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Davvero l’Ue non si gaserà più col gas russo?

Entro il 30 novembre 2027, l'Unione europea dovrà azzerare le importazioni di gas dalla Russia. "Stiamo voltando pagina", ha dichiarato von der Leyen: ma è davvero così? Estratto dal Mattinale Europeo.

30 novembre 2027: entro questa data, secondo il regolamento RePowerEU su cui Consiglio e Parlamento hanno raggiunto un accordo ieri sera, neppure una singola molecola di gas russo dovrebbe più entrare nell’Ue. «Stiamo voltando pagina, e lo stiamo facendo per sempre», ha dichiarato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. “Questa è l’alba di una nuova era: l’era della piena indipendenza energetica dalla Russia”.

PERCHÉ L’INDIPENDENZA EUROPEA DALL’ENERGIA RUSSA È ANCORA DISTANTE

Quell’era, tuttavia, è ancora un po’ distante. Solo l’anno prossimo la Commissione presenterà una proposta legislativa per eliminare gradualmente anche il petrolio greggio russo. Questo processo dovrebbe essere completato entro la fine del 2027, ha spiegato Dan Jørgensen, commissario per l’Energia.

Le condizioni per liberarsi delle restanti importazioni di petrolio russo sono favorevoli, ha affermato Ben McWilliams del think tank Bruegel. “Il divieto dell’Ue sulle importazioni di petrolio è stato molto efficace e ha ridotto in modo significativo le opportunità di esportazione per la Russia”, ha dichiarato al Mattinale Europeo. “Parte di questo calo sarà compensato dalla riallocazione delle importazioni di greggio e di prodotti raffinati, ma si tratta di una quantità modesta rispetto alla riduzione immediata delle importazioni europee di greggio. È comunque un ambito in cui la politica può essere inasprita — si veda il caso dei dazi di Trump sull’India e le discussioni nell’Ue sulla limitazione delle esportazioni dalle raffinerie note per trattare greggio russo”.

QUANTO PESA IL PETROLIO RUSSO PER L’UE

La quota di importazioni di greggio russo nell’Ue è scesa dal 30% prima dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina a circa il 3%. Sanzionare le raffinerie in India e in altri paesi terzi che lavorano il greggio russo “è difficile da monitorare e rischia di far salire i prezzi del petrolio”», ammette McWilliams. “Ecco perché nel 2022 Ue e Stati Uniti hanno deciso di consentire questa esenzione. Il fatto che oggi i prezzi globali del petrolio siano sensibilmente più bassi offre maggior margine politico per esplorare questa strada”.

Naturalmente, tutto dipenderà dal fatto che Ungheria e Slovacchia cambino posizione. E se la Russia diventasse semplicemente troppo costosa per loro rispetto ai fornitori alternativi? L’opzione di rendere il greggio russo fuori mercato imponendo un dazio speciale all’importazione è una delle possibilità discusse dalla Commissione negli ultimi mesi. Con un vantaggio aggiuntivo: richiederebbe solo una maggioranza qualificata in Consiglio — quindi niente potere di veto.

L’UNGHERIA PREPARA UN RICORSO

Viktor Orban non accetta l’imposizione di un divieto di importazione di idrocarburi russi. Il primo ministro ungherese la scorsa settimana è stato al Cremlino per chiedere a Vladimir Putin di continuare a fornirgli petrolio e gas, a prescindere dalla guerra in Ucraina e dalle misure adottate dall’Ue. Orban è stato anche a Washington per implorare Donald Trump di esentare l’Ungheria dalle sanzioni petrolifere. L’accordo sul divieto di importazione di gas russo rischia di rovinare i suoi piani.

“Appena il piano RePowerEu sarà formalmente adottato, presenteremo immediatamente ricorso davanti alla Corte di giustizia dell’Ue, ha annunciato il suo ministro degli Esteri, Peter Szijjarto. “Le procedure legali inizieranno senza ritardi. Il lavoro preparatorio è già in corso. Faremo tutto il necessario per difendere la sicurezza energetica dell’Ungheria”, ha aggiunto.

(Estratto dal Mattinale Europeo)

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