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50 anni dal passo di Armstrong sulla Luna, a quando il prossimo grande balzo per l’umanità?

Il post di Gianni Bessi in occasione dell'anniversario di domani, 20 luglio, sui 50 anni della missione Nasa Apollo 11

“Niente è impossibile… con un budget e tempo adeguati” era il motto di Wernher von Braun. Così rispose negli anni ’70 a Piero Angela che gli chiedeva quando l’uomo, dopo la conquista della Luna, avrebbe messo piede su Marte. Se l’Apollo 11 portò gli uomini sul nostro satellite, il 20 luglio 1969 alle 22.17 ore italiane e Neil Armstrong poté dire la famosa frase:« Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità.» grandi meriti ebbe anche il barone Wernher Magnus Maximilian von Braun (Wirsitz, 23 marzo 1912 – Alexandria, 16 giugno 1977).

Non a caso la Nasa lo ha definito “indubbiamente il più grande scienziato della tecnica missilistica ed aerospaziale della storia”: nel 1975 ricevette la National Medal of Science.

Era un personaggio che ha fatto discutere, non foss’altro per la sua adesione convinta al nazismo (da cui la definizione di utile nazista). Del resto nei momenti di caos che hanno preceduto la caduta del Terzo Reich, un anticipo di guerra fredda fu proprio la corsa tra americani e sovietici a chi riuscisse a catturare per primo lo scienziato e ingegnere tedesco, una delle figure principali dello sviluppo della missilistica tedesca; fu lui a inventare le V2 che colpirono Londra. La leggenda racconta che fu il generale Dwight D. Eisenhower in persona a dare l’ordine alla compagnia di marines per la delicata operazione di ‘recupero’ ed è perlomeno strano che Hollywood, sempre molto attenta a questo tipo di storytelling, non ci abbia mai girato un film.

Nonostante al tempo fossi troppo piccolo per ricordare l’allunaggio e le celebri litigate fra Tito Stagno e Ruggero Orlando, nei miei studi universitari ho approfondito l’organizzazione del programma spaziale che portò allo sbarco sulla luna grazie all’impegno di centinaia di milioni di dollari, ma soprattutto di come coinvolse centinaia di migliaia di menti.
Tutti cervelli cresciuti nel periodo in cui JFK, 35º presidente degli Stati Uniti, annunciava la Nuova Frontiera di cui la conquista della Luna era l’elemento più avventuroso. Alla base c’era l’adesione, conscia o meno, al mito del progresso tecnologico scientifico, che si diffondeva grazie alla Tv. E proprio questa è un’altra delle eredità di von Braun: lo scienziato tedesco, che aveva conosciuto la forza della ‘propaganda’ nazista, per attrarre sempre più il pubblico internazionale sul tema dei viaggi spaziali e delle tecniche di navigazione nello spazio iniziò a lavorare coi Disney Studios come direttore tecnico, realizzando film per la televisione dedicati all’esplorazione dello spazio.

È da lì che è iniziata la storia dell’Information technology: se analizziamo le biografie dei suoi pionieri e dei suoi protagonisti, scopriamo che Paul Allen, Steve Ballmer, Bill Gates, Steve Jobs, Erick Shmidt, e altri sono nati tutti tra il 1953 e il 1956. Erano ragazzini al tempo dello sbarco sulla luna, l’età in cui nascono le passioni, le vocazioni che poi definiscono il destino di ognuno.

“Niente è impossibile…. con un budget e tempo adeguati”: le parole del barone von Braun funzionano ancora oggi. A quando il prossimo grande balzo per l’umanità? Forse invece che per l’esplorazione dello spazio sarà per la scoperta di come funzionano i nostri cervelli, le reti di neuroni. O sarà l’intelligenza artificiale il prossimo balzo? O torneremo nello spazio cercando di raggiungere Marte? Niente paura: da qualche parte un gruppo di menti è già al lavoro per decidere quale sarà la prossima grande avventura dell’uomo.

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