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Apple

Apple ha perso la sua occasione

Apple abbonderà la logica del dispositivo? Forse sì, forse no. Quel che è certo è che la Conferenza degli sviluppatori è stata un’occasione persa Apple, più di qualsiasi altra azienda tecnologica, si è imposta sul mercato grazie ai suoi dispositivi (iPhone su tutti): costosi, perfettamente progettati, piccoli preziosi composti di alluminio e vetro. Durata media:…

Apple abbonderà la logica del dispositivo? Forse sì, forse no. Quel che è certo è che la Conferenza degli sviluppatori è stata un’occasione persa

Apple, più di qualsiasi altra azienda tecnologica, si è imposta sul mercato grazie ai suoi dispositivi (iPhone su tutti): costosi, perfettamente progettati, piccoli preziosi composti di alluminio e vetro. Durata media: 2 anni, poi devono essere sostituiti. Una strategia che ha ben funzionato negli anni scorsi. Ma le tante imitazioni, i nuovi dispositivi a basso costo e un mercato ormai saturo hanno fatto calare vendite e profitti della casa di Cupertino.

Il modo di fare di Apple, oggi, è antiquato. Tante sono le aziende tecnologiche che provano ad espandere i propri confini, abbandonando la logica del dispositivo. Pensate per esempio, a Microsoft che ha acquistato Linkedin, ad Amazon che ha dato vita ad Alexa, assistente ambiente di Amazon, che vive su internet ed è pronto ad aiutare l’utente.

E allora la domanda sorge spontanea? Apple riuscirà ad abbandonare la logica del dispositivo e ad ampliare il proprio business? Sì, ma molto lentamente. Almeno questo è quanto emerso dalla conferenza annuale degli sviluppatori che si è tenuta nelle scorse ore. È difficile per la Mela Morsicata liberarsi della strategia limitativa che si basa su un singolo dispositivo, ma non impossibile. Da un garage al tetto del mondo: la casa di Cupertino ci ha già riservato delle sorprese. E potrebbe farlo ancora.

Davanti a 6.000 sviluppatori, tra cui tanti italiani, Timothy D. Cook, amministratore delegato di Apple, e il suo team hanno provato a raccontare quale sarà la nuova Apple, hanno provato a parlare dell’importanza dei servizi basati su cloud e dell’intelligenza artificiale. Ma, come riporta The New York Times, tutto questo sembra solo qualcosa che migliori l’esperienza dei dispositivi Apple e non qualcosa che li trascenda.

Un esempio concreto? Siri. Poteva essere Siri, infatti, l’occasione da sfruttare per creare il tipo di esperienza trascendente di cui parliamo. Apple, però, non sembra aver colto la sua occasione. Tim Cook ha mostrato nuove funzioni di Siri (nuovi modi per integrarsi con le applicazioni iPhone e nuove operazioni che è possibile effettuare su Apple TV), ma nessuna caratteristica fa di Siri qualcosa di nuovo rispetto a quello che era precedentemente.

Si potrà utilizzare Siri per prenotare una corsa con Uber o per rispondere aa un messaggio, ma non è chiaro se Siri sta diventando un assistente veramente intelligente.  Il nuovo Siri non si integrerà con tutti i tipi di applicazioni. Sarà in grado di controllare applicazioni di messaggistica, ride-sharing app, applicazioni di pagamento e applicazioni di fitness.  Ma Siri non vi permetterà di controllare le applicazioni musicali, per esempio.

Non parliamo poi del fatto che Siri è ancora irrimediabilmente legato a ciascun dispositivo di Apple. Per spiegarci, Siri del vostro iPhone in realtà non sa nulla in merito a Siri sul vostro Mac o Apple TV.

La logica ‘dispositivo-centrica’ poi, si nota dal fatto che Siri non è in grado di rispondere a domande come “ Puoi vedere se c’è una camera presso il mio hotel preferito di Seattle per il mio anniversario di matrimonio e si può prenotare se costa meno di 200 euro a notte?” Per gestire queste domande, un assistente avrebbe bisogno di tirare le informazioni da più servizi on-line, Siri non è in grado. L’assistente vocale di Google, così come Echo di Amazon sembrano in grado di gestire una situazione come questa.

Non si tratta di carenze irreparabili, ovvio, ma quel che è certo è che Apple deve accelerare se intende restare in partita.

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