Skip to content

PagoPa

Perché l’Antitrust bastona il governo su PagoPa

Che cosa ha scritto l'Antitrust nella segnalazione alla presidenza del Consiglio su PagoPa

 

PagoPa non è l’unico mezzo di pagamento nella pubblica amministrazione. A ricordarlo, al Governo e ad Anci, è l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha inviato alcune osservazioni sulla disciplina delle modalità di pagamento alle Pubbliche amministrazioni.

E nelle osservazioni, l’Antitrust mette in guardia anche sulle numerose  modifiche, deroghe e proroghe sui pagamenti che creano “incertezza”.

Tutti i dettagli.

PAGOPA NON SIA UNICA PIATTAFORMA

L’Antitrust, evidenzia che, nonostante il Codice dell’Amministrazione Digitale preveda un obbligo generalizzato di utilizzo esclusivo della piattaforma PagoPA, “le relative Linee Guida precisano che si possano affiancare anche altri metodi di pagamento, tra cui la domiciliazione bancaria (Sepa Direct Debit o SDD)”.

I METODI DI PAGAMENTO DA AFFIANCARE

Più che di osservazione, si tratta di un invito a incentivare anche ulteriori metodi di pagamenti come contanti, delega unica F24 e la domiciliazione bancaria per il pagamento alla Pubblica Amministrazione.

“Gli enti creditori possono affiancare esclusivamente i seguenti metodi di pagamento: a) Delega unica F24 (c.d. modello F24) fino alla sua integrazione con il Sistema PagoPA; b) Sepa Direct Debit (SDD) fino alla sua integrazione con il Sistema PagoPA; c) eventuali altri servizi di pagamento non ancora integrati con il Sistema PagoPA e che non risultino sostituibili con quelli erogati tramite PagoPA poiché una specifica previsione di legge ne impone la messa a disposizione dell’utenza per l’esecuzione del pagamento; d) per cassa, presso il soggetto che per tale ente svolge il servizio di tesoreria o di cassa”.

RIDUZIONE DEL 20% CON DOMICILIAZIONE

E sempre Agcm ricorda che, da Decreto Rilancio, gli enti territoriali possano addirittura “premiare” i cittadini che per i pagamenti s’avvalgano della domiciliazione bancaria, applicando una riduzione fino al 20% dell’aliquota. Inoltre, ci sono state deroghe e proroghe relative al giorno di decorrenza dell’obbligo, che è stato dapprima prorogato al 30 giugno 2020 e poi al 28 febbraio 2021”.

BASTA CONFUSIONE

L’Autorità ricorda che “e deroghe e proroghe hanno interessato anche il dies a quo di decorrenza dell’obbligo, che è stato dapprima prorogato al 30 giugno 2020 e poi, da ultimo, con il d.l. n. 76/2020, al 28 febbraio 2021”. Tutto questo ha “generato incertezza nelle Amministrazioni Pubbliche, tanto che alcune di esse, anche importanti dal punto di vista demografico, risulta abbiano ristretto al solo sistema PagoPA le modalità ammesse per i pagamenti (escludendo, ad esempio, il Sepa Direct Debit – ossia la domiciliazione bancaria – per il pagamento di tasse come la TARI); e e ciò sul presupposto dell’entrata in vigore del sistema PagoPA”.

Torna su