Skip to content

westinghouse

Nucleare, il governo americano diventerà azionista di Westinghouse?

Il governo degli Stati Uniti ha stretto un accordo da 80 miliardi di dollari con Westinghouse per la costruzione di reattori nucleari. Washington potrebbe arrivare a detenere una partecipazione del 20 per cento della società e forzarne la quotazione in borsa. Tutti i dettagli

Il governo degli Stati Uniti ha stretto un accordo dal valore di 80 miliardi di dollari con i proprietari della compagnia energetica Westinghouse – ovvero la società di investimento Brookfield Asset Management e il produttore di uranio Cameco, entrambi canadesi – per la costruzione di reattori nucleari.

Il presidente Donald Trump ha fissato l’obiettivo di quadruplicare la capacità nucleare americana entro il 2050, portandola a 400 gigawatt. L’investimento in Westinghouse, allora, dovrebbe permettere di finanziare otto centrali dotate di reattore AP1000, oppure un insieme di grandi impianti e piccoli reattori modulari.

COSA C’ENTRA IL GIAPPONE

Nell’accordo è coinvolto il Giappone: la cifra che il governo americano spenderà nei reattori di Westinghouse, infatti, è finanziata tramite l’intesa da 550 miliardi di dollari che Trump ha siglato nei giorni scorsi con la prima ministra giapponese Sanae Takaichi. Takaichi, peraltro, è una promotrice dell’energia atomica.

IL RUOLO DEL GOVERNO AMERICANO IN WESTINGHOUSE

Il governo federale dovrebbe supportare Westinghouse nell’ottenimento dei terreni e delle autorizzazioni per i reattori, e potrebbe anche offrire delle garanzie sui prestiti o aiutare l’azienda ad assicurarsi nuove commesse a livello internazionale, stando a una fonte del Financial Times.

L’accordo, poi, prevede un meccanismo di condivisione degli utili che potrebbe eventualmente consentire a Washington di acquisire una quota rilevante del capitale di Westinghouse – non sarebbe la prima volta, per l’amministrazione Trump – e detenere i diritti per imporne la quotazione in borsa.

Secondo Cameco, che possiede il 49 per cento di Westinghouse, se il governo americano dovesse davvero spendere 80 miliardi per i reattori della società, finirebbe per detenere diritti sul 20 per cento degli utili, una volta distribuiti 17,5 miliardi ai proprietari attuali. E qualora Westinghouse dovesse raggiungere un valore superiore a 30 miliardi entro il 2029, il governo potrebbe chiederle di quotarsi in borsa, convertendo la sua quota di utili in una partecipazione azionaria fino al 20 per cento.

LA STORIA RECENTE DI WESTINGHOUSE

Nel 2017, anche ai causa dei ritardi e dello sforamento dei costi dei reattori della centrale nucleare di Vogtle – gli ultimi costruiti negli Stati Uniti -, Westinghouse dovette ricorrere al Chapter 11, la norma fallimentare che permette alle aziende di concordare un piano di risanamento.

Nel 2022 la società venne acquisita da Brookfield Asset Management e da Cameco in un’operazione dal valore di circa 4 miliardi di dollari. I due proprietari non sono tenuti a concedere diritti di governance al governo americano nell’ambito della loro partnership, come già avvenuto con Intel.

Torna su