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Contratti Rider

AssoDelivery, cosa farà l’associazione fondata da Deliveroo, Glovo, Just Eat, Uber Eats e Social Food

Tutto pronto per la nascita della prima associazione di categoria delle imprese del food delivery. Fatti, nomi e indiscrezioni Tutto pronto per la nascita della prima associazione di categoria delle imprese del food delivery? Le avvisaglie ci sono tutte: la disponibilità di aziende che coprono circa l’80 per cento del mercato, l’ambizione del governo di…

Tutto pronto per la nascita della prima associazione di categoria delle imprese del food delivery?

Le avvisaglie ci sono tutte: la disponibilità di aziende che coprono circa l’80 per cento del mercato, l’ambizione del governo di poter avere interlocutori stabili e organizzati (e con l’80 per cento l’associazione può firmare un contratto di categoria).

Il primo passo è stato un incontro a Milano lo scorso 13 luglio tra i principali attori del settore (Deliveroo, Glovo, Just Eat, Uber Eats e l’italiana Social Food).

Obiettivo? Rappresentare in maniera unitaria le esigenze del comparto. Non solo: puntare a un’intesa con governo e sindacati sulle nuove regole in fieri.

La prima tappa dell’azione unitaria è prevista per il 26 luglio con la partecipazione al tavolo del ministero del Lavoro.

Secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine, l’associazione si chiamerà AssoDelivery.

Al momento dell’associazione non farebbe parte Foodora, anche se non si esclude che possa aderire successivamente. Foodora, infatti, lavora con co.co.co. e punta su questa forma contrattuale ai tavoli del Lavoro. Mentre le altre aziende utilizzano anche forme di lavoro autonomo come partita Iva e ritenute d’acconto.

L’agenda dei lavori della nascente AssoDelivery risponde, di fatto, alle sollecitazioni del ministro del Lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio: tutele ulteriori da riconoscere ai rider indipendentemente dal rapporto di collaborazione, compenso, assicurazioni, dotazioni di sicurezza e processi nell’ambito delle diverse forme contrattuali del lavoro autonomo.

Non a caso ieri un tweet di Di Maio ha elogiato la nascita della neonata associazione (che non è però nata ancora a tutti gli effetti): “Oggi e’ nata la prima associazione di categoria delle imprese del food delivery. E’ un passo in avanti importante che sara’ utile per i tavoli di lavoro con i rider che continueranno nei prossimi giorni”, ha cinguettato il vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle.

Fra le aziende che opera nel comparto del cibo a domicilio ora la domanda è: proseguire come associazione autonoma dalle confederazioni oppure federarsi? E con chi?

La Confcommercio da tempo sta seducendo le aziende del food delivery per rappresentarle, magari attraverso la federazione Fipe (pubblici esercizi) che riunisce anche i ristoranti. Il presidente di Fipe, Lino Stoppani, tra l’altro vicepresidente di Confcommercio, ha fatto di recente un intervento molto apprezzato dai gruppi del food delivery con il ministro.

Ma nulla è ancora deciso sull’adesione a Confcommercio. Anzi fra alcune aziende del settore si sta cercando di comprendere il reale interesse di Confindustria per il comparto.

L’associazione confindustriale che sarebbe più coinvolta nelle ipotesi di lavoro sarebbe Anitec-Assinform, che riunisce e rappresenta le principali aziende di Information Technology ed è presieduta da Marco Gay.

Ma in viale dell’Astronomia c’è poco attivismo. Ha fatto scalpore infatti che un colosso come Amazon di recente abbia aderito a Federlogistica, la branca di Conftrasporto (Confcommercio) dedicata alle aziende di logistica e spedizione, e non a Federtrasporti di Confindustria.

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