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Ecco perché Ibm ha lanciato una criptovaluta

Ibm ieri ha lanciato una nuova criptovaluta ancorata al dollaro. In un momento di difficoltà del mercato delle criptovalute, mentre è sempre più diffusa la consapevolezza che questi token in grande maggioranza siano delle truffe o comunque destinati a vedere azzerato il loro valore, può apparire sorprendente che un colosso come il gruppo guidato da Ginni Rometty entri in questo settore. Ma la realtà è che la mossa è consequenziale alla scelta di puntare forte sulla tecnologia blockchain. La criptovaluta targata Ibm si chiama Stronghold Usd ed è stata lanciata sulla piattaforma blockchain di Stellar, altra criptovaluta che nella serata di ieri guadagnava l’1% a 0,234 dollari.

Questa blockchain è diversa da quella originale, che è alla base del bitcoin. Mentre la blockchain bitcoin è pubblica e consente a chiunque di partecipare, Ibm consente il suo utilizzo solo a un certo numero di parti fidate. Gli acquirenti della moneta depositeranno i dollari presso la banca partner della società, Prime Trust for Stronghold, con sede in Nevada, che emetterà i token basati su un rapporto 1 a 1. L’ancoraggio al dollaro è un modo per diminuire la volatilità delle criptovalute. Stronghold Usd è stato progettato per essere utilizzato da aziende, come le istituzioni finanziarie, le multinazionali e le società di gestione patrimoniale con l’obiettivo di elaborare i pagamenti più velocemente e in modo più sicuro. I token verranno resi disponibili alla clientela al dettaglio nei prossimi mesi.

Le criptovalute ancorate a una moneta fiat come il dollaro, l’euro o lo yen, vengono chiamate stablecoin e la più celebre è tether. Contestatissima e sottoposta dal dicembre scorso, insieme all’exchange Bitfinex, a un’indagine da parte della Cftc (la Commissione Usa sul trading delle commodity e dei future) su tether grava il sospetto che non abbia le coperture necessarie. A oggi sono in circolazione 2,7 miliardi di tether e molti sospettano che Bitfinex non disponga dell’equivalente in dollari. L’exchange è inoltre sospettato di usare tether per gonfiare le quotazioni del bitcoin. Per dimostrare che il suo token è molto più affidabile di tether, Ibm ha annunciato che Stronghold Usd è sottoposta alla vigilanza della Fdic, l’agenzia indipendente Usa che fornisce un’assicurazione sui depositi delle banche e svolge alcune funzioni a tutela del depositante. Poiché la Fdic copre solo depositi fino ai 250 mila dollari in caso di fallimento della banca, qualsiasi deposito più grande sarà suddiviso e conservato presso più banche.

Jesse Lund, capo dei servizi blockchain per le istituzioni finanziarie di Ibm, ha dichiarato che l’obiettivo del progetto Stronghold Usd è quello di cambiare radicalmente il mercato dei cambi: non ci sarà più bisogno di lavorare su grossi blocchi di valute come avviene adesso, ma gli scambi saranno in tempo reale e anche di piccolissime dimensioni.

Articolo pubblicato su Mf/Milano finanza

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