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Amazon, ecco come il Tribunale di Milano fa sbiancare l’Ispettorato nazionale del lavoro

Crolla il castello mediatico dell'Ispettorato nazionale del lavoro su Amazon. Tutti i dettagli

 

Crolla il castello mediatico dell’Ispettorato nazionale del lavoro su Amazon.

Il giudice del lavoro di Milano, Eleonora Porcelli, ha respinto i ricorsi di una decina di lavoratori interinali che chiedevano l’assunzione a tempo indeterminato nello stabilimento Amazon di Castel San Giovanni (Piacenza).

I ricorsi (sono circa 180 i lavoratori che hanno fatto causa tra Milano e Piacenza) sono stati presentati dopo un’indagine dell’Ispettorato del Lavoro, secondo cui erano state superate le quote di interinali, tra luglio e dicembre 2017. E’ la prima sentenza a Milano che riguarda lavoratori Amazon.

L’Ispettorato nazionale del lavoro, lo scorso giugno, in un comunicato e via Twitter aveva affermato che Amazon avrebbe sforato le quote per l’utilizzo di “lavoratori somministrati” – cioè quelli che vengono assunti dalle agenzie, ma vengono impiegati presso il cosiddetto l’azienda “utilizzatrice” – e doveva quindi assumere 1.308 lavoratori (qui l’approfondimento di Start con le argomentazioni dell’Ispettorato che destarono polemiche).

Quella arrivata oggi per i lavoratori che hanno fatto ricorso, assistiti dall’avvocato Nicola Coccia, è la prima sentenza del Tribunale del Lavoro di Milano, dopo che a Piacenza, ai primi di luglio, il giudice ha respinto i ricorsi di un’altra cinquantina di lavoratori di Amazon.

Le motivazioni del provvedimento del giudice Porcelli saranno depositate entro 60 giorni. Gli accertamenti risalivano al dicembre del 2017, quando i funzionari dell’ispettorato del Lavoro si erano presentati nello stabilimento di Amazon di Castel San Giovanni, nel Piacentino, uno dei più grandi d’Europa, per accertare le condizioni di lavoro e la regolarità dei contratti dei lavoratori del colosso della logistica.

L’esito di quegli accertamenti è del maggio del 2018 e, come comunicato dallo stesso ispettorato del Lavoro in un post su Twitter del giugno 2018, era risultato che “oltre 1300 lavoratori potranno essere assunti a tempo indeterminato”, sulla base di violazioni, negli stabilimenti del colosso dell’e-commerce, in materia di somministrazione di lavoro”.

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