L’Ungheria, grazie al gasdotto Turkish Stream, ha segnato un punto di svolta nelle sue relazioni energetiche con la Russia e i Paesi limitrofi, riducendo la dipendenza dal transito del gas attraverso l’Ucraina.
Questa scelta non è solo una questione tecnica, ma un nodo cruciale nel complesso intreccio geopolitico della regione. La Russia, impegnata da tempo nel diversificare le rotte di esportazione del gas, utilizza progetti come il Turkish Stream per consolidare la propria influenza sui partner europei, in particolare su quelli dell’Europa centrale e orientale.
Per l’Ungheria, la sicurezza energetica è stata rafforzata attraverso un accordo strategico che le garantisce un flusso stabile di gas, pari a circa 6,2 miliardi di metri cubi nel 2024. La diversificazione delle rotte di approvvigionamento di Mosca è anche una risposta alle sanzioni occidentali, poiché permette al Cremlino di mantenere un controllo sulle forniture e di evitare le potenziali limitazioni imposte dall’instabile situazione ucraina.
Questo quadro rafforza la posizione della Russia come fornitore dominante, ma pone domande sull’indipendenza energetica degli altri Stati europei, in particolare di Austria e Slovacchia, che rimangono vincolati al transito attraverso l’Ucraina. L’assenza di un’alternativa solida per questi Paesi, che non possono contare pienamente sul Turkish Stream, mantiene una pressione geopolitica sulle loro scelte politiche e di sicurezza.
La mossa di Budapest, dunque, non solo sottolinea il suo allineamento con le scelte energetiche di Mosca ma solleva perplessità a Bruxelles, preoccupata da eventuali divisioni interne all’UE.
D’altro canto, Ankara si rafforza come un nodo cruciale nel sistema energetico, utilizzando il proprio territorio come corridoio strategico per il transito di risorse, accrescendo così la sua rilevanza politica ed economica nella regione. L’intreccio tra la sicurezza energetica e le alleanze geopolitiche si fa sempre più stretto, evidenziando come le infrastrutture, dal Turkish Stream al gasdotto transbalcanico, rappresentino ben più che semplici condotte: sono strumenti di potere e influenza che modellano gli equilibri politici ed economici dell’Europa orientale e dei Balcani.