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Ecco come e perché Poste Italiane punta al controllo di Sia

Tutti i dettagli sul progetto in corso di Poste Italia per acquisire il controllo di Sia. Fatti, nomi, numeri, indiscrezioni e scenari

Addio alla quotazione in Borsa per Sia? E’ quello che si chiedono analisti e addetti ai lavori dopo la notizia secondo cui Poste Italiane punta al controllo della società. Ecco tutti i dettagli.

LA NOTIZIA DEL SOLE 24 ORE SU POSTE E SIA

Poste Italiane ha conferito un incarico esplorativo alla banca d’affari statunitense Jp Morgan. Sul tavolo c’è la possibile acquisizione del controllo di Sia, la cui compagine è oggi diversificata tra Cdp, banche e F2i. E’ la notizia pubblicata oggi dal Sole 24 Ore.

L’OBIETTIVO DI UN CAMPIONE NAZIONALE

La mossa del gruppo guidato dall’amministratore delegato, Matteo Del Fante, indica un indirizzo strategico per la società partecipata dallo Stato: essere il perno di un campione nazionale nel settore dei pagamenti, nel solco di un’impostazione sistemica gradita al governo M5S-Lega.

LE SINTONIE POSTE-GOVERNO

D’altronde, come è emerso dall’audizione parlamentare in settimana di Del Fante sul piano industriale di Poste, il gruppo si muove con una sintonia di fatto con le istituzioni: il capo azienda di Poste ha confermato e ribadito che il gruppo continuerà ad acquistare titoli di Stato italiani. Un messaggio chiaro di sostegno al debito pubblico italiano accolto con soddisfazione dai palazzi della politica.

COME OPERA SIA

Ma che cosa è, e che cosa fa, Sia? Il gruppo opera a livello europeo nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture e servizi tecnologici dedicati a istituti di credito, banche centrali, imprese e pubbliche amministrazioni.

LE AREE DI BUSINESS DI SIA

Le aree da core business sono i pagamenti, la monetica, i servizi di rete e i mercati dei capitali.

LA MAPPA DEL GRUPPO

Sia eroga servizi in 48 paesi e opera anche attraverso controllate in Austria, Germania, Romania, Ungheria e Sudafrica. La società ha inoltre filiali in Belgio e Olanda e uffici di rappresentanza in Inghilterra e Polonia.

GLI AZIONISTI DI SIA

Tra gli azionisti di Sia c’è oggi il veicolo Fsia Investimenti (che vede Fsi Investimenti al 70% e Poste Italiane al 30%) con il 49,48% seguito da F2i con il 17,05%, dal fondo Hat Orizzonte (8,64%) e dal gruppo di banche storicamente presenti nella compagine: BancoBpm (4,82%), Intesa Sanpaolo (4,05%), Unicredit (3,97%), Mediolanum (2,85%), Deutsche Bank (2,58%).

ADDIO IPO?

La decisione di Poste di valutare l’acquisizione di Sia segnerebbe di fatto la fine del progetto di quotazione in Borsa che era stato più volte ipotizzato dai vertici della società.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

L’obiettivo di Poste Italiane è industriale: “Sia ha clientela di grande livello e un bagaglio di competenze tali da essere sinergica per Poste. Ne nascerebbe un vero campione nazionale, in un settore strategico come quello dei sistemi di pagamento”, ha scritto Carlo Festa del Sole 24 Ore: “Proprio Sia, del resto, aveva visto l’ingresso in campo di Cdp Equity e di F2i per strapparlo ai grandi gruppi esteri che erano pronti a comprarlo dalle banche azioniste”.

L’ARRIVO DI POSTE DUE ANNI FA

E’ dal settembre 2016 che Poste ha già un piede in Sia. A metà settembre di due anni fa, infatti, fu perfezionato l’accordo di trasferimento da Fsi Investimenti (Gruppo Cdp) a Poste Italiane di una partecipazione azionaria in Sia.

I NUMERI DELL’INGRESSO DI POSTE IN SIA

In particolare, con l’operazione Poste Italiane acquistò – con un investimento complessivo pari a 278 milioni – una quota del 30% di Fsia Investimenti, società che detiene il 49,5% di Sia, posseduta al 100% da Fsi Investimenti, a sua volta controllata da Cdp Equity attraverso una partecipazione del 77%. Il trasferimento si basò su un equity value di Sia pari a 2 miliardi di euro.

GLI SCENARI

Ma quali sono le opzioni che potrebbero concretizzarsi ora dopo la mossa di Poste Italiane? Ha scritto oggi il Sole 24 Ore: “Sarebbero state descritte al management di Poste Italiane da Jp Morgan, banca che storicamente ha relazioni importanti con Poste Italiane: lo stesso Ceo Del Fante era in Jp Morgan, per poi passare in Cdp e Terna, come pure l’attuale Cfo Guido Nola è stato manager della banca Usa”.

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