Caro direttore, anche io, come Francis Walsingham, dopo aver letto sul Corriere della sera l’intervista a Nick Fox, senior vice president responsabile della ricerca di Google, mi è venuta l’irresistibile curiosità di provare AI Mode, questa intelligenza artificiale che – stando al Corriere – “rivoluziona” la ricerca sul web. A malincuore, però, ho scoperto – come lo sfortunato Walsingham, che si è rivolto al nostro direttore – che nemmeno io ero tra coloro che hanno già il piacere di sperimentarla.
Come dicevamo, “da oggi, in Italia (e in una cinquantina di altri Paesi), sarà possibile utilizzare AI Mode: una funzionalità che consente di attivare l’AI di Mountain View per ottenere risultati strutturati a domande più complesse e articolate di quelle che siamo soliti fare su Google”. Scriveva così ieri il Corriere, le cui parole non lasciano spazio a dubbi.
Nonostante l’annuncio ufficiale riportato dall’articolo, il pulsante magico “AI Mode” promesso da Fox non appare nella versione italiana di Google per numerosi utenti. Né su desktop, né su mobile. Nessuna nuova modalità di ricerca, nessuna risposta generata dall’intelligenza artificiale (se non da quella di AI Overview), nessuna traccia della rivoluzione che, secondo l’intervista, sarebbe iniziata “da oggi” – cioè da ieri.
A confermare i dubbi sollevati online e sui social dagli utenti, è anche la pagina di supporto di Google in cui si legge che gli utenti a cui appare la pagina con scritto “AI Mode non è attualmente disponibile sul tuo dispositivo o account” è perché, essendo appena stata avviata la distribuzione della funzionalità, questa sarà “gradualmente” implementata per tutti gli utenti.
In altre parole, l’annuncio entusiasta della disponibilità “da oggi” del Corriere va letto con una certa cautela: AI Mode è partito, sì, ma non è ancora accessibile a tutti. Come spesso accade con i lanci tech, il roll-out è controllato, distribuito a scaglioni e vincolato da numerose variabili: tipo di account, lingua, impostazioni, e forse anche età o attività dell’utente.
Questa discrepanza tra dichiarazioni ufficiali e realtà d’uso genera inevitabilmente frustrazione. Soprattutto perché AI Mode è presentato come uno strumento in grado di cambiare radicalmente il modo in cui si fanno ricerche online. Un assistente evoluto, capace di rispondere a domande complesse quali “Il motore della mia auto fa un rumore strano, più forte quando accelero, cosa devo fare?”, come citato da Fox.
Tuttavia, al momento, chi prova a fare quella domanda su Google Italia, riceve la classica lista di link. Nessuna risposta strutturata. Nessuna intelligenza artificiale.
Naturalmente, un lancio graduale è comprensibile — soprattutto per un prodotto così delicato, che ha implicazioni importanti in termini di accuratezza, pubblicità, e impatto sugli editori però forse non guasterebbe maggiore chiarezza, soprattutto quando le dichiarazioni ufficiali parlano di una disponibilità immediata.
Per ora, quindi, chi in Italia aspettava l’AI Mode con curiosità dovrà pazientare ancora. La rivoluzione dell’AI nella ricerca è partita — ma, almeno nel nostro Paese, ha ancora il freno a mano tirato.