Prima non ce l’aveva fatta a passare sotto la lente delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, poi dopo un ricorso è stato ammesso. E’ quello che è successo alla proposta di modifica al Decreto Crescita che mira a introdurre una regolamentazione complessiva del settore Fintech e in particolare a creare una sandbox per sperimentare nuove attività innovative.
IL PLAUSO DI ITALIAFINTECH
Presentato dal vicepresidente della VI commissione Alberto Gusmeroli (Lega), l’emendamento prevede, in sintesi, un periodo di sperimentazione regolato di 18 mesi per le attività che perseguono l’innovazione mediante nuove tecnologie (come intelligenza artificiale e registri contabili criptati) dei servizi e dei prodotti finanziari, creditizi, assicurativi e dei mercati regolamentati. Una novità nel panorama italiano che ha trovato il plauso di ItaliaFintech, l’associazione che riunisce tutte le più innovative aziende del fintech nazionali e internazionali operanti in Italia con lo scopo di promuovere la conoscenza e l’adozione delle soluzioni fintech da parte di consumatori, famiglie e imprese. “Siamo lieti dell’iniziativa con cui è stato presentato l’emendamento all’articolo 36.3 del Decreto Crescita, avente oggetto l’introduzione di una Sandbox, per servizi innovativi a beneficio delle famiglie e delle imprese italiane”, ha commentato il managing director Marta Ghiglioni su Twitter.
COSA PREVEDE L’EMENDAMENTO: SPERIMENTAZIONE DI MASSIMO 18 MESI
Più nel dettaglio l’emendamento prevede che “al fine di promuovere e supportare l’imprenditoria, stimolare la competizione sul mercato, assicurare la protezione adeguata dei consumatori, degli investitori e del mercato dei capitali, nonché favorire il raccordo tra le Istituzioni, le Autorità e gli operatori del settore, il ministro dell’Economia e delle finanze, sentite la Banca d’Italia, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB), e l’istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) adotta, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più regolamenti per definire le condizioni e le modalità di esercizio di un periodo di sperimentazione per le attività che perseguono – o che intendono perseguire – innovazione mediante nuove tecnologie – quali ad esempio intelligenza artificiale e registri distribuiti – di servizi e prodotti nei settori finanziario, creditizio, assicurativo, e dei mercati regolamentati (tecno-finanza o fintech)”. Il periodo di sperimentazione, prosegue il testo, “si conforma al principio di proporzionalità previsto dalla normativa europea ed è caratterizzato da “a) un periodo massimo di diciotto mesi; b) requisiti patrimoniali ridotti; c) adempimenti proporzionati e semplificati alle attività che si intendono svolgere; d) tempi ridotti per le procedure autorizzative; e) perimetri di operatività”.
MISURE ANCHE DIFFERENZIATE IN BASE A ESIGENZE SPECIFICHE
Non solo. L’emendamento prevede che le misure potessero essere “differenziate ed adeguate in considerazione delle particolarità e delle esigenze dei casi specifici; esse hanno carattere temporaneo e garantiscono adeguate forme di informazione e protezione a favore di consumatori e investitori, nonché del corretto funzionamento dei mercati. L’operatività delle misure cessa al termine del relativo periodo, ovvero alla perdita dei requisiti o al superamento dei limiti operativi”. Inoltre, proseguiva il testo, “il periodo di sperimentazione non comporta il rilascio di autorizzazioni per l’esercizio di attività riservate da svolgersi al di fuori di esso. Nel rispetto delle norme stabilite dai regolamenti e delle finalità del periodo di sperimentazione, ciascuna Autorità, nell’ambito delle proprie competenze e materie, anche eventualmente congiuntamente con le altre Autorità, ha facoltà di avviare iniziative per la sperimentazione”. E “in attesa di eventuali modifiche normative, al termine del periodo di sperimentazione le Autorità possono autorizzare temporaneamente i soggetti che siano stati ammessi al suddetto periodo ad operare sul mercato sulla base di un’interpretazione aggiornata della legislazione vigente specifica del settore”.
RELAZIONE DI ANALISI SUL SETTORE PREVISTA OGNI ANNO
Inoltre “la Banca d’Italia, la CONSOB, e l’IVASS producono annualmente, ciascuna per quanto di propria competenza, una relazione d’analisi sul settore tecno-finanziario, riportando quanto emerge dall’applicazione del sistema di sperimentazione” e segnalare “eventuali modifiche normative o regolamentari necessari per lo sviluppo del settore, la tutela del risparmio, e la stabilità finanziaria”. Il numero dei partecipanti “al Comitato di Coordinamento per il Fintech, istituito con Protocollo d’intesa presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, è ridotto a sette ed è composto da: Ministro dell’economia e delle finanze, Ministro dello sviluppo economico, Ministro per gli affari europei, Banca d’Italia, Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Il Comitato può invitare alle proprie riunioni, con funzioni consultive e senza diritto di voto, ulteriori istituzioni e autorità, nonché associazioni di categoria, imprese, entità e soggetti operanti nel settore della tecno-finanza”.
POSSIBILI ACCORDI ANCHE CON UNIVERSITA’
Infine, le autorità di vigilanza e di controllo “sono autorizzate, singolarmente o in collaborazione tra loro, a stipulare accordi con una o più università sottoposte alla vigilanza del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e centri di ricerca ad esse collegati, aventi ad oggetto lo studio dell’applicazione alla loro attività istituzionale degli strumenti di intelligenza artificiale e di registri contabili criptati e la formazione del proprio personale. Agli oneri derivanti dagli accordi di cui al presente comma le autorità provvedono nell’ambito dei rispettivi stanziamenti di bilancio”.