Proprio nelle stesse ore in cui un’altra Big Tech americana, ovvero Meta, annunciava la propria rivoluzione copernicana sul versante del controllo dei contenuti veicolati attraverso le proprie piattaforme, il Financial Times pubblicava l’indiscrezione secondo la quale Cupertino starebbe accarezzando l’idea di espandere le proprie attività nel settore dell’editoria, rispolverando la vecchia – e mai sfruttata appieno – Apple News.
COS’È APPLE NEWS
Strutturata come un aggregatore di notizie, Apple News è stata lanciata nel 2019, ma il servizio non ha mai valicato i confini dei Paesi di lingua anglofona (con l’unica eccezione di alcune testate canadesi in francese), rendendosi disponibile esclusivamente negli Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia.
Per riuscirci, Cupertino ha messo in piedi vere e proprie redazioni: un team di un centinaio di figure sparse tra New York, Sidney, il Canada, la California e Londra col compito di selezionare le notizie tratte da pubblicazioni che vanno da The Wall Street Journal al The New Yorker fino al Time, passando per testate più settoriali come Golf, Consumer Reports,Photography Week, Guitar Techniques e PC Pro, con una forte attenzione per riviste di costume (Forbes, Vanity Fair, Men’s Health, Doctor Who Magazine).
Ma soprattutto il modello si è caratterizzato per l’attenzione riservata alle testate “locali” (El Paso Times, Erie Times-News, Green Bay Press-Gazette, The Journal News, Knoxville News Sentinel, Reno Gazette-Journal, Tallahassee Democrat, Ventura County Star, Detroit Free Press, The Indianapolis Star, Milwaukee Journal Sentinel, The Oklahoman, Cincinnati Enquirer, MyCentralJersey.com, NorthJersey.com, The Palm Beach Post, The Providence Journal, ecc).
IL MODELLO DI BUSINESS DI APPLE NEWS
L’app Apple News genera ricavi attraverso una combinazione di inserzioni pubblicitarie cui si aggiungono gli introiti derivanti dagli abbonamenti al servizio premium News+, che include contenuti esclusivi come giochi di parole e Sudoku.
Non è dato sapere il giro d’affari generato da un simile servizio ma il fatto che Cupertino, dopo averlo predisposto ormai cinque anni fa, non lo abbia più toccato, lascia presupporre che non sia andato particolarmente bene.
C’È LO ZAMPINO DI APPLE INTELLIGENCE?
Resta da capire dunque perché il gruppo guidato da Tim Cook abbia deciso – sempre secondo quanto veicolato da voci di corridoio – di rimetterci mano proprio ora. Il contestuale arrivo di algoritmi di Intelligenza artificiale lascia presupporre che, per l’ampliamento vociferato del servizio Apple possa affidarsi all’Ai anziché al lavoro umano.
Questo eviterebbe alla Big Tech di investire in nuove redazioni da aprire nei Paesi nei quali intenderà espandersi. Se così fosse però verrebbe meno la caratteristica fondante di Apple News che finora si è sempre vantata di fornire un servizio elaborato da professionisti e non lasciato alle macchine, come molti altri competitor.