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Apple prende a bordo il colosso cinese dell’auto Byd

Con l'asiatica Byd l'americana Apple avrebbe sviluppato le batterie per l'auto elettrica Project Titan, abbandonata nei garage di Cupertino. Il fallimento di quel prototipo non ha però interrotto quella curiosa collaborazione che ora si concentra sulla domotica. Ma la realizzazione dei dispositivi avverrà in Vietnam per evitare le turbolenze trumpiane

Costretta a vergare un piano industriale sotto dettatura di Donald Trump, a promettere fiumi di denaro alle proprie attività statunitensi e a rivedere la propria filiera asiatica, dato che Pechino e Washington continueranno a farsi dispetti ancora a lungo, Cupertino è inoltre accusata da diversi osservatori di non essere più capace di indirizzare il mercato, limitandosi a inseguire le rivali. Per uscire dall’angolo, pare che Apple voglia sfidare direttamente la linea di prodotti Amazon per la domotica, comparto che pure Google intende presidiare sempre più da vicino. E pur di vincere la competizione tutta statunitense l’azienda guidata da Tim Cook per Bloomberg sarebbe pronta a siglare una partnership con Byd, colosso cinese dell’automobile.

APPLE E BYD, NON È LA PRIMA VOLTA

In realtà questa non sarebbe la prima collaborazione tra le due aziende. Esattamente un anno fa, nell’autunno del 2024, sempre Bloomberg svelò che Apple avesse lavorato per diversi anni, segretamente, con Byd al progetto della sua auto elettrica, Project Titan, mai uscita dai garage di Cupertino. L’azienda statunitense e quella cinese sarebbero state al lavoro fin dal 2017 su di un sistema di batterie con celle LFP (litio-ferro-fosfato) che alimentasse l’Apple Car.

Il destino dell’auto elettrica di Cupertino è noto a tutti: dopo anni di rinvii e presunte modifiche è stato cancellato dato che nell’ultimo periodo la corsa per la mobilità elettrica si è fatta assai meno elettrizzante, ma a quanto pare Apple e Byd non avrebbero cestinato la partnership, preferendo spostarla su altri ambiti industriali. Infatti ancora Bloomberg riporta che le due aziende collaboreranno assieme sulla ventura linea per la domotica contrassegnata dal logo con la Mela morsicata.

LA NUOVA LINEA DI APPLE PER SFIDARE GOOGLE E AMAZON

Nel dettaglio, si tratterebbe di una videocamera di sicurezza per interni, un display touch – una sorta di iPad quadrato, si rumoreggia ormai da tempo – che fungerebbe da plancia dei comandi per tutti gli elettrodomestici collegati per arrivare anche a un altro dispositivo già vociferato, il più complesso e avveniristico in pipeline: quel robot da tavolo dotato di motori e sensori di movimento, forse animato da una sorta di braccio meccanico.

Come si diceva, risulta evidente la volontà di sfidare Amazon e Google sul terreno di gioco nel quale, a quanto pare, le multinazionali hi-tech statunitensi nei prossimi anni concentreranno gli investimenti: casa nostra. Byd, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa, si occuperà delle fasi di assemblaggio finale, test e confezionamento dei prodotti per la domotica di Apple.

I PIANI DI BYD E APPLE PORTANO IN VIETNAM?

Sempre voci di corridoio sostengono che la collaborazione tra Apple e Byd riguarderà la produzione di iPad tradizionali che subirà un rallentamento in Cina, a causa delle troppe turbolenze tra Washington e Pechino, per accelerare in Vietnam, dove Cupertino già realizza diversi device: AirPods, Apple Watch, Mac e dove aveva anche sfornato i vecchi HomePod. Com’è noto, gran parte della produzione degli iPhone destinati al mercato statunitense, invece, è stata in già spostata dalla Cina all’India, mentre alcuni modelli di Mac vengono realizzati in Malesia e Thailandia.

Decisioni che Pechino ha provato a ostacolare in ogni modo. Non è chiaro se la volontà di Byd di sostenere Apple in un progetto che porta al di fuori dei confini nazionali la produzione provocherà le ire del governo cinese o se alla fine abbia invece prevalso il tradizionale pragmatismo asiatico avendo capito che le mutate condizioni non avrebbero comunque permesso alla Mela morsicata di restare ancora a lungo in Cina, preferendo fosse comunque un’azienda cinese a partecipare alla partnership. Quel che è certo è che attualmente ogni attività industriale iniziata al di fuori degli Stati Uniti è soggetta ai capricci del volubile inquilino della Casa Bianca.

SI PROVA A USCIRE INCOLUMI DALLA GUERRA DEI DAZI

Trump all’inizio di aprile aveva imposto un dazio del 46% al Vietnam poi ridotto al 10% per consentire i negoziati che nel mese di luglio hanno spostato la quota definitiva al 20 per cento, con un’imposta del 40% su qualsiasi merce che si consideri transitata attraverso il Paese, in cambio di zero balzelli doganali da parte di Hanoi sui prodotti americani. Lo scorso anno, il Vietnam è stato il sesto maggiore fornitore di importazioni statunitensi, con merci per un valore di quasi 137 miliardi di dollari, secondo i dati del dipartimento del commercio. Il suo surplus commerciale con gli Stati Uniti è stato il terzo più grande a livello globale per paese, dietro solo a Cina e Messico.

L’imprevedibilità trumpiana è insomma ormai nota a tutti, ma Apple e Byd sembrano scommettere che gli strali commerciali della Casa Bianca nel prossimo futuro si concentreranno soprattutto sulla Cina, la vera rivale degli Stati Uniti, e non sugli altri Paesi dell’area asiatica. Questo, insomma, dovrebbe mettere relativamente in sicurezza i loro piani. Almeno fino al nuovo ordine esecutivo firmato con l’ormai proverbiale pennarellone presidenziale.

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