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Amazon

Tutte le ultime mosse della guerra di trincea tra Amazon e Walmart

Acquisizioni in vista per le due aziende americane che si danno battaglia tra mondo online e negozi fisici, negli Usa e anche in India. Dove però dovranno vedersela con Alibaba. L’approfondimento di Patrizia Licata Amazon potrebbe comprare quest’anno il gruppo del retail Target: parola di Gene Munster, co-fondatore della società di venture capital Loup Ventures…

Amazon potrebbe comprare quest’anno il gruppo del retail Target: parola di Gene Munster, co-fondatore della società di venture capital Loup Ventures e uno degli analisti più quotati dell’industria hitech. L’acquisizione è vista come strategica per Amazon per allargare la sua presenza dal mondo online a quello fisico intensificando la sua battaglia commerciale contro il colosso brick-and-mortar Walmart: Target ha oltre 1.800 punti vendita negli Stati Uniti (Walmart ne ha 4.700).
Il gigante dei supermercati sta però già preparando il suo affondo anti-Amazon: Walmart ha puntato gli occhi su Flipkart, numero uno delle vendite online in India, e metterà sul piatto fino a 8 miliardi di dollari per diventarne il maggiore investitore, rilevando una quota del 40% dell’azienda online. Flipkart è la concorrente numero uno di Amazon in India, un paese dove le vendite su Internet varranno, secondo Kotak Institutional Equities, 28 miliardi di dollari nel 2020.

PERCHE’ AMAZON VUOLE TARGET

Target è il partner offline ideale per Amazon per due ragioni, ha scritto l’analista Gene Munster in una nota: si rivolge alla stessa fascia di pubblico – le famiglie, specialmente le mamme – e ha negozi in cui vende di tutto. Ovviamente si tratta – per ora – di speculazioni e Munster riconosce che i tempi dell’operazione andrebbero accuratamente studiati; tuttavia il valore della fusione “è evidente” e non ci sarebbero ostacoli regolatori, perché Walmart resterebbe comunque molto più grande di Amazon e Target (unite non supererebbero i 2.300 negozi negli Stati Uniti).

Per Amazon il futuro del retail è un mix tra presenza online e offline (pur se la prima resta la più rilevante), come dimostrato l’anno scorso con l’acquisizione per 13,7 miliardi di dollari di Whole Foods, la catena di negozi di cibi “naturali”. Target ha un brand forte e focalizzato sulla qualità: nonostante sia un discount, è considerata un ipermercato “cheap ma chic”.

WALMART, MISSIONE IN INDIA

Intanto Walmart è in India a negoziare un maxi-investimento nel leader locale dell’e-commerce Flipkart Online Services. Secondo Reuters, le cui fonti (confidenziali) confermano quanto già riportato da Bloomberg, Walmart punterebbe su una quota del 40% del retailer indiano su una valutazione complessiva di 20 miliardi di dollari, molto più del valore dato a Flipkart dall’investimento del gruppo giapponese SoftBank, che ha speso 2,5 miliardi di dollari ed è attualmente il principale investitore dell’azienda dell’e-commerce. L’operazione darebbe a Walmart una forte presenza online in India rafforzando al tempo stesso Flipkart in ottica anti-Amazon.

La presenza indiana aiuta Walmart anche a contrastare la concorrenza del colosso cinese dell’e-commerce Alibaba, che in India ha investito in Paytm E-commerce, un rivale più piccolo di Flipkart. Il mercato retail indiano vale 670 miliardi di dollari, riporta Quartz, ed è in piena trasformazione perché i consumatori spostano gradualmente i loro acquisti verso i canali online. Secondo Morgan Stanley entro il 2026 l’e-commerce in India sarà cresciuto del 1.200% rispetto al 2016 per un valore di 200 miliardi di dollari, e rappresenterà il 12% del totale del commercio retail, contro il 2% del 2016.

UNA CORSA A TRE

L’India è considerata il nuovo terreno di scontro tra giganti dello shopping online (la Cina vale di più ma, con le forti protezioni per i giganti nazionali, è un difficile terreno di conquista per le aziende occidentali). Si tratta sostanzialmente di una corsa a tre che vede impegnate Amazon, Alibaba e Walmart che, pur essendo un’azienda del mondo brick-and-mortar, si è impegnata per avere una solida presenza online: si è alleata con l’azienda giapponese dell’e-commerce Rakuten e ha comprato i siti di e-shopping americani Jet.com, ShoeBuy.com (diretto concorrente per Zappos di Amazon) e Moosejaw.com. Walmart ha anche una partnership con i negozi Lord&Taylor per competere con Amazon nel settore dell’abbigliamento e della moda e, come risposta ad Amazon Prime, offre consegne gratuite veloci negli Stati Uniti.

TUTTI I TARGET DI AMAZON

Amazon non starà a guardare con le mani in mano le manovre di Walmart: Jeff Bezos ha già dichiarato a fine anno scorso che spenderà 5 miliardi di dollari per l’espansione in India. Negli Stati Uniti, mentre Munster di Loup Ventures prevede un’offerta di acquisto per Target, le ipotesi sulle manovre di mercato del colosso dello shopping online si moltiplicano: l’analista di DA Davidson Tom Forte ha indicato che un obiettivo interessante per Amazon potrebbe essere Lululemon Athletica, che disegna, produce e vende nei suoi negozi capi di abbigliamento e accessori per lo sport, mentre, secondo l’analista di Citigroup Paul Lejuez, tra le società retail che Amazon potrebbe comprare spiccano Abercrombie & Fitch (abbigliamento), Bed Bath & Beyond (accessori per la casa) e Advance Auto Parts (componenti e accessori per auto). E non è detto che le speculazioni degli analisti non colgano, almeno in parte, nel segno: Ken Leon di CFRA ha detto poche settimane fa che Amazon potrebbe acquisire una banca di dimensioni piccole o medie nel 2018 e nei giorni scorsi ha fatto un passo in questa direzione, alleandosi, come riportato anche da StartMag, con Bank of America Merrill Lynch per sviluppare la divisione Amazon Lending, lanciata nel 2011 per erogare prestiti alle piccole aziende che già vendono prodotti o servizi attraverso la piattaforma di e-commerce.

 

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