Negli Stati Uniti i prezzi del rame – un metallo dall’elevata conducibilità elettrica e quindi utilizzatissimo nei settori dell’energia e dell’edilizia – hanno raggiunto il valore record di 12.330 dollari alla tonnellata dopo che il presidente Donald Trump ha anticipato l’imposizione di dazi del 50 per cento sulle importazioni. Non è chiaro, al momento, quando le tariffe entreranno in vigore.
I DAZI ERANO ATTESI?
A sorprendere gli analisti è stata l’aliquota, molto alta, più che l’annuncio in sé sui dazi: questi, al contrario, erano in un certo senso attesi, visto che a febbraio gli Stati Uniti hanno aperto un’indagine sulle importazioni di rame proprio con lo scopo di sostenere la produzione nazionale.
IL PREZZO DEL RAME SUL MERCATO COMEX E ALLA LONDON METAL EXCHANGE
Il rischio di un dazio del 50 per cento, quindi, ha creato un ampio differenziale di prezzo tra il rame sul mercato americano Comex (12.330 dollari a tonnellata, come detto) e sulla London Metal Exchange di Londra (9585 alla tonnellata). È probabile che questa differenza nei prezzi di vendita causerà un riorientamento delle forniture verso gli Stati Uniti.
COME SUCCEDE A PRYSMIAN
L’annuncio dei dazi è stato molto positivo per l’andamento in borsa di Prysmian, società milanese che realizza cavi per le telecomunicazioni e per la trasmissione di energia. Alla Borsa Italiana il titolo è cresciuto oggi di quasi il 3 per cento, a 61,3 euro.
Prysmian possiede trenta stabilimenti negli Stati Uniti, oltre a disporre di una propria capacità produttiva di rame nel paese che la mette al riparo dalle tariffe sulle importazioni e che adesso, quindi, potrebbe rivelarsi un forte vantaggio competitivo sulla concorrenza.
“Il nostro business negli Stati Uniti è ben posizionato grazie all’integrazione verticale nel settore del rame”, ha dichiarato un portavoce dell’azienda. A proposito di integrazione, Prysmian ha acquisito l’azienda statunitense Encore Wire, che produce cavi in rame e in alluminio.