I maligni dicono che “Apple Intelligence” sia ormai l’Intelligenza artificiale “delle conferenze stampa che si tengono a Cupertino”, come l’annuale Worldwide Developer Conference, a voler sottolineare che al netto di tanti annunci l’azienda guidata da Tim Cook finora è riuscita a concretizzare ben poco, certificando nel peggiore dei modi le voci sui numerosi ritardi e sugli ancor più innumerevoli problemi avvertiti dal team durante lo sviluppo di algoritmi smart proprietari.
Non a caso anche i soliti beninformati (leggasi: Ming-Chi Kuo e Mark Gurman) quest’anno sostenevano che la Mela morsicata fosse stata indecisa fino all’ultimo su quanto spazio riservare all’Apple Intelligence nella Wwdc 2025, la conferenza annuale dedicata agli sviluppatori in cui la Big Tech statunitense mette in vetrina le novità hardware e software in arrivo. Difficile non metterla al centro della scena mentre si parla solo di AI e i più fanno notare i ritardi di Cupertino in materia, inoltre relegarla a un lato del palco avrebbe reso Apple Intelligence il proverbiale “elefante nella stanza”, anzi, nella conferenza.
LE NUOVE ARMI DI APPLE INTELLIGENCE
Alla fine di Apple Intelligence se ne è parlato fin dai primi istanti dello show. Nuovo pacchetto di funzioni in arrivo. Spicca Traduzioni Live che, fedele al nome, darà agli utenti l’opportunità di comunicare in diverse lingue, non solo attraverso messaggi, ma anche chiamate e videochiamate, grazie a una traduzione in tempo reale delle parole dell’interlocutore. La feature integrerà le app Messaggi, FaceTime e Telefono.
Merita poi spazio Intelligenza Visiva, che consentirà ad esempio di fare domande a ChatGpt su ciò che viene inquadrato dalla telecamera del device o di effettuare una ricerca su Google o altre applicazioni supportate. Si nota il fatto che, contrariamente al passato, Apple abbia sviluppato una strategia aperta e di integrazione con app e programmi di terze parti.
Stando agli annunci, l’Ai di Apple potrà funzionare, potenzialmente, in tutte le app installate su iPhone, iPad o Mac: questo vuol dire che la Mela morsicata intende dare modo a sviluppatori e utenti di sfruttarne le funzionalità un po’ in ogni programma e, soprattutto, anche offline, senza dipendere dal cloud o da server esterni.
FOUNDATION MODELS FRAMEWORK
Apple ha infatti dedicato molto tempo alla presentazione dell’inedita Foundation Models Framework, una nuova piattaforma che permetterà agli sviluppatori di terze parti di integrare l’intelligenza artificiale generativa di Cupertino nelle loro applicazioni. “Si tratta di un modo per ampliare gli usi dell’IA mantenendo al primo posto la privacy” ha spiegato Craig Federighi, vice presidente dello sviluppo software di Cupertino.
“L’anno scorso abbiamo mosso i primi passi in un percorso per offrire agli utenti un’intelligenza utile, pertinente, facile da usare e disponibile proprio dove serve, proteggendo al contempo la loro privacy. Ora, i modelli alla base di Apple Intelligence stanno diventando più potenti ed efficienti”, ha spiegato il top manager. “Crediamo che la nostra apertura darà il via ad una nuova ondata di app intelligenti” illustrando per esempio che, grazie a queste integrazioni, un’app didattica di terze parti, poggiando su Apple Intelligence, potrà generare quiz a partire dalle note degli utenti sul dispositivo.
SIRI INTELLIGENTE SLITTA AL 2026
Ufficialmente rinviato Siri potenziato con l’Ai al prossimo anno. Anche in questo caso, dunque, le innumerevoli voci di corridoio che si erano inseguite nei mesi scorsi (Start Magazine ne aveva dato notizia a marzo) si sono infine rivelate fondate.
C’è persino chi ha notato che Siri fosse stato menzionato ben 54 volte alla Worldwide Developer Conference dello scorso anno mentre alla Wwdc 2025 se ne sia parlato giusto per confermarne il rinvio. Infine, Cupertino ha annunciato che il suo assistente virtuale potenziato dall’Intelligenza artificiale parlerà altre otto lingue (danese, olandese, norvegese, portoghese, svedese, turco, cinese e vietnamita) che corrispondono all’arrivo in nuovi mercati.
L’APPLE INTELLIGENCE NON CONVINCE I MERCATI
Come sempre avviene, un ottimo termometro per comprendere se la presentazione abbia o meno scaldato gli investitori è l’andamento del titolo in Borsa. Goldman Sachs ha ribadito il suo rating ‘Buy’ su Apple Inc. con un prezzo obiettivo stabile di 253 dollari ritenendo che i ritardi sull’Intelligenza artificiale riescono comunque a essere compensati sulle altre novità appena presentate. Ubs ha invece preferito mantenere un rating ‘Neutral’ con un target di 210, sostenendo che gli aggiornamenti software difficilmente stimoleranno significativamente la domanda di iPhone.
Quanto all’andamento azionario, è risultato piatto sulle prime per poi spostarsi in territorio leggermente negativo. Esattamente come lo scorso anno. Forse gli investitori aspettano di vedere che qualcosa di realmente concreto segua gli annunci in grande stile? O forse a dominare è ancora una volta la preoccupazione per il fuoco amico che Donald Trump sta scatenando su Cupertino coi suoi dazi?