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Ricchi Cina

Come se la passano le cinesi Alibaba e Tencent

Dall'attacco frontale di Trump a Huawei forse eviteranno guai i colossi tech cinesi Alibaba e Tencent che chiudono in positivo il primo trimestre.

Mentre sale la tensione commerciale tra Washington e Pechino e il presidente Trump bandisce la cinese Huawei, le due principali società di internet cinesi fanno spallucce. Ieri Alibaba ha comunicato la trimestrale con una crescita dei ricavi più forte del previsto. Anche l’altro colosso tech cinese può tirare un sospiro di sollievo: dopo un 2018 disastroso, Tencent ha fatto registrare un utile netto migliore del previsto nel primo trimestre del 2019, sebbene le vendite siano crollate. Ecco i dettagli.

BATTUTE LE ASPETTATIVE ALIBABA

I risultati di Alibaba hanno superato le attese e le vendite sono aumentate del 51% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il colosso dell’e-commerce di Hangzhou ha registrato un balzo dell’utile netto nel quarto trimestre dell’anno finanziario 2018-2019 – conclusosi lo scorso 31 marzo – del 242% a 25,83 miliardi di renmbimbi (3,85 miliardi di dollari Usa) rispetto ai 7,56 miliardi di un anno fa. L’utile per azione è stato di 9,84 renmbimbi, ovvero 1,47 dollari Usa, rispetto a 2,88 dello scorso anno.

Il fatturato della società di Jack Ma ha raggiunto i 93,50 miliardi di renmbimbi, ovvero 13,93 miliardi di dollari, nel trimestre con un incremento del 51% rispetto ai 61,93 miliardi dell’anno scorso. A trainare la crescita ci hanno pensato i ricavi delle realtà del gruppo ormai consolidate come l’impresa di trasporto alimentare Ele.me e quelli di Alibaba Cloud. Anche Alibaba ha registrato una forte crescita nel settore delle attività cloud, con ricavi in ​​crescita del 76% a 7,7 miliardi di Rmb. Il business dell’intrattenimento digitale, tuttavia, ha visto una crescita più lenta, con ricavi in ​​crescita dell’8% nel trimestre.

LE VENDITE DEL COLOSSO E QUELLE NAZIONALI A CONFRONTO

Come ha evidenziato il Financial Times, i numeri di Alibaba, che ricavano l’83% delle entrate dalle attività di core business, hanno suggerito che gli acquirenti cinesi sono rimasti in ottima forma all’inizio dell’anno in corso. Sebbene i risultati siano in netto contrasto con le statistiche ufficiali per la crescita delle vendite al dettaglio a livello nazionale per aprile, anch’essa resa nota ieri. I dati mostrano una crescita delle vendite al dettaglio decelerate a solo il 7,2% nel mese, il ritmo più lento mai registrato in Cina in 16 anni. Ieri il vicepresidente di Alibaba, Joe Tsai, ha dissipato le preoccupazioni sull’impatto della disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina, dichiarando che la società si trova dalla parte giusta delle tendenze che porteranno alla crescita del consumo e del desiderio cinese di beni importati. Secondo Tsai infatti la Cina si starebbe spostando da un’economia di esportazione a un’economia di consumo.

CRESCONO ANCHE GLI UTENTI

Il gigante dell’e-commerce ha dichiarato che i suoi utenti mensili mobili – una metrica utilizzata per misurare gli acquirenti – hanno raggiunto i 721 milioni a marzo, con un aumento di 22 milioni in tre mesi e 104 milioni nell’ultimo anno. Gli utenti attivi annuali sono aumentati del 18% a 654 milioni e i marketplace della società hanno registrato un aumento del GMV – il valore del totale delle merci vendute – del 19% anno su anno nel 2018 fiscale.

NON SOLO E-COMMERCE PER IL COLOSSO DI JACK MA

La crescita degli utenti deriva anche dalla stretta di Alibaba sulla sua gamma di attività e dalla sua capacità di incanalare il traffico tra di loro. Negli ultimi anni Alibaba ha cercato di diversificare il proprio business espandendolo oltre le sue principali piattaforme di e-commerce, poiché la concorrenza nel settore dei servizi internet in Cina si sta surriscaldando. Oltre alla vendita di servizi pubblicitari e promozionali sui propri siti di e-commerce, Alibaba ha investito in nuove linee di business come il cloud computing, la vendita di tecnologia per analytics ai rivenditori offline e l’espansione dei suoi siti di e-commerce AliExpress. Ad esempio, la sua app di e-commerce online Taobao e l’e-wallet Alipay hanno portato circa il 30% degli ordini totali a Ele.me, il servizio di consegna di cibo in competizione con Meituan Dianping sostenuto da Tencent.

UTITLI DA RECORD ANCHE PER TENCENT

Anche l’altra social media company cinese può tirare un mezzo sospiro di sollievo. Dopo un 2018 disastroso, Tencent ha ottenuto un utile netto migliore del previsto nel primo trimestre del 2019. Nei primi tre mesi dell’anno, il gigante del gaming mobile cinese ha infatti registrato profitti in crescita del 17% a 3,93 miliardi di dollari (27 miliardi di yuan). A dare una spinta ai profitti ci hanno pensato i costi per il marketing, ridotti al 24%. Tuttavia, il titolo della seconda azienda in Asia dopo il gruppo Alibaba quotato a New York ha chiuso il primo trimestre del 2019 con la sua più lenta crescita delle entrate da quando è diventato pubblico a 12,69 miliardi di dollari, con un aumento del 16% su base annua. Dall’altro lato, l’utile netto è arrivato a 4 miliardi di dollari, battendo le stime degli analisti.

FUORI DAL TUNNEL CON GAME FOR PEACE

Il periodo buio potrebbe essere definitivamente dietro l’angolo visto che Tencent ha recentemente ottenuto il via libera ufficiale per iniziare a commercializzare Game for Peace, versione meno violenta del videogame PlayerUnknown’s Battlegrounds. Il nuovo gioco ha incassato 14 milioni di dollari nei primi tre giorni del rilascio, battendo i  4 milioni di dollari incassati nello stesso periodo da Fortnite – divenuto un caso mondiale – secondo i dati di Sensor Tower.

SFUGGONO AI COLPI DELLA GUERRA COMMERCIALE USA-CINA

Alibaba e Tencent possono dunque stare tranquilli, almeno per il momento. Al di là dei conti, c’è anche un altro motivo di giubilo. Secondo l’analista Gil Luria, direttore della società ricerca di D.A. Davidson, sentito da Cnbc, i due big tech cinesi difficilmente saranno presi di mira come il colosso delle tlc Huawei. Innanzitutto, il deterioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Cina probabilmente danneggerà le imprese cinesi che competono direttamente con le società americane. Come ha sottolineato l’analista, le vendite di Alibaba negli Stati Uniti sono trascurabili e il Presidente uscente Jack Ma ha fatto un “magistrale lavoro di posizionamento amichevole negli Stati Uniti”. Infine, “l’attenzione su Huawei sembra essere motivata da preoccupazioni relative alla segretezza e alla proprietà intellettuale, ma Huawei è anche uno dei principali concorrenti di molte società americane di telecomunicazioni”, ha concluso Luria a Cnbc.

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