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Perché l’Antitrust Ue colpisce i chip di Qualcomm (Huawei e Zte gongolano)

La commissione Ue ha multato Qualcomm, chipmaker statunitense numero uno al mondo, per 242 milioni di euro. Causa: vendita di chipset per il 3G a prezzi inferiori al costo di produzione

L’Antitrust europeo torna a colpire Qualcomm. Il chipmaker statunitense è stato sanzionato per 242 milioni di euro (circa 272 milioni di dollari)  per la vendita di chip modem 3G a prezzi predatori nel tentativo di far uscire dal mercato il rivale Icera. Ecco i dettagli.

LINDAGINE INIZIATA 4 ANNI FA

La Commissione europea ha iniziato a indagare nel 2015 a seguito della denuncia presentata da Icera circa le pratiche commerciali di Qualcomm tra il 2009 e il 2011.

L’ILLECITO COMMESSO DA QUALCOMM

L’indagine dell’Ue ha rilevato che Qualcomm deteneva una posizione dominante nel mercato globale del chipset UMTS in banda base tra il 2009 e il 2011, quando aveva una quota di mercato di circa il 60% (quasi 3 volte quella del suo principale concorrente). L’Antitrust ha accertato che Qualcomm ha venduto i suoi chip 3G a prezzi inferiori rispetto al costo di produzione a Huawei e Zte proprio mentre Icera, produttore di software britannico, stava emergendo come un concorrente temibile. I chipset in banda base in questione sono stati utilizzati durante il periodo per collegare smartphone e tablet a reti cellulari, tra cui 3G reti.

A DISCAPITO DEL CONCORRENTE ICERA

La Commissione ha definito queste concessioni di prezzo “mirate” ritenendo che “hanno permesso a di massimizzare l’impatto negativo sulle attività di Icera”. Secondo la commissione Icera offriva prestazioni avanzate in termini di velocità dei dati rispetto ai chipset di Qualcomm, costituendo quindi una minaccia per il business del chipmaker di San Diego.

LA MULTA DELL’UE

La sanzione di 242 milioni di euro tiene conto della durata e della gravità dell’infrazione e rappresenta l’1,27% del volume d’affari di Qualcomm nel 2018.

TROPPO TARDI PER ICERA

Come sottolinea The Verge, sfortunatamente per Icera, la multa è arrivata troppo tardi per salvare il suo business. Nel 2011 la società infatti fu acquisita per 367 milioni di dollari dalla società tecnologica statunitense Nvidia, che uscì dal mercato dei modem nel 2015. Nvidia sperava di integrare i modem dell’azienda nei suoi processori Tegra, ma non riuscì a realizzare il piano.

IL COMMENTO DEL COMMISSARIO VESTAGER

“I chipset di banda base sono componenti chiave che consentono agli apparecchi mobili di connettersi a internet. Qualcomm ha venduto questi prodotti a un prezzo inferiore al costo ai suoi clienti chiave con l’intenzione di eliminare un competitor”, sintetizza la commissaria Margrethe Vestager, spiegando che il comportamento dell’azienda “ha impedito la concorrenza e l’innovazione in questo mercato e ha limitato la scelta a disposizione dei consumatori”.

LA REAZIONE DI QUALCOMM

Ma Qualcomm non ci sta. Nella nota diffusa, Don Rosenberg, vicepresidente esecutivo e consigliere generale della società di San Diego, sostiene che la tesi della Commissione è senza precedenti e “incoerente”. La società ha reso noto che farà appello.

CI RISIAMO

Non è la prima volta che Qualcomm è pizzicata dall’Antitrust europeo. L’anno scorso la Commissione Ue ha inflitto una multa al produttore di chip statunitense di 997 milioni di euro (1,1 miliardi di dollari) per aver pagato il produttore di iPhone Apple per utilizzare solo i suoi chip, una tattica volta a contrastare i rivali come Intel.

Qualcomm è stato anche preso di mira da altre authority per le sue pratiche commerciali. All’inizio di quest’anno, un giudice statunitense ha stabilito che Qualcomm addebita “royalties irragionevoli” per i suoi brevetti e ha criticato la sua pratica di offrire sconti ai clienti che accettano di utilizzare esclusivamente i propri chip. A maggio la società ha perso una causa contro la Federal Trade Commission. Nella sentenza viene spiegato che Qualcomm deve rinegoziare i termini di licenza con tutti i suoi clienti e portare avanti un comportamento rispettoso delle norme antitrust degli Stati Uniti. Non è finita qui. Anche i regolatori di Corea del Sud, Cina e Taiwan hanno multato Qualcomm per una serie di pratiche anticoncorrenziali.

 

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