Amazon compra un braccialetto per avere l’intelligenza artificiale a portata di polso e che registra tutto ciò che dici.
Il colosso dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos intende acquisire la startup di dispositivi indossabili con intelligenza artificiale Bee. Lo ha annunciato tramite un post su LinkedIn la co-fondatrice e ceo di Bee, Maria de Lourdes Zollo. Da parte sua il gruppo tech di Seattle ha confermato l’acquisizione, ma ha precisato che l’accordo non è ancora stato concluso e non ha reso noti nemmeno i dettagli finanziari dell’operazione.
Quello che si sa è che il braccialetto Bee Pioneer costa 50 dollari e ha microfoni che catturano tutto le tue parole nell’arco della giornata, usa l’intelligenza artificiale per trascrivere pedissequamente i tuoi dialoghi, riassumere le conversazioni, fornire memo e non solo.
Dunque, “dopo un decennio in cui Amazon ha detto che Alexa non ascoltava ogni tua parola, l’azienda sta acquistando un braccialetto che può farlo” commenta il Wall Street Journal.
Senza dimenticare che “questi prodotti presentano una serie di rischi per la sicurezza e la privacy, dato che registrano tutto ciò che li circonda”, osserva TechCrunch.
Tutti i dettagli.
COSA FA LA CALIFORNIANA BEE, FONDATA DA MARIA DE LOURDES ZOLLO
Secondo de Lourdes Zollo, Bee si unisce ad Amazon per contribuire a “portare un’intelligenza artificiale davvero personale e agentica a un numero ancora maggiore di clienti”.
Laddove la svolta dell’IA generativa è stata quella di consentire ai computer di generare contenuti innovativi – testi, immagini o persino video inediti – l’IA agentica consentirebbe ai computer non solo di generare piani, ma anche di intraprendere azioni su di essi. “Crediamo che tutti dovrebbero avere accesso a un’intelligenza ambientale personale che sia meno uno strumento e più un compagno fidato. Un’intelligenza che aiuti a riflettere, ricordare e muoversi nel mondo più liberamente”, afferma Bee sul suo sito web.
L’azienda con sede a San Francisco ha raccolto 7 milioni di dollari lo scorso anno, produce sia un braccialetto autonomo simile a Fitbit (in vendita a 49,99 dollari) sia un’app per Apple Watch.
Il dispositivo indossabile di Bee trascrive tutte le conversazioni della tua giornata, comprese quelle che fai da solo, a meno che l’utente non lo disattivi manualmente. Quindi usa l’intelligenza artificiale per trascrivere la mole di parole in una cronologia consultabile, offrendo eventi chiave e persino liste di cose da fare in base alle tue chiacchiere.
LA STRATEGIA DI AMAZON NELLA CORSA ALL’AI
Questa acquisizione segnala l’interesse di Amazon nello sviluppo di dispositivi indossabili con intelligenza artificiale, una scommessa diversa dai suoi prodotti di assistenza domestica a controllo vocale come la linea di altoparlanti Echo.
Come ricorda Cnbc, il gigante tech ha anche rivisto il suo assistente vocale Alexa, lanciato più di dieci anni fa, con funzionalità di intelligenza artificiale, mentre Amazon cerca di indebolire il successo di rivali come ChatGPT di OpenAI, Claude di Anthropic e Gemini di Google.
Ring, l’azienda di sicurezza per la smart home (che sviluppa il videocitofono omonimo) di proprietà di Amazon, ha anche cercato di introdurre l’intelligenza artificiale generativa in alcuni dei suoi prodotti.
Cinque anni fa il colosso dell’e-commerce aveva puntato anche su Halo, un braccialetto per rilevare l’attività fisica e le condizioni di salute. L’obiettivo è fare concorrenza all’Apple Watch, che domina il settore, e a dispositivi più economici come quelli Fitbit, acquistati (ma in attesa di approvazione delle autorità) da Alphabet (Google). Tuttavia, Amazon ha dismesso Halo appena tre anni dopo nell’ambito di una più ampia politica di riduzione dei costi.
QUESTIONE DI PRIVACY
Infine, quando si tratta di dispositivi che “ascoltano” e “registrano” ciò che dice l’utente, non mancano i problemi di privacy.
Nelle sue attuali politiche sulla privacy, Bee afferma che gli utenti possono eliminare i propri dati in qualsiasi momento e che le registrazioni audio non vengono salvate, archiviate o utilizzate per l’addestramento dell’IA. L’app, tuttavia, memorizza i dati che l’IA apprende sull’utente, ed è per questo che può fungere da assistente, specifica TechCrunch.
In precedenza Bee ha indicato di voler registrare solo le voci delle persone che hanno acconsentito verbalmente. Inoltre, la società sostiene di stare lavorando a una funzionalità che consenta agli utenti di definire dei limiti, sia in base all’argomento che alla posizione. In questa maniera metterà automaticamente in pausa l’apprendimento del dispositivo, senza un’interruzione manuale.
IL CASO RING PER AMAZON
Non è chiaro se queste politiche cambieranno con l’integrazione di Bee in Amazon. Tuttavia la società ha una storia contrastante sulla gestione dei dati utente dai dispositivi dei suoi clienti, a partire dal videocitofono Ring.
Nel 2022, infatti, secondo quanto riferito dall’azienda stessa, per undici volte Amazon ha fornito alle forze dell’ordine, senza il consenso dell’utente, i filmati di ciò che avveniva all’esterno della casa del proprietario del videocitofono. L’anno successivo Ring ha patteggiato le controversie presentate dalla Federal Trade Commission, secondo cui dipendenti e appaltatori avevano accesso ampio e illimitato ai video dei clienti.