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Come l’Italia sta recuperando terreno nel Fintech

L'articolo di Sebastiano Torrini

Per quanto l’Italia sia uno degli ultimi Paesi ad averne fatto utilizzo, il mercato di raccolta fondi dei nuovi strumenti di finanza alternativa digitale è in forte crescita, con numeri che registrano, nell’ultimo triennio, una raccolta di investimento delle start-up del settore pari a circa 25 miliardi di euro, mentre 217 milioni sul Lending sono andati a startup innovative, di cui un terzo proprio a Pmi. È quanto emerso dalla ricerca del Politecnico di Milano presentata al IX FOCUS PMI LS Lexjus Sinacta sui nuovi strumenti di finanza alternativa digitale (qui le slide della presentazione).

IL FINTECH STA CERCANDO DI COLMARE SPAZI DI MERCATO LASCIATI SCOPERTI DALL’INDUSTRIA FINANZIARIA TRADIZIONALE

Il matrimonio del mondo della finanza con quello della tecnologia, testimoniato da queste cifre, rileva come l’ecosistema del Fintech si sia sviluppato negli ultimi 8 anni cercando di colmare spazi di mercato lasciati scoperti dall’industria finanziaria tradizionale e in parte dalle normative vigenti, introducendo standard di ‘customer experience’ superiori a quelli offerti dalle banche tradizionali e riuscendo ad essere adottato almeno da un 33% della popolazione digitale. Se fino a pochi anni fa la funzione veniva assolta dai backoffice informatici, adesso la qualità dei servizi si è diversificata in un ampio range di prodotti come pagamenti cashless, piattaforme di raccolta di capitale, algoritmi di gestione dei dati e di automazione dei processi, monete virtuali e nuovi sistemi di gestione dei rischi assicurativi. Oltre ad un’analisi specifica sulle singole categorie degli strumenti prescelti ed un totale di 618 prodotti selezionati, la ricerca evidenzia come fenomeno di successo il Crowdinvesting nei settori assicurativo ed immobiliare, come anche testimoniato, nell’ambito dell’incontro, da alcune case histories raccontate dai CEO di Housers, Green Arrow, AU Harley & Dikkinson, MP 130, M.E.P e Prestiamoci.

IL 16% DEGLI ITALIANI HA UTILIZZATO ALMENO UN SERVIZIO FINTECH NEL CORSO DEL 2017

L’industria del Fintech italiano presenta una fortissima concentrazione di aziende localizzate in Lombardia e in particolare a Milano, dove ha sede il Fintech District che ambisce a diventare uno dei principali hub europei del settore, soprattutto a seguito della Brexit”, ha sottolineato Giancarlo Giudici professore associato di Corporate Finance al Politecnico di Milano nel suo intervento (qui l’intervento integrale). “Secondo l’Osservatorio Fintech & Digital Finance 2017 del Politecnico di Milano (www.osservatori.net/it_it/osservatori/osservatori/fintech-digital-finance) negli ultimi tre anni le startup del Fintech hanno raccolto investimenti per oltre 25 miliardi di euro e una recente indagine di Banca d’Italia mostra un intenso grado di coinvolgimento del sistema finanziario italiano, soprattutto delle banche di grande dimensione, con circa i tre quarti degli intermediari oggetto dell’indagine che prevedono di effettuare investimenti in tecnologie e servizi Fintech, di cui tuttavia solo un numero limitato realizzato sfruttando possibili sinergie con imprese esterne. I tassi di adozione sono ancora relativamente bassi rispetto a quelli rilevati a livello globale, tuttavia appaiono in crescita e sempre l’Osservatorio del Politecnico evidenzia come il 16% degli italiani abbia utilizzato almeno un servizio Fintech nel corso del 2017”. Iliad

MOBILE PAYMENT, MOBILE WALLET E STRONG AUTENTHICATION I SERVIZI PIÙ UTILIZZATI

A guidare la classifica dei servizi più utilizzati tra gli utenti italiani “è il mobile payment (15% degli intervistati ha dichiarato di averlo utilizzato nell’ultimo anno), seguono mobile wallet (8%), strong autenthication (ancora 8%), prestiti peer-to-peer (7%), mentre alla pari (5%) sono il trading di criptovalute, i chatbot e il crowdfunding.

ITALIA AL QUINTO POSTO IN EUROPA PER IL CROWDINVESTING

In forte crescita è il settore del crowdinvesting per il finanziamento alle imprese, ambito nel quale secondo l’Università di Cambridge l’Italia si posizione al quinto posto in Europa in termini di volumi. I dati dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano (www.osservatoriocrowdinvesting.it mostrano che fino al 30 giugno 2018 i portali italiani avevano raccolto 33,3 milioni di euro attraverso equity crowdfunding (a vantaggio soprattutto di startup innovative) e 216,9 milioni di euro attraverso lending (di cui 60,3 milioni di euro a vantaggio di PMI, il resto a persone fisiche per finanziamento del credito al consumo) – si legge nella presentazione di Giudici -. Nell’ambito di canali di finanziamento per le PMI alternativi al credito bancario, va anche segnalata la continua crescita del contesto dei mini-bond, ovvero titoli obbligazionari collocati sul mercato degli investitori professionali. Secondo l’Osservatorio Mini-bond del Politecnico (www.osservatoriominibond.it) fino al 30 giugno 2018 le PMI italiane avevano raccolto attraverso questo strumento ben 3,7 miliardi di euro”.

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