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APPLE CHATGPT

Apple arranca sull’IA e chiede aiuto a ChatGpt

Se la portata più attesa di Apple Intelligence è ChatGpt di una terza parte (OpenAi di Sam Altman) allora Cupertino ha davvero un problema con l'Intelligenza artificiale. Fatti, dati e ritardi

 

Come riporta Quartz sui nuovi iPhone e altri device sfornati da Cupertino come iPad e Mac da qualche ora, almeno negli Usa, è possibile richiedere l’aiuto di ChatGpt interagendo con Siri, lo storico assistente vocale ben lontano dal pensionamento della Mela morsicata.

Si tratta di una novella tecnologica molto attesa dalla platea Apple, sebbene rimarchi il fatto che, in tema di Intelligenza artificiale, la Big Tech di Tim Cook sia rimasta inesorabilmente indietro e abbia bisogno di appoggiarsi a soluzioni esterne.

IL MANCATO INVESTIMENTO DI APPLE IN OPENAI

Negli ultimi mesi si era parlato a più riprese della partecipazione di Apple nell’ultimo mega round della startup di Sam Altman da oltre 6,6 miliardi, tanto che si era creato in merito un vero e proprio giallo dal momento che all’ultimo si era scoperto che nel lungo elenco degli investitori (i più importanti sono senz’altro: Microsoft, Nvidia, SoftBank, Khosla Ventures, Altimeter Capital, Fidelity e MGX) mancava proprio Cupertino.

Della vicenda si interessò approfonditamente anche il Wall Street Journal. Sfumata la partecipazione di Apple nel parterre degli investitori, la Big Tech statunitense tenne comunque a tranquillizzare azionisti e semplici fan annunciando che avrebbe messo a disposizione ChatGpt in un prossimo aggiornamento di iOS.

COLLABORAZIONE Sì, MA SENZA DATI?

Si ritorna così all’oggi. Per ora la nuova funzione non è disponibile in Italia. Grazie all’ultimo aggiornamento i dispositivi della Big Tech installano un sistema di scrittura basato sulla tecnologia e sul software di OpenAI, così da rendere più rapido, ad esempio, l’invio di una email oppure per limare la scrittura in base al mittente.

Uno degli aspetti maggiormente interessanti, sottolineati a più riprese dalla stampa d’oltreoceano, riguarda il fatto che la partnership tra Apple e OpenAI preveda come impostazione predefinita la possibilità di bypassare l’accesso al proprio account ChatGpt per utilizzare l’Intelligenza artificiale e OpenAI non memorizzerà le richieste dell’utenza. Pare insomma esista una barriera nello scambio dei dati che la software house potrà raccogliere, nonostante il servizio offerto all’utenza Apple.

CHATGPT POTENZIA L’APPLE INTELLIGENCE

La presenza di ChatGpt, benché tardiva rispetto al pacchetto che Apple aveva rilasciato a fine ottobre, tramite aggiornamento software per iPhone 15 Pro e iPhone 16,  iPad (iPadOS 18.2) e l’ecosistema Mac (macOS Sequoia 15.2.) meglio noto come Apple Intelligence, per la maggior parte degli osservatori ne rappresenta comunque la punta di diamante. E questo la dice lunga sul ritardo di Apple in tema di Intelligenza artificiale.

Al pari di Amazon, Apple in passato ha investito parecchio nel settore degli assistenti virtuali e proprio come Alexa anche Siri ormai lascia il fianco scoperto alle critiche dei detrattori. Bisognerà ora vedere se la situazione approntata, che pare un po’ emergenziale, soddisfi le esigenze dell’utenza, perché sul fronte opposto Google e Android paiono sempre più agguerriti.

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