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Adobe

Dire addio ad Adobe? Un’impresa. E gli Usa fanno causa al colosso

Secondo il Dipartimento di giustizia americano, sarebbe troppo difficile disdire gli abbonamenti al pacchetto grafico Adobe e le informazioni sulle penali non sarebbero affatto chiare.

Il Dipartimento di Giustizia statunitense ritiene che “Adobe ha danneggiato i consumatori iscrivendoli al suo piano di abbonamento predefinito e più redditizio senza divulgare chiaramente le condizioni importanti della sottoscrizione”. È quanto si legge nei documenti depositati contro l’azienda hi-tech proprietaria dell’omonimo pacchetto grafico rivolto soprattutto ai creativi.

ADOBE FA LA FURBETTA?

Come si legge su TechCrunch, secondo il governo americano che si è mosso per conto della Ftc (Federal Trade Commission) la società avrebbe indirizzato i consumatori a sottoscrivere il piano annuale, con pagamento mensile, senza tuttavia riferire ai clienti che disdirlo entro i primi 12 mesi sarebbe costato loro centinaia di dollari. La disdetta infatti comporta il pagamento del 50% del dovuto mensile. L’abbonamento mensile, al contrario, ha sì un costo più alto, ma può essere annullato in qualsiasi momento senza penale.

SI FA PRESTO A DIRE ADDIO…

Adobe, per il Dipartimento di Giustizia Usa, “scoraggia le cancellazioni impiegando un processo” per gli abbonati “oneroso e complicato”. Sono più di dieci anni che il modello di business della società si è focalizzato sulle subscription, mentre in passato le persone acquistavano i software una tantum.

Il Dipartimento di Giustizia americano in particolare pone sotto accusa procedure ritenute troppo complicate e rese confuse anche attraverso il fiorire di pop up a schermo, con informazioni poco chiare che non permetterebbero agli abbonati di avere tutte le coordinate sulle facoltà discendenti dalla sottoscrizione. Iscriversi insomma sarebbe assai facile, mentre tali condotte scoraggerebbero l’annullamento dell’abbonamento.

LA REPLICA DI ADOBE

“I servizi in abbonamento sono comodi, flessibili e convenienti per consentire agli utenti di scegliere il piano che meglio si adatta alle loro esigenze, alle loro tempistiche e al loro budget. La nostra priorità è garantire sempre ai nostri clienti un’esperienza positiva. Siamo trasparenti nei termini e nelle condizioni dei nostri contratti di abbonamento e abbiamo un processo di cancellazione semplice. Confuteremo le affermazioni della FTC in tribunale”, la replica che Adobe ha affidato alla Consigliera generale, Dana Rao.

IL PRECEDENTE DELLA FTC CONTRO PRIME

Nei documenti viene però ricordato ad Adobe che i clienti devono conservare il diritto di disdire ogni tipo di abbonamento. Oltre che all’azienda, la causa è stata fatta anche a due profili senior della società: Maninder Sawhney e David Wadhwani.

Non si tratta della prima causa di questa natura indirizzata ai colossi della tecnologia che, è noto, hanno modelli di business basati proprio sulle sottoscrizioni. In passato la Federal Trade Commission aveva avviato una procedura analoga nei confronti di Amazon per via delle difficoltà nel disdire l’abbonamento ai servizi Prime.

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