Tutte le incognite ambientali del nuovo piano Ilva firmato da governo e sindacati
Che cosa ha detto l’ex direttore generale dell’Arpa Puglia, il professor Giorgio Assennato, sul nuovo piano Ilva
“Addendum al Piano Ambientale Ilva inquietante e con fake news”. Parola del professore Giorgio Assennato, direttore di Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) Puglia dal 2006 al 2016.
IL GIUDIZIO DEL PROFESSORE SUL NUOVO PIANO ILVA
Secondo il professore, verrebbe consentito ora agli indiani di Arcelor Mittal – con il piano che ha avuto il beneplacito del governo e dei sindacati – quel che è stato assolutamente negato ai Riva.
L’APPROFONDIMENTO DI ENERGIA OLTRE
L’ex direttore di Arpa ha rilevato – come ha approfondito Energia Oltre – la gravità di un aumento della produzione di acciaio da 6 a 8 milioni di tonnellate “deciso a tavolino, non vincolato ad alcun intervento”.
LE CONTRADDIZIONI E LE INCOGNITE SU PRODUZIONE ED EMISSIONI
Un aumento che, tra l’altro, secondo Assennato, non è possibile che non determini ulteriori emissioni, come invece si evince dai documenti.
LE VALUTAZIONI DELL’ARPA
Secondo la valutazione espressa in passato da Arpa, il rischio ambientale, data la vicinanza dello stabilimento al quartiere Tamburi, diventerebbe accettabile, nonostante le migliorie, solo sotto i 7 (o preferibilmente 6) milioni di tonnellate di acciaio prodotte ogni anno. Secondo l’addendum, Mittal «dovrà confrontare il flusso di massa annuale autorizzato dall’AIA […] con il flusso di massa delle emissioni convogliate di polveri previste esercendo gli impianti ambientalizzati […] fino a 8 milioni di tonnellate».
IL COMMENTO
Comunque per Assennato nel Piano Ambientale c’è anche del positivo: la copertura dei parchi minerali e la bonifica delle acque che sono nei suoli sottostanti l’Ilva.
TUTTI I DETTAGLI E GLI APPROFONDIMENTI IN QUESTO ARTICOLO DI ENERGIA OLTRE
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