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Emissioni

Cambiamenti climatici, la sorpresona degli Stati Uniti di Trump

Gli Usa si oppongono agli accordi di Parigi, ma continuano a tagliare le emissioni di Co2. L'articolo di Giusy Caretto

Negli Usa la rivoluzione ambientale è silenziosa e latente. Nascosta (se così possiamo dire) all’inquilino della Casa Bianca: Donald Trump non crede nei cambiamenti climatici tanto da aver abbandonato gli accordi di Parigi, eppure la sua America ha tagliato le emissioni di CO2 nel settore energetico grazie a gas e rinnovabili. Andiamo per gradi.

L’ABBANDONO DEGLI ACCORDI DI PARIGI

Era giugno 2017 quando Donald Trump ha deciso di recedere dagli accordi sul clima di Parigi: è stato uno dei primi atti più importanti della nuova presidenza. Un atto di ribellione non indifferente contro l’intera comunità scientifica, energetica ed economica che, almeno inizialmente, si pensava minasse (seriamente) la riduzione delle emissioni di C02 decisa in Francia.

TRUMP ED IL PIANO CHE RIVALUTA IL CARBONE

Ad agosto 2018, Trump ha presentato un piano per l’energia che avrebbe dovuto allontanare l’America dallo “switch” alle rinnovabili. La nuova strategia, che sconfessa ampiamente quella redatta dall’ex Presidente Obama, non prevede obiettivi di riduzione delle emissioni e accenna soltanto ai cambiamenti climatici. Nel suo piano, invece, è previsto sulla regolamentazione delle centrali a carbone e sulla regolazione delle emissioni di anidride carbonica.

LA RIVOLUZIONE CONTINUA

Tra le politiche del Tycoon e le scelte di cittadini, città, sindaci e Stati federali c’è stato un cortocircuito. Qualcosa non ha funzionato: mentre Trump, infatti, promuoveva le fonti fossili più inquinanti, il mondo dell’energia si spostava verso gas e rinnovabili. E, come riporta il Financial Times, non si è mai fermato.

Ad oggi, secondo quando si legge sul sito dell’Università di Padova, gli Stati Uniti sono già a metà strada rispetto all’obiettivo di ridurre entro il 2025 l’emissione di Co2 del 26-28% rispetto ai valori del 2005. E c’è di più: continuando su questa strada, infatti, sarebbe possibile e realistico che le emissioni di Co2 vengano diminuite di un livello superiore al 24% rispetto ai livelli pre-2005. In linea con gli accordi di Parigi.

usaPOLONIA, IL PUNTO DI SVOLTA?

Intanto, in questi giorni, a Katowice, in Polonia, il mondo è riunito per redigere le linee guida che dovrebbero rendere attuabili gli accordi di Parigi. E anche in questo caso, a dirla tutta, gli Usa di Donald Trump non si smentiscono: gli Stati Uniti, con Arabia Saudita, Russia e Kuwait, come si legge sulla Bbc, si sono opposti ad “accogliere” il rapporto dell’IPCC sugli impatti di un aumento di temperatura di 1,5 ° C, presentato lo scorso ottobre, nella relazione di Cop24.

La speranza di un cambio di rotta e di un ripensamento da parte di Trump e dei suoi più stretti collaboratori, comunque, non svanisce: qualcosa cambierà all’improvviso? Ai posteri l’ardua sentenza.

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