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Brema

Vi racconto il pasticciaccio della sovratassa sul gas in Germania

Che cosa sta succedendo in Germania sulla sovratassa sul gas. L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

 

Il pasticciaccio brutto della sovratassa sul gas (Gasumlage) è di nuovo sul tavolo del ministro Robert Habeck. L’uomo cui è demandata la gestione della crisi energetica è anche quello che deve mettere mano a cambiamenti sostanziali, perché nella lista delle aziende che vorrebbero accedere agli indennizzi pagati dai contribuenti tedeschi ve ne sono diverse che non appaiono affatto in difficoltà esistenziale, ma anzi sono floride e satolle per i guadagni che la stessa crisi ha favorito, grazie all’aumento del costo dell’energia.

La nuova imposta, inizialmente pari a 2,4 centesimi per kilowattora, sarà addebitata ai clienti da ottobre fino alla fine di marzo 2024. L’obiettivo del governo è quello di alleggerire le imprese che, a causa delle forniture limitate dalla Russia, devono acquistare gas altrove a costi significativamente più elevati per rispettare i loro contratti. L’hanno soprannominata tassa Uniper, dal nome del più grande importatore di gas della Germania che ha registrato una perdita di oltre 12 miliardi di euro nel primo semestre dell’anno, 6,5 dei quali legati all’interruzione delle forniture di gas dalla Russia. Uniper non poteva trasferire gli aumenti di prezzo sui clienti. Da qui l’intervento del governo con un pacchetto di aiuti da 15 miliardi di euro e l’assunzione di una partecipazione del 30% dell’azienda. Tuttavia, questo da solo non poteva coprire le perdite giornaliere nel lungo periodo. E così è arrivata anche la nuova tassa.

Per Habeck, che l’ha difesa sin dal primo momento, “ la più equa tra le opzioni possibili”. Per giornali come la Frankfurter Allgemeine Zeitung, “un’idea folle”. “L’intera costruzione è stata realizzata in fretta e furia. I ministri federali Robert Habeck e Christian Lindner hanno reso il prelievo parte della tariffa normale per evitare di doverlo sottoporre a una lunga procedura di aiuti di Stato dell’UE”, ha commentato il quotidiano di Francoforte, aggiungendo: “Inizialmente, solo gli importatori di gas russo avrebbero potuto trasferire i costi ai propri clienti, ma ciò avrebbe significato che gli altri clienti del gas sarebbero stati esonerati, una procedura ingiusta dal punto di vista politico”.

La prima rogna è arrivata dalla questione dell’IVA. Il ministro del Tesoro Christian Lindner (Fdp) aveva chiesto alla Commissione europea la possibilità di abolire l’IVA sulla sovratassa, per garantire che il prelievo sul gas non gravasse sui consumatori più del necessario. Ma da Bruxelles era arrivata la bocciatura, accompagnata da una serie di proposte alternative di Paolo Gentiloni. E alla fine il governo tedesco ha annunciato la riduzione dell’aliquota IVA sul gas per un periodo limitato, portandola dal 19 al 7%.

La seconda rogna si è presentata quando è stata resa nota la lista delle 12 aziende che hanno presentato in tempo le richieste di denaro per la sovratassa, riportato nell’elenco di Trading Hub Europe, l’associazione degli operatori. Oltre a Uniper, ci sono VNG, EWE, Sefe – ex Gazprom Germania – e la sua controllata Wingas, oltre a OMV, Axpo, Vitol e Gunvor, le società svizzere di trading di materie prime DXT Commodities ed Enet Energy. Anche la controllata commerciale di RWE, Supply and Energy, è presente nell’elenco. RWE, così come Shell, aveva annunciato di voler rinunciare alla sovratassa per non gravare sui propri clienti: una portavoce dell’azienda ha dichiarato che si tratta di una “misura puramente precauzionale” nel caso in cui la situazione dovesse cambiare. Uniper e Sefe sommano assieme quasi il 90% della somma.

Ma nell’elenco ci sono aziende i cui bilanci non sono affatto in difficoltà. Così è montata la protesta politica. L’opposizione conservatrice (Cdu e Csu) ha annunciato battaglia in parlamento, i liberali dell’Fdp, al governo, hanno chiesto al ministro Habeck modifiche alla misura, il ministro Lindner ha assecondato la posizione del suo partito. Poi si sono aggiunti i distinguo dei socialdemocratici e alla fine la fronda si è allargata anche dentro ai Verdi, dove uno degli esponenti di spicco, Anton Hofreiter, ha definito la controversa tassa “un errore” nella sua forma attuale e ha chiesto anche lui “una revisione del regolamento”.

Così il ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi) ha annunciato una revisione della sovratassa sul gas. Alcune aziende “che ora hanno davvero guadagnato molto denaro e non hanno bisogno della sovratassa da parte della popolazione si sono infilate nella lista”, ha detto il leader dei Verdi a Münster, di fronte a una platea di imprenditori a Münster.

Per ragioni di uguaglianza di fronte alla legge, queste aziende hanno un diritto legale, ha spiegato Habeck: “Ma non è certo moralmente giusto che le aziende che – lasciatemelo dire in parole semplici – hanno guadagnato un mucchio di soldi, poi dicano anche: sì, e per le poche perdite di entrate che abbiamo, chiediamo aiuto alla popolazione, perché anche loro dovrebbero darci dei soldi”. Una marcia indietro. In questo contesto, ha annunciato, “esamineremo di nuovo attentamente la questione per vedere se possiamo trovare un modo legalmente sicuro per porre fine all’uso improprio di queste aziende”.

Per i quotidiani del gruppo Redaktions Netzwerk Deutschnad “con la tassa sul gas, che è un pasticcio, inizia il disincanto verso il ministro Habeck”: “In tempi di crisi energetica, il ministro dell’Economia ha un compito ingrato, ma ha comunque riscosso successo presso l’elettorato. Il suo stile di protestare e spiegare è considerato esemplare. Ma con la tassa sul gas, questa immagine si sta scalfendo e ora si può vedere dove lo stile di Habeck raggiunge i suoi limiti”. Il ministro di lotta e di governo, il politico più amato nelle classifiche del consenso politico, si trova di fronte alla sua prima vera prova del fuoco.

Perché in fondo a tutto ci sono i costi della crisi che ora arrivano nelle tasche degli elettori. Il portale di comparazione dei prezzi Verivox ha calcolato costi aggiuntivi compresi tra 89 e 298 euro per una singola famiglia con un consumo annuo di 5.000 kilowattora. Per una tipica famiglia di due coniugi il costo è compreso tra 214 e 714 euro, per una famiglia in una casa indipendente (20.000 kilowattora) tra 357 e 1.190 euro. Il sovrapprezzo per il gas, che i fornitori di energia devono pagare per primi, potrebbe essere visibile nelle bollette di novembre o addirittura di dicembre per i clienti finali.

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