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Sia, ecco come Intesa Sanpaolo e Banco Bpm con F2i bloccheranno Poste Italiane

Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Bpm vogliono bloccare con F2i il piano di Poste Italiane su Sia. Ecco fatti, indiscrezioni e scenari

Le banche azioniste di Sia come Intesa Sanpaolo e Unicredit si chiedono da giorni: come evitare che Poste Italiane compri la società che gestisce piattaforme tecnologiche per i pagamenti e processa dati sensibili bancari e finanziari? In queste ora una prima risposta ai crucci dei banchieri (compresi quelli di Banco Bpm) è la seguente: accelerare nel progetto di quotazione di Sia. Una soluzione che può azzoppare le mire di Poste sulla società che ha fra i clienti ha anche istituti di credito esteri e 19 banche centrali.

Ecco tutti i dettagli.

IL RUOLO DI F2I PER INTESA SANPAOLO E UNICREDIT

Perno della contromanovra delle banche è il fondo F2i, partecipato dalla Cassa depositi e prestiti, che detiene il 17% di Sia. Il fondo come soci ha, oltre il gruppo controllato dal Tesoro, anche Intesa Sanpaolo, Unicredit, fondazioni bancarie e casse di previdenza.

LA QUOTAZIONE PER EVITARE L’ACQUISTO DI SIA DA PARTE DI POSTE ITALIANE

Secondo quanto scrive oggi Mf/Milano Finanza, “il fondo godrebbe di una clausola tale per cui avrebbe diritto a chiedere la quotazione di Sia in qualsiasi momento”. E un’eventuale quotazione potrebbe bloccare il piano di Poste Italiane, il gruppo guidato dall’ad, Matteo Del Fante, che “ha conferito un incarico esplorativo alla banca d’affari statunitense Jp Morgan per la possibile acquisizione del controllo di Sia”, ha svelato nei giorni scorsi il Sole 24 Ore.

COME OPERA SIA

Ma che cosa fa Sia? Il gruppo opera a livello europeo nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture e servizi tecnologici dedicati a istituti di credito anche stranieri come Ing, Bnp Paribas e Deutsche Bank, banche centrali, imprese e pubbliche amministrazioni.

LE AREE DI BUSINESS DI SIA

Le aree da core business sono i pagamenti, la monetica, i servizi di rete e i mercati dei capitali. Tutte aree su cui punta anche Poste per allargare ulteriormente il business in campo finanziario.

LA MAPPA DEL GRUPPO SIA

Sia eroga servizi in 48 paesi e opera anche attraverso controllate in Austria, Germania, Romania, Ungheria e Sudafrica. La società ha inoltre filiali in Belgio e Olanda e uffici di rappresentanza in Inghilterra e Polonia.

I PENSIERI DEI PENTASTELLATI SU SIA E POSTE ITALIANE

Qualcuno pensava che siccome i vertici di Poste Italiane sono apprezzati da esponenti di primo piano del Movimento 5 Stelle (Davide Casaleggio ha di recente lodato l’azione del gruppo controllato da Mef e Cdp) la mossa della società guidata dall’ad, Matteo Del Fante, trovasse il placet dei Pentastellati. Secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine in ambienti vicini a Luigi Di Maio, ai vertici del Movimento gradirebbero invece che – vista la strategicità dell’infrastruttura di Sia – fosse la Cassa depositi e prestiti direttamente o indirettamente a rilevare il controllo della società.

LA CDP IN SIA TRAMITE FSIA INVESTIMENTI

D’altronde la Cdp ha già un piede in Sia. Così come anche il fondo F2i. Tra gli azionisti di Sia, infatti, ci sono: il veicolo Fsia Investimenti (che vede Fsi Investimenti di Cdp al 70% e Poste Italiane al 30%) con il 49,48% seguito da F2i con il 17,05%, dal fondo Hat Orizzonte (8,64%) e dal gruppo di banche storicamente presenti nella compagine: BancoBpm (4,82%), Intesa Sanpaolo (4,05%), Unicredit (3,97%), Mediolanum (2,85%), Deutsche Bank (2,58%).

“Proprio perché strategica, Sia, non ha senso che sia inglobata da un player di sistema come Poste”, è il ragionamento dei vertici del Movimento 5 Stelle (qui l’approfondimento di Start Magazine).

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