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Coinbase

Criptovalute, cos’è e come funziona Coinbase (quotata al Nasdaq)

Tutti i dettagli su Coinbase, la piattaforma per i pagamenti in criptovalute che si quota al Nasdaq

 

Maxi quotazione in vista per Coinbase al Nasdaq?

Oggi la piattaforma di scambi di criptovalute va alla prova del mercato azionario.

Coinbase è destinata a diventare la prima grande azienda di criptovalute a quotarsi negli Stati Uniti. Alcune stime indicano che la società potrebbe essere valutata 100 miliardi di dollari, quasi il doppio di quella di Intercontinental Exchange, operatore della Borsa di New York e di altre importanti sedi.

Il valore dell’azienda è aumentato vertiginosamente nell’ultimo anno insieme a bitcoin ed ethereum, le principali valute scambiate sulla piattaforma.

Il Bitcoin ieri ha toccato un nuovo record alla vigilia dell’arrivo di Coinbase. La criptovaluta corre a 63.246 dollari sostenuta dall’ottimismo dei fan delle valute digitali che vedono nella quotazione diretta di Coinbase quel passo decisivo per l’accettazione da parte del grande pubblico del Bitcoin.

“È un po’ un test di Rorschach per la fiducia delle persone nelle criptovalute”, ha detto Tom Loverro, partner di IVP, al Financial Times.

Tutti i dettagli.

QUOTAZIONE DIRETTA AL POSTO DELL’IPO

L’offerta è una quotazione diretta invece di una tradizionale Ipo. Ciò significa che il mercato, piuttosto che le banche di investimento che sottoscrivono, determinerà il prezzo di negoziazione di apertura per le azioni Coinbase sotto il ticker COIN.

LA PRIMA DI RILIEVO AL NASDAQ

Coinbase è la prima quotazione diretta significativa del Nasdaq, dopo Spotify, Slack, Palantir, Asana e Roblox, tutti quotati alla Borsa di New York.

IL PREZZO DI RIFERIMENTO

Il Nasdaq ha attribuito a Coinbase un prezzo di riferimento di 250 dollari ad azione. Per una valutazione complessiva della società di circa 65,3 miliardi di dollari.

COME VA COINBASE

La quotazione diretta non raccoglierà denaro dunque, il che va bene perché Coinbase non ne ha bisogno evidenzia Quartz.

Fondata 8 anni fa, Coinbase gestisce il più grande scambio di criptovalute degli Stati Uniti e deteneva fondi per 56 milioni di clienti al dettaglio alla fine del primo trimestre.

Coinbase ha dichiarato la scorsa settimana, annunciando i risultati preliminari del primo trimestre, che le entrate nel periodo sono aumentate di nove volte a 1,8 miliardi di dollatr e l’utile netto è salito tra 730 milioni e  800 milioni di dollari dai 32 milioni di dollari dell’anno precedente.

Per l’intero anno 2020, le entrate sono più che raddoppiate a 1,28 miliardi di dollari e la società è passata da una perdita nel 2019 a un profitto di 322,3 milioni di dollai.

IL BUSINESS

Le commissioni di transazione hanno rappresentato oltre il 96% dei ricavi netti di Coinbase lo scorso anno. Le transazioni in bitcoin rappresentano il 44% delle commissioni, secondo il prospetto depositato dalla società.

La stragrande maggioranza delle transazioni su Coinbase riguarda infatti l’acquisto di bitcoin ed ethereum, che hanno registrato uno strappo storico, salendo rispettivamente di oltre l’800% e il 1.300% nell’ultimo anno.

RISPETTO ALLE PRINCIPALI BORSE STATUNITENSI

Coinbase genera più entrate per operazione rispetto alle principali borse statunitensi, anche se quei mercati gestiscono da 60 a 100 volte più scambi teorici (importo in dollari) rispetto alla piattaforma crittografica, sottolinea Quartz.

In altre parole, Nasdaq e NYSE competono con circa una dozzina di altre borse statunitensi (oltre a dark pool e altri tipi di sedi di negoziazione), il che aiuta a tenere sotto controllo le commissioni di negoziazione e altri oneri.

È ragionevole aspettarsi che le commissioni di scambio di criptovalute diminuiscano se il settore matura. Ma anche che i volumi di scambio potrebbero aumentare allo stesso modo.

PROBLEMA DI VOLATILITÀ?

Ma la società ha riconosciuto che la crescita a breve termine sarà dettata principalmente dal prezzo e dal volume delle transazioni di bitcoin.

L’interesse per bitcoin e altre risorse digitali fiorisce quando i prezzi aumentano, e allo stesso modo può crollare quando i prezzi scendono.  Tutto ciò emerge dal numero di utenti mensili su Coinbase, che ha segnalato 2,4 milioni di utenti con transazioni mensili (MTU) nel marzo 2018 quando il bitcoin veniva scambiato fino a 11.000 dollari circa. Gli MTU sono crollati a circa 900.000 nel dicembre di quell’anno quando il prezzo della criptovaluta è sceso di circa il 70% a circa 3.000 dollari.

E BEGHE NORMATIVE

Non solo, Coinbase ha anche affrontato la sua parte di problemi normativi, come ha ricordato il Financial Times. Il mese scorso, ha pagato 6,5 milioni di dollari per saldare le accuse di aver segnalato dati di trading falsi e un ex dipendente impegnato in operazioni di wash trading.

IL PARERE DEGLI ANALISTI

Tuttavia, il debutto “segnerà l’occasione di una congiunzione fra la finanza tradizionale e il mondo cripto. E uno sbarco di successo può essere l’endersement ufficiale delle criptovalute da parte degli investitori tradizionali”, affermano alcuni analisti, convinti che “il basso tasso di volatilità degli ultimi 30 giorni mostra come il Bitcoin è ormai pronto a uscire dalla gabbia e continuare la sua corsa verso i 10.000”.

Diverse banche, fra le quali Goldman Sachs e JPMorgan, hanno già annunciato piani per offrire criptovalute ai propri clienti — ricorda l’Ansa — anche alla luce della curiosità e della domanda sostenuta. Ma la volata del Bitcoin continua a non convincere molti.

LA CINA CORRE SULLO YUAN DIGITALE

Nonostante le resistenze, le valute digitali tentano diversi governi, in primis la Cina. Pechino sta lavorando al suo yuan digitale controllato dalla banca centrale, cercando di posizionarlo per un uso internazionale e sfidando di fatto il dollaro. (Qui l’approfondimento di Start sulla Cina che circonda Alibaba e Ant per lanciare lo yuan digitale).

USA PIÙ CAUTI

La Fed sul dollaro digitale procede con cautela: “non c’è nessuna fretta per adottarlo”, va ripetendo da tempo il presidente della Fed Jerome Powell assicurando che la banca centrale non adotterà il dollaro digitale “senza l’appoggio del Congresso”.

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