Turkish Stream e Tap non sono concorrenti: le due infrastrutture, che attraversano Paesi diversi, potranno per certi versi definirsi complementari. Entrambe, infatti, costituiscono la nuova direttrice Sud del gas ed entrambi, seppur con punti di partenza differenti, si rivelano utili alla Russia e al suo mercato. E ai rapporti che intercorrono tra Mosca e Roma.
Di questo ne è convinto anche Denis Manturov, ministro dell’Industria e del Commercio russo, che in una intervista rilasciata a La Stampa, ha affermato che Tap non trasporterà esclusivamente il gas dell’Azerbaigian.
IL PERCORSO DI TAP
Il progetto nasce dall’accordo internazionale tra Grecia, Italia e Albania ed è stato ratificato dal nostro Parlamento nel dicembre 2013: il Trans Adriatic Pipeline partirà in prossimità di Kipoi, al confine tra Grecia e Turchia, dove si collegherà al Trans Anatolian Pipeline (TANAP).
L’opera, di 878 chilometri di lunghezza e con una capacità di 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas, proseguirà sulla terra ferma, attraversando la Grecia Settentrionale, nel suo tratto più lungo, e l’Albania per approdare sul litorale Adriatico italiano, a Melendugno.
IL TURKISH STREAM
Il gasdotto che via Sud dovrebbe trasportare gas russo fino all’Europa è realizzato da South Stream Transport B.V., consociata della russa Gazprom, e prende avvio dalla regione russa di Krasnodar per approdare sulle coste turche. Nei prossimi mesi dovrebbero partire i lavori per la realizzazione della seconda linea dell’infrastruttura, che dovrebbe passare da Bulgaria, Serbia, Ungheria e Slovacchia.
LE PAROLE DI MANTUROV
I due progetti, seppur differenti e sostenuti da società e Paesi diversi, non sono però concorrenti. “La nuova configurazione, già in formazione, dei sistemi di trasporto del gas attraverso il “corridoio Sud” Turchia-Balcani-Italia ci consente di parlare della grande elasticità delle forniture e della distribuzione del gas e di un incremento della liquidità dei mercati. Proprio in questo consistono il vantaggio e i benefici per tutti i Paesi interessati, Italia compresa. Aggiungo che questo si verificherà entro i prossimi due anni. Al contempo è inesatto affermare che il Turkish Stream è alternativo al progetto del Gasdotto Trans-adriatico (Grecia-Albania-Italia). C’è una variante che prevede di usare il Tap, quando sarà completato, per pompare gas russo. Ci può essere un uso comune delle nuove infrastrutture”, ha affermato a La Stampa Denis Manturov.
“Inoltre Gazprom, insieme all’italiana Edison e alla greca Depa, stanno lavorando al progetto del gasdotto Poseidon in direzione dell’Italia meridionale. Sottolineo che tutte queste varianti sono totalmente in linea con le norme della Ue, compreso il “Terzo pacchetto energia” così come il North stream-2”, ha aggiunto il ministro russo.
NON E’ UNA GRANDE NOVITA’
Che Tap potesse trasportare gas russo era stato già ipotizzato, il 7 dicembre, dal primo ministro greco Alexis Tsipras dopo l’incontro con il presidente russo Vladimir Putin avvenuto a Mosca (come ha raccontato Start Magazine): “Il gasdotto Transadriatico (Tap) potrebbe anche essere rifornito con gas naturale russo, poiché esistono tutte le capacità tecniche per farlo. L’80 per cento del gasdotto Tap è pronto. Credo che abbiamo le condizioni tecniche necessarie affinché questo gasdotto includa il gas russo, e credo che ciò avvantaggerà l’economia europea e l’intera regione”.
LA “SCONFITTA” DELL’AMERICA
E così il gasdotto che avrebbe dovuto affrancare l’Europa dalla dipendenza dalla Russia sul fronte gas potrebbe essere una nuova arma in mano a Mosca. E questo, ovviamente, non piacerà all’America di Donald Trump, che negli ultimi mesi prova ad entrare nel mercato del Vecchio Continente esportando shale gas.