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Supercomputer Leonardo

A cosa servirà il supercomputer Leonardo

Inaugurato Leonardo, il supercomputer da 240 milioni di euro, quarto al mondo per velocità e potenza di calcolo installato nel data center di Cineca al Tecnopolo di Bologna. Destinato a progetti di ricerca, uso scientifico e accademico. Fatti, numeri e approfondimenti

Leonardo, il quarto supercomputer più potente al mondo, è ora al servizio dei ricercatori italiani ed europei.

Dopo l’assemblaggio, iniziato in luglio con la consegna dei 155 rack e delle migliaia di componenti, e proseguito per tutta l’estate presso il Tecnopolo di Bologna, il supercomputer è stato acceso in ottobre ed è stato inaugurato il 24 novembre alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

In grado di eseguire oltre un miliardo di miliardi di operazioni al secondo, Leonardo servirà sviluppare nuove applicazioni in aree come intelligenza artificiale e medicina personalizzata, fonti di energia rinnovabile, progettazione di farmaci e materiali, bioingegneria, previsioni meteorologiche e lotta al cambiamento climatico.

Il primo esempio concreto presentato già all’inaugurazione: la casa farmaceutica Dompé utilizzerà ora la potenza della nuova macchina per accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci e la risposta precoce alle pandemie attraverso la sua piattaforma proprietaria Exscalate che combina intelligenza artificiale e supercalcolo.

“Nel mondo sono più potenti di Leonardo solo l’americano Frontier, presso il centro di calcolo di Oak Ridge nel Tennessee, Fugaku dell’istituto giapponese Riken e il finlandese Lumi” sottolinea l’Ansa. L’infrastruttura è gestita da Cineca e garantirà l’80% della potenza di calcolo italiana e oltre il 20% di quella europea. La mossa significa che l’Europa ha ora due dei quattro supercomputer più potenti classificati nell’elenco Top500, dietro il sistema exascale della frontiera statunitense e il sistema giapponese.

Tutti i dettagli.

COS’È IL SUPERCOMPUTER LEONARDO

Una volta completato – sulla base del test “High-Performance Linpack” – il supercomputer realizzato dalla società francese Atos, avrà infatti una potenza di calcolo di 250 petaFlops, per un totale di 250 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo – 10 volte di più del precedente sistema Cineca – con una capacità di archiviazione di oltre 100 petabyte.

GESTITO DAL CINECA, FRUTTO DELL’INVESTIMENTO UE E MIUR

Gestito dal Cineca, Leonardo è frutto di un investimento congiunto da 240 milioni di euro: 120 milioni stanziati dalla Commissione Europea e 120 milioni finanziati dall’Italia attraverso il Ministero dell’università e della ricerca a fronte di un accordo fra Miur, Cineca, Infn e Sissa e in sinergia con Regione Emilia-Romagna, la data valley italiana, dove già oggi è concentrato il 70% della potenza di calcolo nazionale.

BASATO NEL TECNOPOLO DI BOLOGNA

Leonardo è basato infatti nel capoluogo emiliano anche grazie agli investimenti della Regione Emilia-Romagna sul Tecnopolo, cittadella della scienza dove si trovano già il Data Center del Centro Meteo Europeo, l’Agenzia Italia Meteo e dove troveranno sede l’iFab-Fondazione internazionale Big Data e intelligenza artificiale per lo sviluppo umano, centri di ricerca come Infn, Cineca e Cnr con l’arrivo previsto a Bologna di circa 1.500 ricercatori da tutto il mondo.

A DISPOSIZIONE DELLA COMUNITÀ SCIENTIFICA

Con il nuovo Supercomputer, Atos e Cineca assisteranno quindi l’Ue in diversi ambiti di ricerca, tra cui nella difesa dalle situazioni di emergenza ambientale e sanitaria. Il supercomputer contribuirà alla mitigazione e alla gestione dei rischi dovuti a situazioni estreme, e alla lotta contro pandemie ed epidemie.

In particolare, il supercomputer è al servizio della ricerca, dalla fisica e l’astronomia alle scienze della Terra alla meteorologia, e permetterà nuove applicazioni in settori di frontiera, come l’intelligenza artificiale e la medicina personalizzata, le fonti di energia rinnovabile, le previsioni meteorologiche e i cambiamenti climatici, fino alla genomica e ai gemelli digitali di città e della Terra, la previsione di eventi naturali estremi e la medicina personalizzata.

LE SCIENZE DELLA TERRA FRA LE APPLICAZIONI

“La possibilità di elaborare quantità finora inimmaginabili di dati apre nuovi orizzonti e nuovi spazi di ricerca”, ha osservato Micol Todesco, a capo della sezione di Bologna dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il supercomputer permetterà infatti di capire meglio eruzioni vulcaniche e maremoti.

UNO DEI NODI DELLA FUTURA RETE DI SUPERCALCOLO

“Il supercomputer sarà a disposizione della comunità scientifica e sarà anche uno dei nodi principali della futura infrastruttura nazionale di supercalcolo che verrà realizzata da Icsc, il nuovo Centro Nazionale di Hpc, big data e quantum computing”, ha detto il presidente dell’Infn, Antonio Zoccoli.

Il Centro Nazionale, attivo dal 1° settembre, ha l’obiettivo è realizzare il più grande sistema italiano dedicato al calcolo ad alte prestazioni, alla gestione dei big data e al calcolo quantistico, un’infrastruttura trasversale a supporto dei principali settori oggi strategici per il Paese con Hub al Tecnopolo di Bologna.

Inoltre, tutti i supercomputer EuroHPC saranno disponibili tramite servizi basati su cloud offerti attraverso un’infrastruttura HPC federata con connettività terabit.

RIGUARDO L’IMPRONTA ENERGETICA…

Infine, tornando alle applicazioni del supercalcolo, va considerato che la modellazione dei fenomeni scientifici richiede oggi simulazioni ad alte prestazioni, analisi dei dati, intelligenza artificiale e visualizzazione dei dati: “il sistema Leonardo consentirà un rendimento estremamente elevato su questi aspetti con un consumo energetico ottimizzato” precisa Atos.

Come spiega Cineca, la climatizzazione del supercomputer è valutata anche dal punto di vista dell’impatto ambientale: “I rack di Leonardo sono raffreddati con acqua temperata: l’acqua entra nei circuiti di raffreddamento del supercomputer a 37°C ed esce a 47°C, per essere inviata agli smaltitori adiabatici, detti drycooler, che la riportano alla temperatura di 37°C. Non i classici gruppi frigo, ma enormi “ventilatori” collegati a batterie adiabatiche, che sfruttano l’evaporazione dell’acqua per abbattere la temperatura”.

Ma su Twitter qualche utente polemizza sul nuovo Supercomputer Leonardo che “consumerà tanta energia come una cittadina di piccole dimensioni”. Pronta la replica di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna: “Capisco che lei non si renda conto delle potenzialità per la nostra società e i territori di un supercomputer come quello inaugurato alla presenza del presidente Mattarella e delle istituzioni europee ieri. Così come che a fianco ci sia il centro meteo europeo”.

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