebbe una tecnologia obsoleta, dall’altra il 5G.
Bruxelles, secondo quanto ha scritto ieri Il Fatto Quotidiano, è propensa a scegliere la prima tecnologia, violando, come sottolineano molti osservatori e addetti ai lavori, il principio della “neutralità”. Andiamo per gradi.
LE DUE TECNOLOGIE
Sulle auto connesse, la Commissione sta valutando il vincolo dell’utilizzo di alcune frequenze a specifiche tecnologie assimilabili al Wi-Fi, cosiddette ITS-G5.
Si tratta di tecnologie non compatibili con l’ecosistema della mobilità integrata e non compatibili con il 5G (che è gestito su frequenze licenziate secondo standard uniformi a livello europeo).
Scegliendo le ITS-G5, tutte le case auto saranno costrette a rendere i propri sistemi compatibili con questa tecnologia.
NUOVE RETI?
La questione non riguarda solo le case auto, ma è ben più grande di quello che si possa immaginare. Esempio: il Governo italiano ha da poco assegnato, tramite gara, le frequenze 5G. Sono stati fatti importanti investimenti dalle società di telecomunicazione e altri sono stati programmati.
Se la decisione dell’Ue dovesse confermarsi sulle tecnologie assimilabili al Wi-Fi, l’Italia dovrà lavorare su nuove e diverse frequenze.
DOMANI LA DECISIONE
Della questione si è già occupato anche l’Europarlamento (a discussione dura da più di un anno). La commissione Trasporti ha votato contro il lock-in tecnologico, ma in seduta l’istituzione europea ha votato a favore (340 contro 270) della tecnologia wi-fi.
La decisione su quale tecnologia sarà prescelta sarà presa domani, 4 luglio, a Helsinki, durante il meeting informale dei ministri europei della “competitività”.
UNA PARTITA CHE VALE CENTINAIA DI MILIARDI
La questione non è certo semplice e la partita vale centinaia di miliardi di euro. A calcolare quanto può valere il mercato dell’auto connessa è un report dell’Osservatorio Autopromotec: in ballo ci sono 270 miliardi, al 2025.
Come scrive Il fatto Quotidiano, sono già stati programmati investimenti per decine di miliardi di euro in pochi anni, per dar vita ad applicazioni che riguardano la sicurezza, la gestione della guida, la connessione con le infrastrutture stradali.
UN FAVORE A VOLKSWAGEN E RENAULT
Scegliere la tecnologia Wi-fi, obsoleta e non compatibile con il 5G, significherà fare un favore a Volkswagen e Renault, che già la utilizzano. E Volkswagen sta fortemente spingendo per una decisione in tal senso.
FORD, DAIMLER, PSA E TLC PUNTANO SU 5G
Non ci stanno, però, Ford, Daimler, Psa, Bmw e l’intera industria europea delle tlc, che puntano sul 5G, e su una tecnologia all’avanguardia.
Proprio Bmw assieme a Deutsche Telekom avrebbero chiesto al governo tedesco di bloccare tutto questo.
E L’ITALIA?
L’Italia non si è ancora espressa ufficialmente sulla questione. Tim, Open Fiber, Vodafone e Wind-tre, tramite l’appello dell’associazione Asstel hanno lanciato l’allarme.
Il vincolo sulle frequenze farebbe “perdere la prima grande occasione per mettere a frutto la tecnologia 5G che è preferibile perché gestita su frequenze licenziate secondo standard uniformi a livello europeo”, dice l’associazione. La tecnologia ITS-G5, infatti, non è compatibile con la tecnologia 5G.
Scegliere il Wi-fi significherebbe una “duplicazione di infrastrutture, maggiori costi e rischi di discontinuità di servizio perché non uniforme sul territorio nazionale”, spiega l’associazione, sottolineando che “l’adozione privilegiata dell’ITS-G5 nell’Unione costituirebbe un pericoloso precedente di frammentazione della realizzazione delle reti di telecomunicazione, che sono le piattaforme abilitanti del futuro”.
MAURIZIO DECINA: L’UE CAMBI IDEA
“L’atto deve essere rigettato e successivamente ripensato per garantire l’adozione della tecnologia migliore e più avanzata”, ha affermato in un’intervista al Sole 24 ore Maurizio Dècina, professore emerito al Politecnico di Milano e Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, AGCOM, dal 2012 al 2013.
“Per le comunicazioni veicolari è in avanzato sviluppo l’impiego dei sistemi cellulari, sia di quarta generazione di tipo 4G-LTE, sia di quinta generazione 5G-NR. Questi sistemi sono a parere della maggioranza degli esperti del mondo superiori come prestazioni ed efficienza dei costi rispetto alla tecnologia WiFi che è tipicamente operata nelle aree locali, sulle brevi distanze, e manca di una infrastrutturazione a livello territoriale e nazionale”, ha spiegato il professore.
CONSIGLIO EUROPEO CERCANSI
Solo il Consiglio europeo potrà fermare Bruxelles dall’adozione della tecnologia Wi-fi per le auto connesse. A maggioranza qualificata potrà imporre il suo veto. Ad oggi, però, mancano i numeri: Belgio, Austria, Polonia optano per le tecnologie Wi-fi, mentre a chiedere si scegliere il 5G ci sono solo 9 Paesi, tra cui Francia e Spagna. L’Italia ancora non ha una sua posizione.